Partito Democratico (Italia): differenze tra le versioni

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ma quali moderati dell'Unione, lo capite o no che il Pd è creato per superare in tutti i sensi il perimetro dell'attuale Unione?
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Il '''Partito Democratico''' (PD) è il progetto di un nuovo [[partito politico]] [[Italia|italiano]] di [[centro-sinistra]], la cui nascita è prevista per il [[14 ottobre]] [[2007]]. L'intento del costituendo partito è riunire i moderatiriformisti deed [[Li democratici della politica italiana all'Unione]]interno di un unico grande soggetto politico plurale, in continuità con le esperienze de [[L'Ulivo]].
 
Aderiscono al progetto, aperto alla cittadinanza:
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* il movimento '''[[Repubblicani Democratici]]''' (guidato da [[Giuseppe Ossorio]]).
 
Il progetto, che ha in [[Romano Prodi]] (attuale [[Presidente del Consiglio]]) il suo principale sostenitore ed ispiratore, prevede la costituzione di un partito unitario che unisca le cosiddette "culture riformiste italiane", cioè quella [[cristianesimo democratico|cristiano-democratica]] e [[cristianesimo sociale|sociale]], quella [[liberalismo|liberale]] e [[liberalismo sociale|liberale sociale]], quella [[socialdemocrazia|socialdemocratica]] e [[socialismo liberale|liberalsocialista]] nonché culture politiche maggiormente legate alla storia degli ultimi decenni come l'[[ambientalismo]]. Tra gli obiettivi del progetto, vi è anchee l'intenzione di un coinvolgimento maggiore della società civile e del cosiddetto "popolo delle [[elezioni primarie|primarieeurpeismo]]".
Seppur inizialmente invitati ad aderire al percorso costituente, rimangono invece fuori dal progetto l'[[Italia dei Valori]] di [[Antonio Di Pietro]] (che avendo rifiutato di sciogliere il proprio movimento è stato escluso dalle "Primarie del 14 ottobre" cui pure si era candidato), e tre soggetti politici che avevano aderito all'esperienze dell'[[Ulivo]]: i [[Socialisti Democratici Italiani]] (entrati nella [[Costituente Socialista]]), la [[Sinistra Democratica]] (ex-[[Democratici di Sinistra#Correnti_uscite_dai_DS_a_seguito_del_IV_Congresso|Sinistra-DS]]) ed il [[Partito Socialista Democratico Italiano (2004)|Partito Socialista Democratico Italiano]].
 
Il progetto, che ha in [[Romano Prodi]] (attuale [[Presidente del Consiglio]]) il suo principale sostenitore ed ispiratore, prevede la costituzione di un partito unitario che unisca le cosiddette "culture riformiste italiane", cioè quella [[cristianesimo democratico|cristiano-democratica]] e [[cristianesimo sociale|sociale]], quella [[liberalismo|liberale]] e [[liberalismo sociale|liberale sociale]], quella [[socialdemocrazia|socialdemocratica]] nonché culture politiche maggiormente legate alla storia degli ultimi decenni come l'[[ambientalismo]]. Tra gli obiettivi del progetto, vi è anche l'intenzione di un coinvolgimento maggiore della società civile e del cosiddetto "popolo delle [[elezioni primarie|primarie]]".
 
==Storia==
===Le prime proposte di un nuovo partito===
Le prime proposte riguardanti la nascita di un partito unitario dei riformisti del centrosinistra provennero da [[Michele Salvati]], economista e giornalista, e all'epoca deputato eletto nelle liste dei Democratici di Sinistra. In alcuni articoli pubblicati sui quotidiani ''[[Il Foglio]]''<ref>{{cite news|first = Michele|last = Salvati|title = Appello per il Partito Democratico|url = http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search&currentArticle=4BCL3|format = pdf|work = [[Il Foglio]]|date = [[10 aprile]] [[2003]]|page = 1|accessdate = 27-08-2007}}</ref> e ''[[la Repubblica]]''<ref>{{cite news|first = Michele|last = Salvati|title = Perché voglio il Partito democratico|url = http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search&currentArticle=4BV62|format = pdf|work = [[la Repubblica]]|page = 17|date = [[15 aprile]] [[2003]]|accessdate = 27-08-2007}}</ref> nell'[[aprile]] [[2003]], Salvati delineò un ipotetico nuovo partito, comune alle forze socialiste, liberaldemocratiche e cristiano-democratiche, in cui alcuni protagonisti della dirigenza di centrosinistra (come [[Massimo D'Alema]] e [[Franco Marini]]) decidano di porsi in secondo piano, e che abbia come linea politica un nuovo rapporto coi sindacati, col mondo dell'economia, e, tra gli scopi, quello di modificare, semplificandolo e stabilizzandolo, il quadro politico e partitico italiano.
 
