Gaio Licinio Macro: differenze tra le versioni
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[[Valerio Massimo]] nel nono libro dei suoi ''[[Factorum et dictorum memorabilium libri IX]]'' descrive le morti di uomini illustri come [[Tullio Ostilio]], [[Eschilo]], [[Euripide]], [[Socrate]] e altri. Tra i personaggi ricordati c'è l'ex pretore Gaio Licinio Macro, che salì sulla balconata della Basilica, durante il conteggio dei voti per l'accusa ''de repetundis'' (di concussione) e si uccise. Cicerone, che presiedeva il tribunale, saputo che Macro con un fazzoletto si voleva soffocare («un fazzoletto per caso aveva in mano la bocca e la gola, si uccise per soffocamento, antivenendo così la sentenza»<ref>V. Massimo, Detti e fatti memorabili IX, 12.</ref>), decise di non pronunciare la condanna. Questa descrizione è contraddetta dallo stesso Arpinate in una lettera ad Attico, in cui dichiara di essersi comportato con indulgenza<ref>''Ad Attico'', II 4.</ref>.
==Opere==
Macro doveva avere delle ottime capacità retoriche, come si capire dal discorso riportato da [[Sallustio]] e dalle dichiarazione di un personaggio a lui ostile, come Cicerone, che nel ''Brutus'' scriveva<ref>''Brutus'', 238.</ref>:
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