'Ala' al-Din II di Delhi: differenze tra le versioni

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ʿAlāʾ al-Dīn fu un grande e abile riformatore del [[Sultanato di Delhi]], agendo con intelligenza sull'amministrazione dello Stato, riformandolo in senso centralista per rendere più sicura l'autorità del sultano ed evitare che venisse messa a rischio dalle tendenze predatorie dei nobili. Varò quindi efficaci riforme, miranti ad assicurare ai suoi domini adeguate risorse finanziarie.
 
ʿAlāʾ al-Dīn esautorò infatti i membri dell'aristocrazia terriera confiscando gli ''[[jagir]]'' (tenute fondiarie esentasse) precedentemente loro assegnati, ottenendo contemporaneamente una risorsa finanziaria per stipendiare direttamente il suo numeroso esercito. Inoltre aumentò la pressione fiscale con l'istituzione di nuove tasse (sulla casa e sul bestiame da latte) e l'aumento dell'imposta fondiaria fino all'equivalente di metà del raccolto;<ref>M. Torri, ''Storia dell'India'', Roma-Bari, Laterza, 2007, p. 199.</ref> l'esazione fiscale fu più severa e fatta rispettare grazie a una rete di spie e informatori, così come venne messo sotto controllo il reddito dei mercanti; dispose che oro e argento non venissero più accantonati dai privati e fu proibita l'incetta di frumento; venne calmierato il prezzo dei generi di prima necessità (cereali, altre cibarie, stoffe); fu introdotta una licenza per l'esercizio del commercio; la vendita del frumento fu permessa solo a prezzo fisso e nei mercati autorizzati a questo tipo di vendita. Il beneficio di queste riforme fu di consentire alla popolazione civile e ai militari di condurre una vita decente, mentre gli inevitabili limiti furono rappresentati e dalla prevedibile ostilità di contadini e mercanti che si consideravano colpiti dalle riforme economiche di ʿAlāʾ al-Dīn.<ref>Wolpert, p. 111.</ref> e dalla scarsa efficacia dei controlli nelle zone via via più lontane da Delhi. Il Sultanato era stato infatti strutturato in una fascia prossima alla capitale Dehli - che comprendeva anche il [[Doab|Doāb]], il Rohilkand (media valle [[gange]]tica), parte del [[Rajasthan]], [[Malwa]] e [[Punjab (regione)|Punjab]] - dove le riforme dispiegavano tutti i loro benefici effetti, in una fascia intermedia ([[Awadh]], [[Bihar]], [[Gujarat]] e [[Multan|Multān]]), in cui l'applicazione delle riforme era affidata alle cure di fidati governatori (''[[iqta'|muqṭīʿ]]'' o ''[[Wali (governatore)|Walī]]''), e in una fascia esterna, adiacente ai regni meridionali [[induisti]], in cui l'aristocrazia terriera mantenne buona parte dei suoi privilegi e delle sue lucrose concessioni feudali, o ''[[iqtāʿ]]''.<ref>M. Torri, ''op. cit.'', p. 200.</ref>
 
== La minaccia mongola ==