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Due cacciatorpediniere russe, il ''Bystry'' e il ''Pronzitelny'', attaccarono un convoglio di due carboniere scortato dalla ''Hamidiye'' e da due torpediniere il cinque settembre. I cannoni da 150&nbsp;mm dell<nowiki>'</nowiki>''Hamidiye'' andarono in avaria, così la ''Yavuz'' fu inviata in soccorso, ma giunse troppo tardi: le due carboniere si erano già gettate in secca per evitare la cattura.<ref name=Halpern234/>
 
Il 21 settembre la ''Yavuz'' fu inviata di nuovo in soccorso di un convoglio attaccato da cacciatorpediniere russe. Le missioni di scorta continuarono fino al 14 novembre, quando la ''Yavuz'' fu attaccata dal sottomarino russo ''Morzh'' (Морж, "leone marino") fuori dal Bosforo, che la mancò di poco con i suoi due siluri. L'ammiraglio Souchon decise che il rischio per la sua ammiraglia era troppo grande e sospese la scorta ai convogli. Solo le navi che erano in grado di effettuare il trasporto da Zonguldak a Costantinopoli in una notte erano autorizzate. Al di fuori del Bosforo, venivano scortate dalle torpediniere per difenderle dai sottomarini russi in agguato.<ref>{{cita|Halpern|p. 235}}.</ref> Verso la fine dell'estate, il completamento di due nuove navi da battaglia russe, la l{{'}}''[[ImperatritsaImperatrica MariyaMarija]]'' (in russo: Императрица Мария, "Maria Imperatrice") e la l{{'}}''[[ImperatritsaImperatrica Ekaterina VelikayaVelikaja]]'' (in russo: Императрица Екатерина Великая, "Imperatrice Caterina la Grande") ulteriormente ridussero le attività della ''Yavuz''.<ref>{{cita|Halpern|p. 236}}.</ref>
 
==== 1916–17 ====
 
[[File:Bundesarchiv Bild 146-1981-137-08A, Konstantinopel, Besuch Kaiser Wilhelm II..jpg|thumb|right|Guglielmo II di Germania visita la ''Yavuz'' nell'ottobre 1917.]]
L'ammiraglio Souchon inviò la ''Yavuz'' a [[Zonguldak]] l'8 gennaio, per proteggere una carboniera scarica che si avvicinava al porto, ma i Russi affondarono la carboniera prima dell'arrivo della ''Yavuz''. Tornando verso il Bosforo, incontrò la l{{'}}''ImperatritsaImperatrica Ekaterina''. Le due navi iniziarono un breve scambio di colpi, iniziato alla distanza di 18.500&nbsp;m. La ''Yavuz'' virò a sud-ovest, e nei primi quattro minuti dello scontro, sparò cinque salve dalle batterie principali. Nessuna delle due navi riuscì a colpire l'avversario, ma alcune schegge di un colpo esploso in prossimità, colpirono ''Yavuz''.<ref name=H237>{{cita|Halpern|p. 237}}.</ref> Nonostante fosse, sulla carta, molto più veloce della dell{{'}}''ImperatritsaImperatrica Ekaterina'', aveva la carena pesantemente incrostata e gli assi delle eliche in cattive condizioni. Queste condizioni resero molto difficile la fuga della ''Yavuz'' dalla potente corazzata russa, che era accreditata per 23,5 nodi di velocità massima.<ref name=C26>{{cita|Campbell|p. 26}}.</ref><ref>Langensiepen e Güleryüz non fanno cenno di questo scontro.</ref>
 
Le forze russe stavano guadagnando ampie fasce del territorio ottomano durante la [[Campagna del Caucaso]]. Nel tentativo di prevenire ulteriori avanzate delle forze russe, la ''Yavuz'' trasportò 429 fra soldati ed ufficiali, una batteria da montagna, mitragliatrici e delle unità aeree, 1.000 fucili e 300 casse di munizioni a Trebisonda il quattro febbraio.<ref>{{cita|Halpern|p. 241}}.</ref> Il quattro marzo, la Marina Russa sbarcò un distaccamento di circa 2.100 uomini, insieme a cannoni da montagna e cavalli, su entrambi i lati del porto di Atina (oggi Pazar, sull'estremità est della costa turca del Mar Nero). I turchi furono colti di sorpresa e costretti ad evacuare il porto.<ref>{{cita|Halpern|p. 240}}.</ref> Un altro sbarco avvenne, in giugno, nella baia di Kavata, 5 miglia ad est di Trebisonda.<ref>{{cita|Halpern|pp. 243-244}}.</ref> Nel tardo giugno, le forze turche contrattaccarono e penetrarono per 20&nbsp;miglia attraverso le linee russe. La ''Yavuz'' e la ''Midilli'' condussero una serie di azioni di appoggio all'attacco turco. Il 4 luglio la ''Yavuz'' cannoneggiò il porto di [[Tuapse]], dove affondò un vapore e uno ''[[schooner]]''.<ref>{{cita|Halpern|pp. 244-245}}.</ref> Le navi turche si diressero, poi verso nord per aggirare le navi russe che avevano lasciato Sebastopoli per intercettarle, per poi tornare nel Bosforo.<ref>{{cita|Halpern|p. 245}}.</ref> La ''Yavuz'' rimase in scalo fino a settembre per le riparazioni agli assi delle eliche.<ref>{{cita|Langensiepen and Güleryüz|p. 51}}.</ref>