Museo archeologico nazionale di Napoli: differenze tra le versioni
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Dopo l'[[Unità d'Italia]] - con la quale il Museo diventava proprietà dello Stato ed assumeva il nome di "Museo Nazionale" - nel [[1866]] l'architetto [[Giovanni Riegler]] proponeva al Comune uno splendido progetto che prevedeva un parco pubblico tra l'attuale [[Piazza Dante (Napoli)|Piazza Dante]] ed il Museo, quest'ultimo facente da quinta scenografica in fondo al parco; il bel progetto purtroppo non venne realizzato per interessi speculativi edilizi che, in fretta e furia destinarono quei suoli alla costruzione di nuove abitazioni (quelle che tuttora sussistono nell'area) prima che il progetto di Riegler potesse essere approvato. Allo scempio fu cercato di riparare realizzando fra il [[1870]] ed il [[1883]] un nuovo "raccordo" (rimasto sempre fittizio) fra il Museo e la città: la [[Galleria Principe di Napoli]].
Per i continui incrementi di libri, raccolte archeologiche ed opere d'arte, patendo tutti i settori ospitati nel Museo di insufficiente spazio, tra il [[1862]] e il [[1864]] si giunse alla determinazione di sloggiare le Accademie,<ref>l'Accademia di Scienze e Lettere; e l'Accademia di Belle Arti</ref> trovando loro altre sedi in città. <br/>
Nel [[1888]] il conte [[Eduardo Lucchesi Palli]] donava allo Stato la sua ricchissima e preziosa biblioteca drammatica ed archivio musicale, a condizione che essa non lasciasse Napoli e che non fosse smembrata; aggregata alla [[Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III|Biblioteca Nazionale]] (che allora occupava le attuali sale degli Affreschi e del Tempio di Iside), nel [[1892]] il ministro [[Boselli]] ordinava che le venissero destinate tre sale nell'attuale Museo (individuate nelle Sale 81-82-83). Il conte, a sue spese, curò non solo il trasferimento dei volumi, ma anche l'allestimento delle sale (donando gli scaffali "''in stile Rinascimento''") ed infine il loro decoro, facendo affrescare le volte da [[Paolo Vetri]] (in un cartiglio tuttora visibile vengono ricordati i principali accordi per la tenuta di questa biblioteca). Ma per la cronica mancanza di spazio, nel [[1925]] la Biblioteca Nazionale veniva anche essa trasferita - per decreto ministeriale - nel [[Palazzo Reale di Napoli|Palazzo Reale]], tra le più vive (ed inconcludenti) proteste degli eredi Lucchesi Palli.<br/> Nel [[1920]], dopo 333 anni, venne terminata la costruzione dell'edificio museale, completando gli ultimi ambienti del secondo piano nella parte rimasta incompleta, quella orientale (oggi occupata dal Medagliere).
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