Insieme a [[Salvatore Giuliano]] di [[Montelepre]] ed a Vincenzo Stimoli di [[Adrano]] fu uno dei "grandi" banditi siciliani del periodo tra gli ultimi anni del [[secondo conflitto mondiale]] e l'immediato [[dopoguerra]].
La banda di Giuseppe Dottore, operò a Centuripe (Enna) dal 1944 al 1946 e, almeno nella sua prima fase, ebbe una forte connotazione ''politica''. {{citazione|Dottore si definisce «representanti del popolo» e si firma «il bandito politico» in una lettera al sindaco che accusa di affamare il popolo (Nicolosi 1976, p. 160). I componenti della banda si dicono comunisti, e praticano estorsioni e rapine come forme di “esproprio proletario”.|Umberto Santino<ref>[http://www.memoria.san.beniculturali.it/c/document_library/get_file?uuid=89ef1c09-3790-45bf-a960-6ad9bf17935c&groupId=11601 Il banditismo in Sicilia nel Secondo dopoguerra]</ref>}}
La banda di Giuseppe Dottore, operò a Centuripe (Enna) dal 1944 al
1946 e, almeno nella sua prima fase, ebbe una forte connotazione ''politica''. {{citazione|Dottore si definisce «representanti del popolo» e si firma «il bandito politico» in una lettera al sindaco che accusa di affamare il popolo (Nicolosi 1976,
p. 160). I componenti della banda si dicono comunisti, e praticano estorsioni e
rapine come forme di “esproprio proletario”.|Umberto Santino<ref>[http://www.memoria.san.beniculturali.it/c/document_library/get_file?uuid=89ef1c09-3790-45bf-a960-6ad9bf17935c&groupId=11601 Il banditismo in Sicilia nel Secondo dopoguerra]</ref>}}
La banda , secondo i rapporti delle forze dell'ordine, sin dall'inizio contava di 34 elementi solo apparentemente scissi in due tronconi per far assumere al Dottore assunse la figura del brigante gentiluomo che nelle estorsioni mediava le richieste rispetto ai membri della banda più intransigente.<ref>[https://books.google.it/books?id=OFoiAgAAQBAJ&pg=PT33&lpg=PT33&dq=giuseppe+dottore+centuripe&source=bl&ots=6jeOBKZc6l&sig=6Zt46OH_RQmruytyMRc3eClpqJE&hl=it&sa=X&ei=D_aaVMOwHq-y7Qa_24GoBg&ved=0CEoQ6AEwBw#v=onepage&q=giuseppe%20dottore%20centuripe&f=false]</ref>
In un secondo momento, però la componente ''politica'' venne a mancare e continuò l'aspetto di puro ''banditismo''.
Vengono imputati alla banda ''Dottore'' l'uccisione dell'agente Attilio La Gatta (26 febbraio 1945), del vicebrigadiere Iffrido Mangione e dei Carabinieri Francesco Giuffrida e Giovanni Goffredo (22 marzo 1946).
Attilio La Gatta (26 febbraio 1945), del vicebrigadiere Iffrido Mangione e dei
Carabinieri Francesco Giuffrida e Giovanni Goffredo (22 marzo 1946).
La morte del Dottore avvenne nel suo paese natale il 6 agosto 1946 per mano di un probabile confidente dei Carabinieri.
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