Terza guerra servile: differenze tra le versioni
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La ribellione fu letteralmente annientata da [[Marco Licinio Crasso|Crasso]]; le forze di [[Gneo Pompeo Magno|Pompeo]] non ingaggiarono mai direttamente il nemico, ma le sue legioni, scendendo da nord, furono in grado di catturare 5.000 ribelli che fuggivano dalla battaglia e che il generale romano «uccise tutti».<ref>Matyszak, ''The Enemies of Rome'', p. 133; Plutarco, ''Pompeo'', xxi.2, ''Crasso'', xi.7.</ref> Per questo motivo Pompeo inviò un messaggio al [[Senato romano]], in cui diceva che sebbene fosse stato senza dubbio Crasso a sconfiggere gli schiavi in battaglia, lui aveva "estirpato la guerra fino alle radici"<ref>Plutarco, ''Vita di Pompeo'', 21.</ref>, reclamando in questo modo gran parte del merito, e ottenendo l'ostilità di Crasso. La guerra causò, dunque, la rottura dei rapporti personali tra i due generali: a Pompeo fu infatti concesso il [[trionfo]] per la vittoria su Sertorio e sugli schiavi fuggiaschi, mentre Crasso poté ottenere soltanto l'[[ovazione]].<ref>Plutarco, ''Crasso'', xi.11.</ref> I due si riappacificarono soltanto dopo un decennio, quando costituirono assieme a [[Gaio Giulio Cesare]] il [[primo triumvirato]].
Sebbene la gran parte degli schiavi fosse morta in battaglia, circa 6.000 sopravvissuti erano stati catturati da Crasso, che li mise tutti a morte mediante [[
Pompeo e Crasso seppero cogliere appieno i frutti politici della loro vittoria sui ribelli; entrambi tornarono a [[Roma]] con le loro legioni, rifiutandosi di scioglierle e accampandosi appena fuori dalle mura della città.<ref name=appiano1_116 /> I due generali si candidarono al [[console (storia romana)|consolato]] per l'anno [[70 a.C.]], anche se Pompeo non era eleggibile a causa della sua giovane età e del fatto che non aveva ancora servito come [[pretore (storia romana)|pretore]] o [[questore (storia romana)|questore]], come richiedeva, invece, il ''[[cursus honorum]]''.<ref name="appiano1_121">Appiano, i.121.</ref> Cionondimeno, entrambi furono eletti,<ref name="appiano1_121" /><ref>Plutarco, ''Crasso'', xii.2.</ref> anche a causa della minaccia implicita rappresentata dalle legioni in armi accampate fuori dalla città.<ref name="appiano1_121" />
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