Accolta con iniziale scetticismo, sia per l'attacco diretto ad alcuni dei maggiori leader di Ds e Margherita, sia per l'appartenenza di Salvati alla corrente più piccola dei Ds, quella ''liberal'', l'idea iniziale di Salvati fu sostanzialmente riproposta il [[18 luglio]], almeno in parte, da Romano Prodi, all'epoca presidente della [[Commissione Europea]].
 
===Dalla Lista Uniti nell'Ulivo al Partito Democratico===
{{vedi anche|Uniti nell'Ulivo|L'Ulivo (federazione)}}
 
[[immagine:ProdiBari.jpg|thumb|230px|Romano Prodi, tra i primi a lanciare l'idea di una lista unitaria]]
 
Il progetto vero e proprio di un partito unitario del centrosinistra nacque nell'estate del 2003, quando [[Romano Prodi]], allora Presidente della [[Commissione Europea]], lanciò e patrocinò l'idea di una lista unica in vista delle [[Elezioni europee 2004|elezioni europee del 2004]]; la proposta venne subito respinta dai partiti della sinistra radicale e vista con perplessità dall'[[Udeur]].
 
La proposta di Prodi venne invece accolta da quattro soggetti politici dell'area [[riformismo|riformista]] di quella che si sarebbe chiamata in seguito [[L'Unione]]: i [[Democratici di Sinistra]], [[La Margherita]], i [[Socialisti Democratici Italiani]] e i [[Movimento Repubblicani Europei|Repubblicani Europei]]. Nacque così la lista [[Uniti nell'Ulivo]], dalla cui esperienza deriva direttamente il progetto del PD.
 
La lista ottenne un buon risultato ed affermandosi come la lista più votata nel Paese, scelta da circa un terzo degli elettori recatisi alle urne (31,1%).
 
La lista unica venne riproposta in alcune regioni in occasione delle [[Elezioni regionali italiane del 2005|elezioni regionali del 2005]], ma il progetto si arenò per le indecisioni della Margherita nel giugno dello stesso anno, che impedirono la presentazione di una lista unica anche alle [[Elezioni politiche italiane del 2006|elezioni politiche del 2006]] (verrà presentata soltanto per la [[Camera dei Deputati]], riunendo DS, Margherita e Repubblicani Europei). I [[SDI|Socialisti Democratici Italiani]], dopo l'esperienza di Uniti nell'Ulivo, formarono nel [[2006]], con i [[Radicali Italiani]], la lista-movimento [[Rosa nel Pugno]] mentre, nel [[2007]], rifiutando gli espliciti inviti provenienti da Prodi e dai DS, intervenuti al loro [[congresso]], annunciarono di non voler aderire al costituendo PD e di volersi, invece, impegnare nella ''rifondazione'' del [[Partito Socialista Italiano]].
 
Dopo il risultato delle [[Elezioni primarie in Italia|primarie]] e dopo la vittoria dell'[[L'Unione|Unione]] alle elezioni politiche del 2006, nelle quali la lista unitaria ([[L'Ulivo]]) alla Camera prese più voti dei singoli partiti divisi al Senato, il progetto del Partito Democratico riprese vita. Ad ogni modo, sia alla Camera che al Senato presero vita i gruppi parlamentari unitari dell'Ulivo, guidati rispettivamente da [[Dario Franceschini]] e [[Anna Finocchiaro]].
 
Oltre a DS, Margherita e MRE, interessate al Partito Democratico si mostrarono, in diverse forme e condizioni, anche altre formazioni minoritarie del centrosinistra, quali [[I Socialisti]], e il [[Partito Socialista Democratico Italiano]].
 
Successivamente, molti socialisti e laici preferirono impegnarsi in progetti differenti e maggiormente legati alle culture politiche tradizionali, come la ricostituzione del vecchio [[Partito Socialista Italiano]], lamentando lo scarso senso di laicità che, a loro avviso, caratterizzerebbe i cattolici della Margherita.
 
