Utente:Irepoli/Sandbox: differenze tra le versioni

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=== Università ===
 
Si iscrive alla [[Northwestern University]] ([[Evanston]]) nell’indirizzo di [[geologia]], per poi effettuare un cambio e dirigersi invece presso la [[geografia]]. In particolare mostra interesse nell’ambito del paesaggio naturale e delle attività culturali umane presenti e passate.<br>
 
[[File:University of Chicago Press logo - modified from Wikipedia source file.png|thumb|University of Chicago]]
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<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/carl-ortwin-sauer_%28Enciclopedia-Italiana%29/}} </ref>
<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/carl-ortwin-sauer/}} </ref>
 
 
[[File:The University of California Berkeley 1868.svg|thumb|The University of California Berkeley 1868]]
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== Pensiero ==
Fino al periodo della Seconda Guerra Mondiale, la scuola di pensiero dominante negli [[Stati Uniti]], era sicuramente distaccata rispetto a quella europea, in particolar modo ada quella tedesca che già iniziava a basare i propri lavori riguardanti il paesaggio nellsull'ottica dell'esistenza di un rapporto tra cultura e spazio. Infatti, all'insegna del rigore, la dottrina essastatunitense continuava a basare i propri studi sulla raccolta di dati e sulla cartografia. Carl Sauer invertì questa tendenza andando a creare la propria scuola di pensiero, quella di Berkeley, motivo per il quale viene considerato il fondatore della geografia culturale americana. <br>
E' diventata molto importante la definizione che Sauer assegna alla geografia culturale:
{{Citazione|è l'applicazione dell'idea di cultura ai problemi geografici|Carl Sauer (Vallega 2003, p. 21)}}
<ref name="mercatanti"></ref><br>
Nel pensiero di Sauer, la geografia deve completamente dedicarsi alla morfologia del paesaggio e limitarsi a ciò che è leggibile direttamente dalla superficie terrestre. A tal proposito basa le proprie ricerche in geografia culturale in particolar modo su una questione che pone come centrale: l'impatto umano sul mondo animale e vegetale.<br>
Come gli altri geografi europei dell'epoca, Sauer vede la cultura come l'insieme degli strumenti e delle capacità che permettono all'uomo di intervenire sul mondo esterno; tuttavia aggiunge a questa tendenza anche che la cultura è formata da complessi viventi che hanno permesso all'uomo di mobilitarsi per rendere meno ostile e più favorevole l'ambiente naturale, aumentandonon esonerandolo però ildal rischio di catastrofi ecologiche. <br>
Sauer nel 1941 sulla geografia culturale: <br>
{{Citazione|al contrario della psicologia e della storia, è una scienza che non ha niente a che fare con gli individui ma solo con le istituzioni umane, o le culture.|Carl Sauer|unlike psychology and history, is a science that as nothing to do with individuals but only with human institutions, or cultures.|lingua=inglese}} <br>
 
 
L'intento di Sauer era dunque quello di ricondurre all'interno del campo di studio della geografia culturale, anche storia e cultura. Egli arrivò ad elaborare un metodo che si potesse avvicinare ad un primo approccio storico alle mutazioni ambientali; tale analisi conteneva sicuramente una forte spinta innovativa, si pensi che i primi dibattiti scientifici sul tema dell'inquinamento si tennero solo alla fine del Novecento, mentre Sauer già ne discuteva a partire dagli anni Trenta. <br>
Sauer nel 1941 sulla geografia culturale: <br>
{{Citazione|al contrario della psicologia e della storia, è una scienza che non ha niente a che fare con gli individui ma solo con le istituzioni umane, o le culture.|Carl Sauer|unlike psychology and history, is a science that as nothing to do with individuals but only with human institutions, or cultures.|lingua=inglese}} <br>
 
Difatti la sua scuola di Berkeley trattava già in questi anni di tematiche rivoluzionarie, tali da diventare gli attuali orientamenti in materia ecologica. In particolar modo due erano le questioni di punta:
L'intento di Sauer era dunque quello di ricondurre all'interno del campo di studio della geografia culturale, anche storia e cultura. Egli arrivò ad elaborare un metodo che si potesse avvicinare ad un primo approccio storico alle mutazioni ambientali; tale analisi conteneva sicuramente una forte spinta innovativa, si pensi che i primi dibattiti scientifici sul tema dell'inquinamento si tennero solo alla fine del Novecento, mentre Sauer già ne discuteva a partire dagli anni Trenta. <br>
 
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I suoi primi passi verso questa visione rivoluzionaria della natura lo portarono fin dai suoi primi anni di attività a staccarsi da quanto affermato dalla tradizione europea. <br>