Programma Vostok: differenze tra le versioni
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{{F|missioni spaziali|ottobre 2020}}[[File:Vostok spacecraft.jpg|thumb|Modello di navicella Vostok]]
Il '''Programma Vostok''' (
* [[Sputnik 4]] (Korabl''-Sputnik 1)
* [[Sputnik 5]] (Korabl''-Sputnik 2)
* [[Sputnik 6]] (Korabl''-Sputnik 3)
* [[Sputnik 9]] (Korabl''-Sputnik 4)
* [[Sputnik 10]] (Korabl''-Sputnik 5)
Negli anni dal [[1961]] al [[1963]] furono eseguite sei missioni equipaggiate. Il 12 aprile 1961, Jurij Gagarin divenne il primo essere umano a volare nello spazio a bordo della Vostok 1. [[Valentina Tereškova]], volando a bordo di Vostok 6 il 16 giugno 1963, fu la prima donna a raggiungere lo spazio. Ogni singola missione equipaggiata di questo programma rappresentò il raggiungimento di un importante traguardo nell'esplorazione spaziale:
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Circa allo stesso momento del completamento della ''elettrica analoga'', si iniziò con una fase intensa di test, a cui seguirono le esercitazioni d'atterraggio della capsula Vostok. Al contrario degli Stati Uniti, l'Unione Sovietica poté guadagnare parecchi mesi a causa della forma sferica della capsula: la [[NASA]] doveva ancora analizzare la reazione in volo della capsula impegnata nel [[programma Mercury]] a causa della sua forma conica, mentre era già conosciuta per velivoli sferici che volano e atterrano balisticamente. Contemporaneamente i tecnici sovietici poterono effettuare diverse simulazioni con catapulta per analizzare la sequenza di atterraggio. Infatti tale fase di missione, assieme alla fase di lancio, fu tra le più rischiose di tutto il programma. A gennaio del [[1960]] furono eseguiti più lanci di test del lanciatore Vostok - con una traiettoria da Bajkonur a [[Kamčatka]] - che consentirono di effettuare il rientro balistico della capsula, di collaudarne lo scudo termico e controllarne la procedura di rientro in condizioni reali. Purtroppo non esistono registrazioni esatte in riferimento al numero e all'andamento dei test eseguiti durante quelle settimane.
La capsula Vostok superò l’''esame di maturità'' il 15 maggio [[1960]], quando fu lanciata una capsula semplificata Vostok priva di equipaggio (una Vostok 1P, ''prostjeschij:'' in italiano: ''semplice'') ufficialmente denominata Korabl' 1 (nel mondo occidentale erroneamente chiamato [[Sputnik 4]]) su una traiettoria d'orbita terrestre. Il lancio riuscì alla perfezione ma la capsula non rientrò in atmosfera come previsto. Solo 2 anni e 113 giorni più tardi si spegnerà lentamente bruciando durante il suo rientro ''naturale'' in atmosfera.
Al contrario della variante in uso successivamente, la Korabl' 1 somigliava piuttosto al satellite artificiale Zenit dotato di due [[pannello fotovoltaico|pannelli fotovoltaici]], però privo di strumenti di sopravvivenza o di sistemi d'atterraggio. Inoltre, si dovettero constatare enormi problemi con il sistema di collegamento via radio, fatto che causò l'insoddisfazione di tutto il personale coinvolto. I tecnici avevano tentato di inviare dei messaggi via radio da terra alla capsula, nonché successivamente farli trasmettere automaticamente dalla capsula verso il centro di controllo a terra. Il 19 maggio fu eseguito il primo test dell'azionamento dei retrorazzi frenanti del tipo TDU, simulando quindi un'ulteriore fase fondamentale, ma ad alto rischio, della missione. A causa del malfunzionamento di un sensore a raggi infrarossi, Korabl' 1 si posizionò erroneamente, tanto che non venne attivata la fase di rientro, bensì la navicella spaziale venne portata su una traiettoria d'orbita più alta. Successivamente la capsula e la parte contenente i vari strumenti e sistemi di bordo, si distrusse durante la fase di rientro in atmosfera.
Il programma fu rallentato dall'incidente intercorso il 28 luglio dello stesso anno, quando una capsula completamente equipaggiata e pressoché identica alla versione successivamente utilizzata (denominata Vostok 1, 1KA) con, a bordo, i due cani Bars e Lisička, esplose circa 19 secondi dopo il lancio, schiantandosi nelle immediate vicinanze del cosmodromo.
