Sei suites per violoncello solo: differenze tra le versioni

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Interpretazioni e prassi esecutive: l'osservazione dell'IP in dicembre 2019 è corretta
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Alcune interpretazioni operate da Casals sulle suites furono successivamente supportate dalla ricerca filologica. È un caso presente in molte danze delle suites, come lo [[staccato]] nella [[Corrente (danza)|corrente]] della III suite<ref>{{Cita|David Blum|p. 145|blum}}.</ref>. Sulle danze, Casals riteneva che si dovessero suonare col più colore possibile; secondo lui, il naturale carattere ritmico che avrebbero in quanto danze non era da intendersi come un formalismo figurativo ma letteralmente.<ref name=casals /> Questa impostazione, criticata dalla prassi esecutiva tecnicista predominante all'inizio del XX secolo, venne invece considerata corretta ed adottata dalle esecuzioni storicamente informate, come in quella di [[Anner Bijlsma]]. In ogni caso, benché si raffrontino nell'esecuzione di Casals degli elementi successivamente ritenuti filologici, la sua impostazione, che ricerca la maggior espressività possibile, è metodologicamente distante da un'esecuzione storicamente informata poiché considera prioritaria l'espressività delle suites rispetto all'aderenza alla filologia.
 
Per contro, le esecuzioni storicamente informate si basano su una ricerca musicologica che attinge direttamente allo studio delle fonti note cercando di riprodurre le suites nella maniera in cui Bach intendeva che fossero suonate e non nella maniera considerata esteticamente migliore, secondo la prassi della [[musica antica]]. Benché [[Nikolaus Harnoncourt]] avesse registrato le suites nel [[1965]] con un [[violoncello piccolo]] cercando di applicare una lettura [[filologia|filologica]] alla musica, la prima e principale registrazione storicamente informata viene considerata quella di [[Anner Bijlsma]] nel 1979, in cui per la prima volta fu utilizzato in una registrazione il [[violoncello piccolo]] per la sesta suite. Bijlsma ha scritto ''Bach, The Fencing Master''<ref name=bylsma/>, testo in cui spiega le ragioni che lo hanno portato ad adottare certe scelte nell'esecuzione in ragione dell'approccio filologico a queste opere.
 
In ogni caso, dagli ultimi decenni del XX secolo, numerosi violoncellisti spesso oscillano nelle loro esecuzioni fra tutti questi diversi approcci e in molti casi ciò è dovuto a una tendenza a sperimentare sempre nuove interpretazioni delle suites, sia dal punto di vista tecnico, sia espressivo, unendo sia elementi propri delle esecuzioni storicamente informate sia elementi originali e del tutto creativi, che talvolta si differenziano fondamentalmente dalle interpretazioni precedenti, come [[Mario Brunello]] che, nella sua ultima registrazione, sviluppa un colpo d'arco atto a riprodurre il suono della [[dulciana]] nel preludio della seconda suite<ref name=intervistabrunello/>, la quale invece secondo Casals avrebbe un carattere malinconico. Contemporaneamente altri esecutori aderiscono completamente ad una prassi esecutiva "romantica", scettici sulla determinatezza di un'esecuzione filologica delle suites, come [[Mischa Maisky]]<ref>[http://www.gothicnetwork.org/articoli/mischa-maisky-accademia-filarmonica-avvolgente-virtuosismo-violoncello-bach Mischa Maisky all&#039;Accademia Filarmonica Romana. L&#039;avvolgente virtuosismo del violoncello di Bach | gothicNetwork.org].</ref>.