Piave: differenze tra le versioni
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Il vecchio letto detto di "Piave Vecchia" rimane attivo dalle "porte del taglio" a Musile, dove a [[Caposile]], i veneziani deviarono il [[Sile]] nell'antico alveo del Piave portandolo a sfociare nell'Adriatico tra [[Jesolo]] e [[Cavallino-Treporti|Cavallino]]. Da Eraclea scorre tra alti argini, per poi sfociare nel [[Mare Adriatico|mare adriatico]] a [[Cortellazzo]].
[[File:Sorgenti del Piave.jpg|thumb|left|La sorgente del Piave al rifugio "Sorgenti del Piave" in Val Seis.]]
Il Piave trova origine da un ruscello che nasce dalle falde meridionali del [[monte Peralba]] che eleva la sua vetta a quota {{formatnum:2693}} sul livello del mare, da altri si vuole che l'asta iniziale del fiume sia costituita dal rivo formato dall'unione di due corsi d'acqua scendenti dal tratto della catena principale delle Alpi Carniche compreso fra il Passo Palombino e il Passo dell'Oregone. Tale corso d'acqua si forma nella valle [[Val Visdende|Visdende]] da dove esce attraverso alla forra del « Cianà » o di Cima Canale; il suo antico nome è quello di Silvella (dal dialetto La Salvela) ma è più comunemente denominato [[Cordevole di Visdende]] per distinguerlo dal [[Cordevole]] di Agordo, che è il maggiore affluente del Piave.
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|dec1 = 118.3}}
{{vedi anche|Opere idrauliche della laguna di Venezia}}
== Problematiche ambientali ==▼
{{citazione|Fiume simbolo del coraggio, dell'eroismo, del patriottismo degli italiani. Fiume simbolo, oggi, della loro cecità|[[Gian Antonio Stella]], [[Corriere della Sera]], 11 agosto 2003<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2003/agosto/11/Piave_secca_depredato_dell_ultima_co_0_030811090.shtml L'articolo di Stella nel sito del Corriere]</ref>}}▼
Il forte sfruttamento idrico e il conseguente parziale abbandono del letto naturale del fiume fanno del Piave uno dei corsi d'acqua più artificializzati d'Europa. Così, a partire dalla seconda metà degli anni novanta, ha cominciato a sorgere una questione ambientale legata al Piave, che ha portato alla richiesta, rivolta in particolare all'[[ENEL]], di assicurare il [[minimo deflusso vitale]] del fiume.▼
Il "caso Piave" è stato sollevato e promosso, tra l'altro, dall'amministrazione della [[provincia di Belluno]], dal suo presidente [[Sergio Reolon]] e dal Centro Internazionale Civiltà dell'Acqua di [[Mogliano Veneto]] (in particolar modo dallo scrittore e giornalista Renzo Franzin, cofondatore del Centro). Nel 2007, inoltre, è a [[Belluno]] che, con il supporto delle azioni Marie Curie della [[Commissione europea]], si è tenuto un convegno di ricerca sul tema dell'artificializzazione del fiume Piave e dello sfruttamento sostenibile dell'acqua<ref>[http://www.acquabenecomune.org/spip.php?article2076 articolo] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160305200849/http://www.acquabenecomune.org/spip.php?article2076 |date=5 marzo 2016 }} apparso sul [[Corriere delle Alpi]]</ref>.▼
Garantire un flusso di acqua costante per tutto l'anno e realizzare impianti di risalita lungo gli sbarramenti, sarebbe importante per la sopravvivenza di specie di fauna ittica autoctona.▼
== Storia ==
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La situazione idraulica andò aggravandosi col susseguirsi delle piene che, come abbiamo segnalato, si ripeterono nel 1664-1665-1667-1678- 1681. Venne quindi ventilata l'idea di aprire un nuovo sfogo alle acque invasate nel Lago della Piave portandole al mare attraverso al porticciuolo di [[Caorle|Valle Altanea]]. Ma, mentre fervevano discussioni e proposte, nel 1683, durante una piena abbastanza elevata, il Piave rotti gli argini a Landrona di fronte a Cortellazzo si scaricò in mare in quel porto che, per la pendenza dei terreni, costituiva il naturale sfocio del fiume. I fatti dettero ragione al Sabbadino che centocinquanta anni prima aveva intuita la soluzione del problema idraulico, ed il Piave fu lasciato nell'alveo da esso prescelto e continuò da allora a sfociare a Cortellazzo. Il 5 ottobre [[1935]] una nuova alluvione avrebbe portato il fiume nell'attuale foce, mentre il vecchio estuario andò a formare la [[Laguna del Mort]]<ref name="provincia">{{cita web|url=http://acqueantiche.provincia.venezia.it/schede/vediarea.asp?ID=B06|titolo=Foce del Piave|editore=Provincia di Venezia - Acque Antiche|accesso=29 marzo 2013|urlmorto=sì}}</ref>.
