Diabolik, chi sei?: differenze tra le versioni
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Diabolik e [[Ginko]] sono entrambi sulla pista per scovare un gruppo di banditi, l'uno per derubarli e l'altro per assicurarli alla giustizia. La banda riesce però a scoprirli e a neutralizzarli, rinchiudendoli insieme in un sotterraneo. Risvegliatisi, i due nemici si trovano faccia a faccia, ma immobilizzati e consapevoli di essere di fronte alla fine. Certo di morire, Diabolik accetta di raccontare al proprio arcinemico il suo passato, narrandogli di come da bambino, orfano dopo un [[naufragio]] sia stato allevato su di un'isola governata dal boss della malavita [[King (Diabolik)|King]], e di come ivi abbia appreso le tecniche del furto, del travestimento e dell'assassinio, che lo avrebbero poi reso il temuto criminale che è.
Diabolik crebbe in quest'isola facendo un po' di tutto, lavorando come chimico, orefice, o imparando la lotta: ognuno di quei criminali gli insegnava qualcosa nel tempo libero.
[[Eva Kant]], che era riuscita a sentire la richiesta d'aiuto del suo compagno, interviene tempestivamente e lo salva dopo aver narcotizzato tutti i membri della banda. Diabolik lascerà il suo pugnale nella stanza in modo che anche Ginko, molto lentamente, possa liberarsi dalle corde, dando comunque ai due ladri tutto il tempo per fuggire con l'intero malloppo della banda.
Del fumetto è rimasto celebre soprattutto lo scambio di battute tra Ginko e Diabolik, allorché il poliziotto chiede a quest'ultimo di raccontargli il proprio passato:
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