Codice (semiotica): differenze tra le versioni

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In [[semiotica]], il '''codice''' è un sistema di [[segno|segni]] teso a trasmettere [[informazione]] tra un mittente e un ricevente, per il tramite di un [[messaggio]]. La formazione del messaggio da parte del mittente si chiama "codifica". L'interpretazione del messaggio è detta "decodifica".<ref>Simone, ''Fondamenti di linguistica'', cit., p. 29.</ref> I segni di un codice possono essere noti o no, prevedibili o no. Nei codici è possibile distinguere due piani: il piano dei [[significante|significanti]], detto anche da [[Louis Trolle Hjelmslev|Hjelmslev]], "piano dell'espressione", e il piano dei [[significato|significati]], detto "piano del contenuto". La codifica consiste nell'attribuire un'espressione ad un contenuto, mentre la decodifica consiste nell'individuare un contenuto a partire da un'espressione.

Il concetto di codice definisce quindi le caratteristiche che i segni devono necessariamente avere per essere compresi.
 
==Classificazione dei codici==
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Se si prende in considerazione un altro codice, il [[sistema numerico decimale]], si vede che esso è articolato: i suoi elementi, ad esempio 1 e 3, sono indipendenti (il codice è quindi articolato) e possono essere combinati (ottenendo 13 o 31, ma anche 1113 o 3131 ecc.). La combinazione in questo codice mostra un'altra caratteristica potenziale dei codici, quello della [[posizionalità]]: non sono solo gli elementi a veicolare informazione, ma anche la loro posizione (in 13, l'elemento 3, in posizione di unità, vale meno di 1, che è in posizione di decina). Ogni elemento convoglia dunque più di un'informazione: il proprio valore intrinseco, ma anche il proprio rango.<ref name=simone32/>
 
La caratteristica centrale è quella dell'articolazione: solo i codici articolati hanno elementi combinabili e sono posizionali. I codici articolati permettono, peraltro, una grande economia di risorse: combinazione e posizionalità concorrono a formare, a partire da un numero anche ristretto di elementi, un numero virtualmente illimitato di segni.<ref name=simone34>Simone, ''Fondamenti di linguistica'', cit., p. 34.</ref>

Anche le [[lingue naturali]] sono codici: gli elementi di questo genere di codici sono [[Fono|suoni]], [[sillabe]], [[Parola|parole]] ecc. Questi elementi sono articolabili (ad esempio, la parola è scomponibile in sillabe e queste in suoni) e hanno valore differente a seconda della posizione (''Paolo ama Caterina'' ha un senso diverso rispetto a ''Caterina ama Paolo'').<ref name=simone34/>
 
====Codici con o senza ''stand-by''====
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:<math>3\cdot(4-2)+[(9\cdot8)-(7\cdot3)]</math>
In questa [[Espressione matematica|espressione]], le parentesi tonde e quadre indicano quali operazioni vanno effettuate prima delle altre e rappresentano quindi interruzioni della sequenza principale. Naturalmente, le sospensioni effettivamente sostenibili dalla notazione matematica sono molto maggiori di quelle sostenibili nelle lingue naturali.<ref name=simone35/>

I codici animali non possono mettere in ''stand-by'' i loro messaggi. La [[lingua dei segni]] ha una capacità assai ridotta di ricorrere a interruzioni e inserzioni.<ref name=simone35/>

La possibilità di interrompere i messaggi è strettamente legata alla caratteristica della articolazione, anche se esistono codici articolati privi di ''stand-by''. L'organizzazione della [[sintassi]], nelle lingue naturali, è permessa proprio dalla caratteristica di interrompere i messaggi.<ref name=simone35/>
 
===Caratteristiche dei codici secondo il contenuto===
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Tra elementi dell'espressione ed elementi del contenuto vi può essere o meno somiglianza. Ad esempio, non c'è alcuna somiglianza tra la danza delle api (che consiste in movimenti del corpo) e il contenuto veicolato (direzione e distanza del cibo). Altrettanto, non c'è alcuna somiglianza tra una vera sedia, da un lato, e, dall'altro, le parole ''chair'', ''chaise'', ''silla'' (in inglese, francese e spagnolo rispettivamente per indicare il contenuto "sedia"). I codici che non prevedono somiglianza tra espressione e contenuto sono detti arbitrari (vedi [[Arbitrarietà]]). Viceversa, i codici che prevedono un certo grado di somiglianza tra espressione e contenuto sono detti iconici (vedi [[Iconicità]]). Un esempio di segno iconico sono gli [[ideofoni]] (per esempio, la parola ''crac'' è un ideofono che rinvia ad un qualcosa che si spezza: il suono della parola ha un certo grado di somiglianza con la cosa per cui sta) o le [[onomatopee]].<ref name=simone39>Simone, ''Fondamenti di linguistica'', cit., pp. 39-42.</ref>
 
L'iconicità aiuta il ricevente nell'operazione di decodifica, mentre l'arbitrarietà gli impone di conoscere preventivamente il codice, in modo da poter associare elementi dei due piani che sono eterogenei. I codici iconici sono quindi estremamente pratici, ma i codici arbitrari sono estremamente più funzionali.<ref name=simone39/>

I codici iconici sono "chiusi", nel senso che sono vincolati ai contenuti esterni che devono veicolare, rispetto ai quali devono preservare un certo grado di somiglianza. I codici arbitrari sono invece "aperti", perché possono essere arricchiti da un numero illimitato di nuovi segni, proprio perché questi non hanno alcun rapporto particolare con i contenuti da veicolari.<ref name=simone39/>
 
Complessivamente, gradi di iconicità e arbitrarietà sono spesso compresenti nello stesso codice ed elementi che oggi risultano arbitrari avevano in passato un'elevata iconicità. Ad esempio, nella [[lingua dei segni]], il significato "avvocato" viene veicolato avvicinando indice e medio al volto, all'altezza del naso. Originariamente, questo segno rinviava al [[pince-nez]], che era ritenuto un tratto tipico degli avvocati.<ref name=simone39/>