Palmira: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 81:
{{chiarire|Sotto [[Traiano]]|prima si afferma che fu annessa sotto Tiberio, poi Nerone, adesso Traiano}} la città fu incorporata nella nuova provincia di Arabia, risultante dall'annessione dello stato satellite della [[Nabatea]]. Nel [[129]] [[Publio Elio Traiano Adriano|Adriano]] visitò Palmira e la proclamò città libera, dandole il nome di ''Palmira Hadriana''. Tra la fine del II e l'inizio del III secolo, [[Settimio Severo]] oppure il suo successore, il figlio [[Caracalla]], concessero a Palmira lo statuto di ''città libera''.
Benché fosse in una posizione strategica sia per l'impero romano che per quello [[parti]]co, Palmira non era mai stata coinvolta nelle guerre tra le due
Odenato, discendente della famiglia gentilizia palmirena dei Settimi, che ricevette la cittadinanza romana, quando nel [[193]] parteggiò per [[Settimio Severo]] contro [[Pescennio Nigro]] venne nominato governatore della [[Syria (provincia romana)|provincia di Siria]] da [[Valeriano]]. Nel [[260]], dopo che Valeriano fu sconfitto a [[Edessa (Mesopotamia)|Edessa]] e venne catturato, Odenato intervenne in aiuto dei Romani e inseguì sino a [[Ctesifonte]] l'esercito sasanide che, sconfitto dal generale [[Ballista|Callisto]], si stava ritirando. Durante tale azione Odenato riuscì a procurare notevoli perdite al nemico e l'impresa fu apprezzata dall'imperatore [[Gallieno]], figlio di Valeriano, e dopo che Odenato, durante la ribellione dei [[Macriani]] nel [[261]], sconfisse e uccise il generale Callisto, gli conferì il titolo di ''Dux Romanorum'' e "Corrector totius Orientis". I titoli indicavano una generica preminenza, ma non il governo effettivo, che spettava ai governatori romani. In seguito Odenato però si proclamò anche ''re dei re'' indicando che stava creando uno Stato autonomo. Fu per merito di Odenato che negli anni successivi i Persiani non effettuarono altre incursioni.
|