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''Creuza'', uno dei punti di svolta nella lunga e variata carriera di De André, giunge dopo più di vent'anni di un percorso musicale caratterizzato da innumerevoli influssi e frequenti cambiamenti di stile: dai legami con la tradizione trobadorica e francese degli esordi alle contaminazioni sinfoniche dei suoi primi ''[[concept album|concept]]'', dall'amore per poesia in musica di [[Leonard Cohen|Cohen]] ai recenti dischi di matrice angloamericana ([[1974]]/[[1981]]) frutto delle collaborazioni con [[Francesco De Gregori]] e [[Massimo Bubola]], che lo avevano avvicinato a sonorità intimamente legate al ''[[folk]]'' [[anglosassone]] [[Bob Dylan|dylaniano]] e a stilemi ''[[blues]]-[[rock]]''.
Tuttavia il cantautore aveva avuto esperienze con musica popolare e dialettale di tradizione mediterranea già nel [[1972]], quando compose le musiche dei brani in [[dialetto genovese]] ''A famiggia di Lippe'' e ''[[Ballata triste]]'' per il cantautore folk genovese [[Pietro Parodi]]; conobbe inoltre il poeta dialettale genovese Mario Tortora e si interessò alla ricerca dell'etnomusicologo Edward Neill sulle tradizioni musicali liguri. Fabrizio dimostrò grande interesse per la cultura ligure, che si concretizzò in lunghi studi, compiuti tra vecchi testi e interviste agli anziani della [[Foce (quartiere di Genova)|Foce]] (il quartiere di Genova dove abitava Fabrizio), alla ricerca di antiche tradizioni e racconti popolari.
Attraverso le sue ricerche De André si convinse della mancanza di un vero contatto tra la musica folkloristica che allora era diffusa e la reale tradizione popolare genovese, soprattutto a causa dell'introduzione di temi musicali [[Lombardia|lombardi]] e [[Piemonte|piemontesi]], oltre a [[valzer]] e [[tango argentino|tanghi]] adottati per il mercato degli emigranti in [[Sudamerica]]; proprio in relazione con le sonorità sudamericane nacque negli anni sessanta un nuovo filone compositivo che, sfruttando l'assonanza tra genovese e [[lingua portoghese|portoghese]], utilizzava ritmi [[Brasile|brasiliani]] per musicare testi dialettali, allontanando in questo senso ancor di più la musica dalla tradizione ligure.[[Image:Santa_Teresa_di_Gallura_Capo_Testa_Bathing.jpg|thumb|250px|Gallura, scorcio di un'insenatura]]Fabrizio si persuase dunque dell'esistenza di due livelli di musica popolare: quella che chiama "musica folkloristica" in realtà è musica tesa al consumo delle classi elevate, mentre la "musica etnica" è la musica interna al popolo, realizzata per il divertimento del popolo stesso. <ref name=Lanza>Luciano Lanza. ''Intervista a Fabrizio De André'' (1993). [http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/deandre/16.htm]</ref>
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