Ovviamente tale lancio fallito non fu reso noto al pubblico, bensì si effettuò una ripetizione del lancio neanche un mese più tardi (per la precisione il 19 agosto). La capsula denominata Korabl' 2 (anche questa erroneamente considerata dal mondo occidentale come [[Sputnik 5]]) con, a bordo, i due cani Belka e Strelka, nonché da due ratti e quaranta topi, raggiunse perfettamente la traiettoria d'orbita prevista. Il 20 agosto, effettuate ben 10 orbite terrestri, avvenne l'atterraggio sicuro della capsula nei pressi della località di [[Orsk]]. Gli animali che si trovavano a bordo vennero catapultati dall'abitacolo della capsula e furono sottoposti a un'accelerazione pari a circa 10 g. Ciò nonostante sopravvissero e pertanto si poté considerare che l'insieme R-7/blocco E/Vostok avesse raggiunto l'affidabilità richiesta per un volo equipaggiato dal primo essere umano destinato a volare nello spazio. Gli americani, che ovviamente stavano spiando la rapida evoluzione sovietica, dovettero cominciare a preoccuparsi, dato che i risultati fino a tale momento raggiunti dal programma Mercury erano meno che insoddisfacenti.
Nell'agosto del 1960 furono definiti ulteriori dettagli per le successive missioni, eseguite ancora senza equipaggio. Furono, infatti, effettuate varie modifiche nel design della capsula, inserite semplificazioni e ottenuti risparmi della massa. Furono inoltre discussi e decisi diversi dettagli del sistema di salvataggio e della tuta spaziale SK-1. Un gruppo di influenti personalità dell'esplorazione spaziale sovietica (tra cui spiccano Korolëv, il responsabile delle truppe di missili strategici [[Mitrofan Nedelin]], il vicepresidente del consiglio dei ministri [[Dmitrij Ustinov]] nonché il vicepresidente dell'accademia delle scienze dell'Unione Sovietica [[Mstislav Keldyš]]) il 19 settembre sottopose al comitato centrale del Partito Comunista dell'Unione Sovietica la proposta di spostare la data per il primo volo nello spazio equipaggiato da un essere umano per il dicembre dello stesso anno. L'approvazione di tale proposta da parte del Comitato centrale e del consiglio dei ministri seguì l'11 ottobre e diede il via libera per il primo volo nello spazio di un essere umano.
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Il fatto che comunque fu decisivo per l'ulteriore spostamento del termine fu notevolmente più grave. Il 24 ottobre un missile intercontinentale del tipo R-16, allora la nuovissima invenzione dell'impianto di produzione OKB Jangel, [[Catastrofe di Nedelin|esplose sulla rampa di lancio del cosmodromo di Bajkonur]]. L'inferno causò la morte di oltre 200 dipendenti, tra cui i maggiori esponenti e specialisti della tecnica spaziale, primo fra tutti il responsabile delle truppe di missili strategici, il maggiore generale Nedelin, uno dei maggiori sostenitori di tutto il programma spaziale. Non solo la sua morte, ma la perdita di tutto il personale creò un vuoto che dovette essere colmato il più in fretta possibile.
Per motivi di sicurezza venne dunque deciso di inserire due ulteriori missioni prive di equipaggio, entrambe programmate per dicembre. La prima delle due fu Korabl' 3 (ancora erroneamente chiamata [[Sputnik 6]] da parte del mondo occidentale), lanciata il 1º dicembre. Durante questa missione vennero trasportati, fra l'altro, i due cani Pčëlka e Muška. Però il congegno propulsore TDU-1, nuovamente, non funzionò alla perfezione, pertanto, la traiettoria di rientro fu notevolmente troppo piana. Esistono due diverse versioni sul destino della capsula. La prima sostiene che la capsula atterrò dopo 17 orbite terrestri nelle acque dell'Oceano Pacifico, ma non venne mai recuperata a causa dell'incertezza sulla posizione esatta di tale ammaraggio. La seconda versione sostiene che la capsula fu distrutta da cariche esplosive onde evitare di cadere in mani straniere. Accertato rimane solo il fatto che i due cagnolini morirono e la capsula non fu mai recuperata. Inoltre tale missione fornì delle importanti certezze: in caso di una missione equipaggiata da cosmonauti, la capsula sarebbe stata in grado di atterrare anche senza l'ausilio del congegno propulsore, dato che volava su una traiettoria d'orbita ellittica e pertanto il suo rientro in atmosfera sarebbe avvenuto in maniera ''naturale'' dopo alcuni giorni di volo. Dall'altra parte ciò avrebbe significato l'incontrollabilità del luogo d'atterraggio. Infatti non venne mai preso in considerazione un atterraggio in mare dato che un rientro a terra all'estero (comunque in terra non comunista) sarebbe stato valutato come catastrofico dal punto di vista propagandistico. Si doveva quindi perfezionare il congegno propulsore TDU-1 onde superare tali difficoltà e, in particolar modo, per garantire assolutamente l'atterraggio sicuro e il veloce recupero del cosmonauta. Fu evidentemente chiaro che si dovessero attendere alcuni mesi del [[1961]] prima di poter lanciare il primo uomo nello spazio.
