Discussione:Crociata: differenze tra le versioni

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{{tradotto da|en|Crusades|18 agosto 2017|796051067}}
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Entrando nel merito, qui si può leggere un giudizio chiaramente POV su certa storiografia:
<br \>
 
 
''Con la conquista islamica di [[Gerusalemme]] ([[638]]) la situazione dei cristiani conobbe alcune obiettive difficoltà, anche se è spesso frutto di una storiografia approssimativa e spesso addirittura compiacente con le strategie belliciste delle potenze cristiane l'affermare che vi fossero insopportabili persecuzioni e indicibili violenze ai danni dei sudditi non-musulmani (i [[cristiani]] in particolare, ma anche gli ebrei) costretti allo stato di [[Dhimmi|dimmitudine]].''
 
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Grazie a tutti per l'eventuale attenzione.
 
In linea di principio, caro anonimo (ma in realtà [[Utente:Antifuffa83]]), una guerra di religione penso possa essere definita, appunto, come la volontà di piegare con la forza alla propria "verità" i devoti di altri credo religiosi. Convertendoli, assoggettandoli o sterminandoli. Questo non significa che in alcuni conflitti non sia presente anche una "componente" puramente ideologico-religiosa, in cui l'assoggettamento non sia perseguito, ma solo la conversione o la morte. Nel caso delle Crociate, a mio parere, non c'è dubbio che una matrice religiosa ci sia stata, ma accanto a quella - assolutamente conclamata - di volersi procacciare terre, sudditi e risorse (i famosi cadetti alla ricerca di propri feudi, foss'anche oltremare). L'avverbio "propriamente" mi sembra possa rendere abbastanza bene il concetto che nelle guerre Crociate esistessero, sì, stimoli "etico-religiosi" (riaprire le vie dei pellegrinaggi senza subire angherie dalle autorità musulmane, reagire alle oppressioni fiscali e giuridiche imposte alle Chiese orientali) ma anche - e forse soprattutto, anche se questo è tuttora oggetto di valutazioni storiche - una pura e semplice ansia di dominio e di arricchimento. Gli aspetti "sacri" e "profani" erano unite in un tutt'uno difficilmente separabile. Tutto qui. </br />
Voler conquistare una "terra santa", come dici tu, non costituisce un atto ''propriamente'' religioso, ma molto, molto, profano. Un fine religioso sarebbe quello di pretendere semmai il diritto di esercizio libero della propria fede e di non dover sottostare all'ordine imposto da un altro credo. Tutto il resto non ha nulla a che fare con una religione ma, semmai, con l'esercizio umano (e interessato) di una religione. --[[Utente:Cloj|<span style="color:green;">'''Cl'''</span>]][[Discussioni utente:Cloj|<span style="color:red;">'''oj'''</span>]] 06:05, 21 ott 2011 (CEST)
 
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