Interessati al progetto furono anche numerosi protagonisti della società civile: tra questi i promotori di una prima [[Associazione per il Partito Democratico]] (che più tardi si unì ad altre associazioni in forma federativa), in cui vi erano esponenti del mondo della cultura, del giornalismo, dell'economia e della politica ([[Gad Lerner]], [[Fabrizio Onida]], [[Michele Salvati]], [[Riccardo Sarfatti]], ed altri).
 
===L'evoluzione del progetto e la futura nascita del partito===
Rappresentanti dei [[Democratici di sinistra]], de [[La Margherita]] e del [[Movimento Repubblicani Europei]] si incontrarono, al di fuori del loro mandato politico, il 9 e 10 ottobre 2006 in un seminario ad [[Orvieto]] per discutere dell'avanzamento del progetto del Partito Democratico: in quella sede fu ribadita la necessità di un progetto riformista unitario, pur con alcuni distinguo ed esitazioni; forti riserve permangono tuttora sia nei DS che nella Margherita.
 
Nei Democratici di Sinistra si mostrò da subito contraria al Partito Democratico la sinistra interna, il vecchio ''Correntone'', guidata da [[Fabio Mussi]] e [[Cesare Salvi]], che presentò una mozione esplicitamente dissenziente al congresso dell'aprile 2006, denominata A sinistra - Per il socialismo europeo. Una terza mozione congressuale Per un partito nuovo, democratico e socialista, fu presentata da esponenti importanti del partito, come [[Gavino Angius]], fino al 2006 capogruppo al [[Senato]], e [[Mauro Zani]], non contraria a priori al progetto di una nuova formazione politica ma estremamente critica nei confronti del metodo della discussione ed in merito ad alcune questioni ritenute fondamentali come la collocazione europea, e favorevole ad una ipotesi di federazione che non si limitasse a Ds e Margherita.
 
Nella Margherita è ancora aperto il confronto tra la corrente degli ulivisti del [[Ministro della Difesa]] [[Arturo Parisi]], e la corrente popolare rappresentata dal Presidente del Senato [[Franco Marini]], anche se la mozione unica del presidente Francesco Rutelli è stata sostenuta compattamente dal partito.
 
Nel frattempo si crearono numerose associazioni, che rivendicarono la partecipazione attiva dei cittadini, anche di quelli non iscritti ad alcun partito, alla formazione del Partito Democratico. Fra queste la Associazione per il Partito Democratico 11 febbraio 2006, una [[Federazione delle Associazioni per il Partito Democratico]] (gestita da [[Massimo Cacciari]], [[Sergio Cofferati]], [[Leopoldo Elia]], [[Virginio Rognoni]], [[Michele Salvati]], [[Riccardo Sarfatti]], ed altri), oltre a [[Libertà e Giustizia]] e all'[[Associazione della Sinistra per il Partito Democratico]] (alla quale aderirono [[Giancarla Codrignani]], [[Fabio Zanzotto]], [[Giuliano Montaldo]], [[Davide Ferrari]], [[Gregorio Scalise]] e [[Giuseppe D'Agata]]).
 
Ad ogni modo, a seguito del seminario di Orvieto tra le dirigenze dei due partiti principali, ebbero luogo, nell'aprile del 2007, i congressi nazionali di DS e Margherita (quasi parallelamente), e si stabilì il percorso che porterà alla nascita del nuovo partito nella primavera del [[2008]], attraverso un congresso unitario costituente; l'esordio alle urne dovrebbe coincidere con le [[Elezioni europee del 2009 (Italia)|elezioni europee del 2009]], o già alle amministrative del 2008.
 
====La redazione del Manifesto per il Partito Democratico====
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*la [[laicità]] è da intendere come presenza pluralista, valorizzata e attiva di diverse visioni morali e delle varie religioni;
*è da sottolineare l'importanza della difesa della [[Costituzione della Repubblica Italiana|Costituzione]], conservando i rapporti da essa previsti tra [[Stato]] e [[Chiesa]].
 
====Il 4° Congresso nazionale dei DS====
Il congresso dei DS si divise proprio sull'idea e la proposta del Partito Democratico: la mozione favorevole al nuovo percorso è quella di Piero Fassino, rieletto segretario con il 75% circa dei voti. Critici furono gli aderenti alla mozione di [[Gavino Angius]], che vollero sottolineare l'importanza del socialismo nel nuovo soggetto, e la sua necessaria adesione al PSE; nettamente contrari molti esponenti del cosiddetto ''Correntone'' guidato da [[Fabio Mussi]].
 
