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Pochi anni più tardi un certo [[Marco Minucio Rufo]] (console del [[110 a.C.]]), ora proconsole di [[Macedonia (provincia romana)|Macedonia]], ottenne su di loro un nuovo e memorabile [[trionfo]] nel [[106 a.C.]]<ref>[[Velleio Patercolo]], ''Storia di [[Roma]]'', II, 8, 3.<br/>''[[Fasti triumphales]]'', ''647 ab Urbe condita'' = [[106 a.C.]].</ref>.
 
Da questo momento in poi subiranno la lenta ed inesorabile avanzata romana da sud a nord. La sconfitta da cui non si ripresero più e che li costrinse ad abbandonare i territori acquisiti della [[Dardania]] avvenne al tempo di [[Lucio CorenlioCornelio Silla]] tra l'[[88 a.C.|88]]-[[81 a.C.]] ad opera di uno dei suoi generali di nome [[Lucio Cornelio Scipione Asiatico (console 83 a.C.)|Lucio Cornelio Scipione Asiatico]], tanto che i vicini [[Mesi]], assogettati agli Scordisci da circa sessant'anni, riuscirono a romperne il giogo.
 
Nel [[75 a.C.|75]]-[[74 a.C.]], alleati ancora a [[Dardani]] e [[Daci]], combatterono contro il prefetto di [[Macedonia (provincia romana)|Macedonia]] [[Gaio Scribonio Curione Burbuleio]]. E pochi anni più tardi erano costretti a chiedere la pace e ad allearsi al grande re dei [[Daci]] [[Burebista]], dopo essere stati pesantemente sconfitti.