Seguì la missione Korabl' 4, anch'essa a suo modo infelice. Infatti, durante il lancio avvenuto il 22 dicembre uno dei congegni propulsori del lanciatore Vostok non bruciò per tutta la durata prevista. A causa di questa perdita di spinta, la capsula non poté raggiungere la traiettoria d'orbita prevista e, perciò, la missione dovette essere immediatamente interrotta, staccando la capsula dal razzo vettore per farla atterrare nell'est della Siberia. I due cagnolini Damka e Krasavka che si trovavano a bordo della capsula, sopravvissero all'atterraggio d'emergenza, nonostante il violento impatto a terra, ma perirono all'interno della capsula, dato che il recupero della stessa richiese oltre due giorni. A causa del fallimento la missione non venne più denominata Korabl' 4, ma Vostok 1KA-s/n 4.
L'inconveniente di questo lancio diede fondati motivi di preoccupazione, dato che il primo volo nello spazio di un essere umano doveva a ogni costo concludersi con successo. La morte di un cosmonauta sarebbe automaticamente stata la fine di tutti i successivi programmi spaziali sovietici, pertanto, per minimizzare i rischi, la capsula fu nuovamente modificata, cambiando ufficialmente denominazione: 3KA. Tra i vari interventi fu aumentato lo strato di cemento amianto dello scudo termico, inizialmente con uno spessore di 3 cm, portandolo a un totale di 13 cm. Inoltre venne ridotta la durata della prima missione, prevedendo una sola orbita (cioè un totale di circa 90 minuti) e non più 17 orbite - in pratica a una missione della durata di un giorno intero. Nel frattempo furono gli americani ad annunciare ufficialmente il loro primo volo suborbitale per il 28 aprile [[1961]]. Da tale annuncio fu il partito stesso a premere con assoluta insistenza sulla realizzazione dei progetti prima di tale termine.
Per eseguire alcuni test finali, vennero costruiti degli appositi manichini, chiamati ''Space Dummies'', cioè bambole della dimensione e del peso di un uomo, che avrebbero conferito al sistema Vostok il sigillo di ''Space Proof'' (provato/idoneo per lo spazio). Durante il volo di Korabl' 4, eseguito il 9 marzo 1961 e che durò circa un'ora e mezzo e che in occidente venne denominato [[Sputnik 9]], tutto procedette come previsto e sia il cane Černuška come pure il manichino che si trovava a bordo della capsula usata per questa missione poterono essere recuperati incolumi dopo il loro atterraggio. Al lancio di Korabl' 5 eseguito il 25 marzo e conosciuto in occidente come [[Sputnik 10]], assisterono i sei candidati per la prima missione presenti al [[cosmodromo di Bajkonur]]. In questa missione erano a bordo il cane Zvëzdoška e il manichino chiamato "Ivan Ivanovič n. 2". L'atterraggio avvenuto a circa 80 km da [[Iževsk]] riuscì da manuale.
Con questi test finali i costruttori poterono dare il loro benestare al procedere del programma e già il successivo volo, programmato per l'inizio di aprile, sarebbe stato eseguito con equipaggio umano.
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* {{cita web|http://www.russianspaceweb.com/spacecraft_manned_first.html|Russia's early manned space flight projects|lingua=en}}
* {{cita web|http://www.raumfahrer.net/raumfahrt/bemannt/projekt_wostok.shtml|Fonte base di questo articolo|lingua=de}}
{{Programma spaziale sovietico}}
{{Navigazione Vostok}}
{{Portale|astronautica}}
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