Nella sua relazione introduttiva, Piero Fassino introdusse le caratteristiche principali del Partito Democratico:
 
{{quote|Diamo vita al Partito Democratico non per un'esigenza dei DS o della Margherita o di un ceto politico. No. Il Partito Democratico è una necessità del Paese, serve all'Italia. Vogliamo dare vita ad un soggetto politico non moderato o centrista, bensì progressista, riformista e riformatore. Un partito che faccia incontrare i valori storici per cui la sinistra è nata e vive – libertà, democrazia, giustizia, uguaglianza, solidarietà, lavoro – con l’alfabeto del nuovo secolo: cittadinanza, diritti, laicità, innovazione, integrazione, merito, multiculturalità, pari opportunità, sicurezza, sostenibilità, sopranazionalità. E per questo dovrà essere un partito del lavoro, dello sviluppo sostenibile, della cittadinanza e dei diritti, dell'innovazione e del merito, del sapere e della conoscenza, della persona e della laicità, della democrazia e dell'autogoverno locale, dell'Europa e dell'integrazione sopranazionale, della pace e della sicurezza.<ref>Piero Fassino, [http://www.dsonline.it/gw/producer/dettaglio.aspx?ID_DOC=41042 ''Relazione introduttiva al 4° Congresso nazionale dei Democratici di Sinistra - Firenze, 19-21 aprile 2006''], documento tratto dal [http://www.dsonline.it sito ufficiale dei Democratici di Sinistra]</ref>}}
 
L'elezione alla segreteria di Piero Fassino - che nella sua relazione lanciò segnali di apertura ai critici come Angius e agli oppositori come Mussi - fu sostanzialmente l'approvazione da parte della base dei DS della creazione del nuovo soggetto politico. La contrarietà del correntone pose tuttavia problemi rispetto all'unitarietà del partito: Mussi ed il vecchio correntone annunciarono la propria uscita dai DS e la volontà di costituire un nuovo soggetto a sinistra del partito Democratico.<ref>{{cite news|title = L'addio dei Mussiani: «Non abbiamo ripensamenti»|url = http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=65290|work = [[L'Unità]]|date = [[19 aprile]] [[2007]]|accessdate = 27-08-2007}}</ref>
 
Da parte della corrente di Gavino Angius, fu chiesta una totale rielaborazione del ''Manifesto per il Partito Democratico'' (manifestando comunque, durante il congresso, disponibilità alla presenza nel gruppo dirigente che porterà i DS nel PD<ref>{{cite news|title = Terza mozione nel gruppo dirigente. Angius: spero novità|url = http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=65275|work = [[L'Unità]]|date = [[19 aprile]] [[2007]]|accessdate = 27-08-2007}}</ref>), e la certezza dell'adesione al PSE. Solo la settimana successiva l'assise congressuale, Angius deciderà di abbandonare i DS.<ref>{{cite news|title = Ds, Angius annuncia che non aderirà al Pd|url = http://today.reuters.it/news/newsArticle.aspx?type=topNews&storyID=2007-04-24T150933Z_01_DIG452389_RTRIDST_0_OITTP-ANGIUS-ADDIO.XML|work = [[Reuters]]|date = [[24 aprile]] [[2007]]}}</ref> Conseguenza di questa scissione a sinistra dei DS è la formazione del gruppo parlamentare e del movimento politico chiamato [[Sinistra Democratica|Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo]].
 
Riguardo all'appartenenza europea, Fassino, proprio nella sua relazione introduttiva, ribadì lo stretto legame col PSE dei DS e del futuro Partito Democratico.
 
La relazione di Fassino lanciò inoltre ulteriori segnali di apertura nei confronti di un eventuale nuovo interesse nel progetto da parte dello SDI.
 
====Il 2° Congresso federale della Margherita====
Anche il congresso della Margherita si svolse con l'obiettivo del Partito Democratico, e l'unica mozione presente, quella del presidente del partito Francesco Rutelli, fu favorevole.
 