Il Piave, costituì il fronte più arretrato di difesa dell'[[esercito italiano]] dopo la sconfitta subita nella [[Battaglia di Caporetto]] durante la [[Prima guerra mondiale]]. Oltre all'importanza strategica, il mantenimento della linea del Piave fu importante anche per tenere alto il morale dell'esercito dopo la ritirata dalla linea dell'[[Isonzo]]; per questo, il fiume Piave venne presto caricato di retorica patriottica (si veda ad esempio ''[[La canzone del Piave]]''). La linea fu mantenuta nella [[Prima battaglia del Piave|Prima Battaglia del Piave]] e nella [[Battaglia del solstizio|Battaglia del Solstizio]]. L'esercito italiano oltrepassò poi il fiume il 24 ottobre 1918 (esattamente un anno dopo la sconfitta di Caporetto), cominciando così la decisiva [[Battaglia di Vittorio Veneto]].Nel corso del [[Prima Guerra Mondiale|primo conflitto mondiale]] la parte meridionale del corso del Piave divenne una linea strategica importante a partire dal novembre [[1917]] in corrispondenza della ritirata avvenuta in seguito a [[Battaglia di Caporetto|Caporetto]].
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''[[Gianpaolo Bottacin]] assessore bellunese all'ambiente della Regione Veneto: «Chi sostiene che il Piave ora nasce in Friuli e non più nel Veneto - sottolinea - dice per convenzione una cosa non sbagliata ma sostiene un falso storico. La commissione, di cui fa parte anche il professor Vladimiro Achilli, docente di Topografia e Cartografia all'università di Padova, ed altri esperti tra cui una storica, sta confermando che dal punto di vista idrologico e idraulico va considerata come sorgente quella del bacino più ampio, che in questo caso è proprio il ramo della Val Visdende».''<ref name=":0" />
▲== Problematiche ambientali ==
▲{{citazione|Fiume simbolo del coraggio, dell'eroismo, del patriottismo degli italiani. Fiume simbolo, oggi, della loro cecità|[[Gian Antonio Stella]], [[Corriere della Sera]], 11 agosto 2003<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2003/agosto/11/Piave_secca_depredato_dell_ultima_co_0_030811090.shtml L'articolo di Stella nel sito del Corriere]</ref>}}
▲Il forte sfruttamento idrico e il conseguente parziale abbandono del letto naturale del fiume fanno del Piave uno dei corsi d'acqua più artificializzati d'Europa. Così, a partire dalla seconda metà degli anni novanta, ha cominciato a sorgere una questione ambientale legata al Piave, che ha portato alla richiesta, rivolta in particolare all'[[ENEL]], di assicurare il [[minimo deflusso vitale]] del fiume.
▲Il "caso Piave" è stato sollevato e promosso, tra l'altro, dall'amministrazione della [[provincia di Belluno]], dal suo presidente [[Sergio Reolon]] e dal Centro Internazionale Civiltà dell'Acqua di [[Mogliano Veneto]] (in particolar modo dallo scrittore e giornalista Renzo Franzin, cofondatore del Centro). Nel 2007, inoltre, è a [[Belluno]] che, con il supporto delle azioni Marie Curie della [[Commissione europea]], si è tenuto un convegno di ricerca sul tema dell'artificializzazione del fiume Piave e dello sfruttamento sostenibile dell'acqua<ref>[http://www.acquabenecomune.org/spip.php?article2076 articolo] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160305200849/http://www.acquabenecomune.org/spip.php?article2076
▲Garantire un flusso di acqua costante per tutto l'anno e realizzare impianti di risalita lungo gli sbarramenti, sarebbe importante per la sopravvivenza di specie di fauna ittica autoctona.
== Feste e leggende ==
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