Seiano: differenze tra le versioni

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==== La fine di Agrippina ====
Con Tiberio a Capri, Seiano accrebbe il suo potere in modo smisurato. Nel 28 cadde un altro amico di Agrippina, [[Tizio Sabino]], illustre cavaliere. Per mettere in atto la condanna, Seiano inviò un suo cliente, [[Latino Laziare]], che si fingesse confidente di Sabino, e lo spingesse a criticare il prefetto del pretorio o l'imperatore, mentre tre suoi complici, [[Porcio Catone]], [[Petilio Rufo]] e [[Marco Opsio]], origliavano il tutto. Fu stilata una denuncia e inviata a Tiberio, che condannò Sabino, il quale fu trascinato per le vie di RomeRoma verso il patibolo, cercando di urlare, seppur con dei nodi stretti alla gola e alla toga che lo incappucciava, che lui era la vittima sacrificale del nuovo anno a Seiano.<ref>[[Publio Cornelio Tacito|Tacito]], [[Annales (Tacito)|Annales]], IV, 68-70</ref> Il [[Canis lupus familiaris|cane]] di Sabino, che non aveva mai abbandonato il padrone, quando il cadavere di questi fu gettato nel Tevere, come si usava per i condannati, si gettò in acqua per evitare che affondasse.<ref>[[Cassio Dione]], [[Historia Romana]], 58,2</ref> Dopo l'episodio di Sabino, la città era ormai in stato di costante ansia, e si evitavano colloqui anche fra confidenti.<ref>[[Publio Cornelio Tacito|Tacito]], [[Annales (Tacito)|Annales]], IV, 69</ref>
 
Nel 29 morì Livia Drusilla, vera e propria eminenza grigia della casa dei Cesari. La sua autorità presso Tiberio era l'unica superiore a quella esercitata da parte di Seiano, ma morta l'anziana donna, nulla pose freno alle trame del prefetto.<ref name=":6">[[Publio Cornelio Tacito|Tacito]], [[Annales (Tacito)|Annales]], V, 3</ref> Nel medesimo anno, una lettera giunse da Capri, dove Tiberio accusava Nerone Cesare di comportamenti effeminati e di amori con giovinetti e Agrippina di arroganza.<ref name=":6" /> I senatori, tuttavia, su consiglio di [[Giunio Rustico]], incaricato di redigere gli atti dell'assemblea e quindi giudicato il più indicato a interpretare il volere del principe, decisero di non condannare la vedova, dato che l'intento di Tiberio non era chiaro.<ref name=":7">[[Publio Cornelio Tacito|Tacito]], [[Annales (Tacito)|Annales]], V, 4</ref> Inoltre il popolo, che amava la famiglia di Germanico, stava fuori dalla [[Curia Iulia|Curia]], agitando le immagini dei processati e urlando che la lettera era falsa e che si tramava la rovina di Agrippina all'insaputa di Tiberio.<ref name=":7" /> Questo fatto contribuì solo a rimandare la condanna; infatti Seiano denunciò che Roma era vicino al colpo di Stato,<ref name=":7" /> mentre Tiberio sollevò il senato da ogni peso nel processo, giudicando i due personalmente. Agrippina fu esiliata all'isola di [[Ventotene]] (allora nominata Pandataria), dove rimarrà in esilio fino al 33, anno della sua morte, dopo aver subito servizie atroci da parte di un [[centurione]] che la fustigava.<ref>[[Publio Cornelio Tacito|Tacito]], [[Annales (Tacito)|Annales]], IV, 25</ref> Quanto a Nerone, egli fu esiliato a [[Ponza]], dove nel 31, poco prima della caduta di Seiano, si suicidò, forse su istigazione di un centurione che gli mostrò degli uncini.<ref>[[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]], [[Vite dei Cesari]], Vita di Tiberio, LIV</ref> Druso, che aveva tradito la madre ed il fratello, non sopravvisse a lungo a tale evento. Nel 30 anch'egli fu processato sotto accusa di sedizione, e condannato alla reclusione nelle segrete del [[Palatino]], dove morirà di fame nel 33.<ref>[[Publio Cornelio Tacito|Tacito]], [[Annales (Tacito)|Annales]], VI, 23</ref>