PH1350: differenze tra le versioni

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== Il problema dell'ossigeno ==
Il vero e principale problema del progetto PH fu la misurazione dell'ossigeno iniettato rispetto a quello residuo contenuto nello scarico. Dapprima con un approccio ad ultrasuoni e successivamente utilizzando sonde misuratrici d'ossigeno a membrana della IL (USA), si arrivò, per mezzo di modifiche ad una sonda industriale [[Westinghouse Electric|Westinghouse]] (realizzate dal tecnico progettista Libero Formisani), ad avere un'analisi in tempo reale dei gas che permetteva variazioni di velocità , percentuale d'iniezione e controllo di potenza. Il controllore PID fu realizzato progettualmente dal prof. Sergio Cavaliere e dal prof. Augusto Piccialli, dell'[[università di Napoli]] e montato come prototipo dallo stesso Formisani.
Tre le indicazioni di ingresso: [[Giri al minuto|numero di giri]], mediante [[dinamo]] tachimetrica, % di O2 mediante sonda Westinghouse (è ora la famosa sonda lambda che equipaggia tutte le vetture), posizione dell'acceleratore ([[pompa]] elettrica per gasolio American [[Robert Bosch (azienda)|Bosch]]), mentre l'uscita regolava con una valvola micrometrica l'erogazione dell'ossigeno.
 
== Il team di lavoro ==
Il gruppo di ricerca avanzata creato a Gaeta con la Maritalia fu dapprima coordinato dal C.te Veniero di Marzio, ex MM e comandante sommergibilista, e successivamente dal dott. Sergio Carlini, che sfruttò le sue capacità manageriali acquisite in Micoperi e nella collegata Sub SEA Oil Services (SSOS) per dirigere gli impiegati tecnici Franco Varriale ([[elettrotecnica]]), Libero Formisani ([[elettronica]]), Michele Corrente ([[meccanica]] ed [[oleodinamica]]), Salvatore Tucci (tubazioni gas e carpenteria), Bambino Stefano Ciccone (saldature certificate in tutti i sistemi), Damiano Piselli (tornitura e carpenteria metallica), Pasquale Mitrano (tornitura e fresatura) ed altri operai.
 
Il team si trovò ad inventare letteralmente parti non in commercio, e a modificare le tipologie di impianti per adattarle al lavoro subacqueo, come l'impianto elettrico di bordo realizzato da F. Varriale secondo scelte proprie solo all'avionica (conduttori speciali antifiamma rendevano l'impianto operativo al limite fino a 200 gradi temperatura), nonché ad introdurre nuovi concetti sulla combustione (ad esempio camere di turbolenza realizzate sul cielo dei pistoni da parte di M. Corrente, che aumentarono la resa del motore di diversi cavalli).