Sia Rutelli sia il premier Romano Prodi, nel congresso della Margherita confermarono la distanza (seppur in alleanza) rispetto al PSE, in contrasto con la posizione assunta dai DS. Inoltre, l'assise della Margherita non presentò quei contrasti interni e quelle frizioni presentate dai DS, coerentemente con l'ispirazione unificatrice delle forze di centrosinistra che il partito di Rutelli ebbe sin dalla sua nascita come lista elettorale nel [[2001]], e come partito nel [[2002]]; proprio Rutelli concluse rivolgendosi a Fassino:
 
{{quote|Già adesso siamo lo stesso partito, parliamo lo stesso linguaggio, siamo accomunati dalle stesse priorità. [...] Da adesso dobbiamo dire noi.<ref>{{cite news|first = Claudia|last = Fusani|title = Rutelli a Fassino: «Siamo già lo stesso partito. Condividiamo parole, progetti e obiettivi»|url = http://www.repubblica.it/2007/04/sezioni/politica/congresso-margherita/terzogiorno/terzogiorno.html|work = [[la Repubblica]]|date = [[22 aprile]] [[2007]]|accessdate = 27-08-2007}}</ref>}}
 
Le uniche critiche vennero dal [[ministro della Difesa]] [[Arturo Parisi]] e [[Willer Bordon]] (già capogruppo della Margherita al senato nella [[Legislature della Repubblica Italiana/XIV Legislatura|quattordicesima legislatura]]), che chiesero lo scioglimento delle [[La_Margherita#Divisioni_correntizie|correnti interne]] in vista della nascita del PD, e dall'ex segretario del [[Partito Popolare Italiano (1994-2002)|PPI]] [[Gerardo Bianco]], che decise di abbandonare il partito.
 
==Il problema della collocazione europea e altri nodi problematici==
La collocazione europea è uno tra i principali nodi circa il Partito Democratico, per via del fatto che attualmente i [[Democratici di sinistra|DS]] fanno parte del [[Partito Socialista Europeo]] mentre [[La Margherita]] è membro fondatore del [[Partito Democratico Europeo]].
 
Tra le maggiori preoccupazioni, specularmente delle minoranze diessine e dell'ala popolare della Margherita, è l'idea di rinuncia delle proprie identità storiche in un progetto che non rappresenterebbe una sintesi, bensì o un compromesso al ribasso che porterebbe a un partito senza identità, oppure la fagocitazione da parte di una cultura politica storicamente diversa.
In specie, i diessini [[Valdo Spini]] e [[Gavino Angius]], nonostante non facciano parte delle correnti di sinistra dei [[Democratici di sinistra|DS]], hanno più volte espresso le loro perplessità sul Partito Democratico a causa proprio del fatto che potrebbe non collocarsi nel [[Partito Socialista Europeo|PSE]].
A tal proposito, il [[Partito Socialista Europeo|PSE]], nel recente congresso tenutosi a [[Porto]], con una modifica del proprio [[Statuto]], definendosi come forza politica aperta a tutti i partiti europei "di ispirazione socialista, progressista e democratica" ha prospettato la possibilità di un allargamento a partiti e movimenti progressisti che non provengono necessariamente dallo storico campo delle sinistre europee; modifica considerata come un'apertura ai problemi avanzati dalla [[Margherita]] in [[Italia]], che però ha mostrato di non cambiare il suo atteggiamento di chiusura verso un ingresso nel PSE, nemmeno dopo questa modifica. Il contrasto tra DS e Margherita sulla collocazione internazionale prosegue anche durante la stagione dei congressi che dovrebbe sancire lo scioglimento dei due soggetti politici e la creazione del Partito Democratico: Rutelli e Prodi propongono l'alleanza col PSE, Fassino sostanzialmente chiede l'adesione al PSE e all'[[Internazionale Socialista]], dopo le aperture del congresso di Porto e alla luce della presenza di numerosi partiti non espressamente socialisti nei ranghi dell'Internazionale Socialista, e della collaborazione di questa e del suo presidente [[George Andreas Papandreu|George Papandreu]] con altri soggetti politici come il [[Partito del Congresso Indiano]], il [[Partito dei Lavoratori (Brasile)|Partito dei Lavoratori]] [[Brasile|brasiliano]] e il [[Partito Democratico (USA)|Partito Democratico]] [[Stati Uniti d'America|americano]].
 
Altro tema caldo è la laicità del partito e, in rapporto al dibattito politico contingente, l'approvazione del [[disegno di legge]] del governo sui [[DICO|DiCo]] (ma non solo), con profondi contrasti tra la cosiddetta ala ''[[teodem]]'' della Margherita e il resto del partito e dei DS.
 
==Comitato promotore "14 ottobre"==