Basilio Cittadini: differenze tra le versioni

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Artigliere nella [[terza guerra d'indipendenza italiana]]<ref>[http://www.enciclopediabresciana.it/enciclopedia/index.php?title=CITTADINI_Basilio Enciclopedia Bresciana - CITTADINI BASILIO]</ref>, fu cofondatore della testata locale ''La voce dei giovani'' di [[Brescia]]. Dopo aver collaborato con alcuni giornali lombardi divenne corrispondente per ''[[Il Secolo (quotidiano)|Il Secolo]]'' di [[Milano]]. Inviato da quest'ultimo quotidiano come corrispondente a [[Buenos Aires]], Cittadini giunse nella capitale [[argentina]] nel [[1869]]. Entrato nella redazione de ''[[La Nazione Italiana]]'', egli fondò nel [[1871]] un'effimero foglio chiamato ''L'Italiano''. In quello stesso anno si distinse nel comitato di salute pubblica in occasione dell'epidemia di [[febbre gialla]] che aveva falcidiato Buenos Aires. Nel [[1873]] Cittadini divenne direttore del quotidiano ''[[L'Operaio Italiano]]''. L'anno successivo rientrò brevemente in Italia come agente per l'immigrazione per conto del governo argentino.
 
Nel [[18761877]] fondò a Buenos Aires il quotidiano ''[[La Patria degli italiani|La Patria]]'', giornale che si proponeva con l'ambizioso obbiettivo di formare l'identità alla grande colonia italiana di Buenos Aires. Durante gli anni passati alla direzione del giornale (dal [[1883]] ''La Patria italiana''), Cittadini riuscì ad emergere come giornalista e come figura di riferimento per la sua comunità, arrivando a ricoprire anche la presidenza della [[Società Dante Alighieri|locale Dante Alighieri]], del Circolo della Stampa e dell'Unione operai italiani. Rimase alla direzione della ''Patria'' sino al [[1889]], anno in cui ne vendette la proprietà all'imprenditore Angelo Sommaruga e rientrò in Italia. Nel dicembre [[1892]] gli fu affidata la direzione del quotidiano ''La Provincia di Brescia''.
 
Nel [[1896]] salpò nuovamente alla volta di Buenos Aires dove fondò il giornale ''L'Italiano''. Quattro anni dopo tornò alla direzione della ''Patria degli italiani'', quotidiano da lui stesso fondato ventisei anni prima e ormai consolidatosi come più importante testata giornalistica in lingua italiana d'Argentina. Nel maggio [[1912]] lasciò la direzione del suo giornale a Prospero Aste.