[[File:Beretta M1938.jpg|thumb|left|Mitra [[Beretta MAB 38]]]]
Contemporaneamente gli ingenieriingegneri [[italia]]ni (e presto anche [[Ungheria|ungheresi]], [[Cecoslovacchia|cecoslovacchi]] e di altre nazionalità) facevano un percorso inverso e cercavano di produrre una pistola mitragliatrice che, pur impiegando il normale munizionamento da 9 mm, avesse una gittata superiore a quella di una normale pistola mitragliatrice. Il risultato, derivato dalla mitragliatrice [[Villar Perosa (pistola mitragliatrice)|Villar Perosa]] (detta "pernacchia") furono la [[OVP (pistola mitragliatrice)|OVP]] e (con il contributo di Cei-Rigotti) il [[Beretta MAB 18]], la prima pistola mitragliatrice (e anche una delle poche) dotata di selettore automatico. Anche se il [[Beretta MAB 18/30]] e i suoi successori (come il [[Beretta MAB 38]] della seconda guerra mondiale) sono definiti moschetti automatici, sono però da considerarsi delle pistole mitragliatrici particolarmente pesanti, chiamati comunemente [[mitra (arma)|mitra]], e non degli antenati diretti del fucile d'assalto o dei fucili d'assalto primitivi. Un discorso molto simile vale anche per la pistola mitragliatrice/fucile mitragliatore [[Thompson (mitra)|Thompson Mod. 1919]], armata con il potente calibro di pistola [[.45 ACP]] oppure con il [[9 × 19 mm Parabellum]] e il [[9 × 21 mm IMI]]; in alcune versioni essa aveva fino a 250 metri di gittata utile (ma in genere si fermava a 50 m), anche se solo in automatico.
Nessuna di queste armi conteneva tutte le innovazioni necessarie per definire un fucile come "fucile d'assalto", ma esse fecero accumulare una serie di idee, che avrebbero poi permesso la creazione dei "veri" fucili d'assalto. Anche se il Fedorov Avtomat era molto simile a quello che deve essere un "vero" fucile d'assalto, esso non riuscì a imporsi; fu prodotto, a seconda delle fonti, in 3 200 o 24 000 esemplari (in buona parte perduti durante la [[guerra civile russa]]), anche perché piuttosto costoso.