Scipio Slataper: differenze tra le versioni
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''[[Il mio Carso]]'', pubblicato nella ''Libreria'' ''della Voce'' nel [[1912]], è la sua opera più importante, l'unico romanzo della sua breve carriera interrotta prematuramente dalla guerra: è un'autobiografia spirituale di tono accesamente lirico, che attesta il cammino compiuto dallo scrittore dall'esaltazione dell'io alla crisi provocata in lui dal dolore per il suicidio dell'amata Anna Pulitzer, che lo spinge a intuire la necessità di una legge morale più profonda per la propria vita. Nel [[1921]] l'opera fu tradotta in francese da [[Benjamin Crémieux]].<ref>riedito nel 2011 [[Mursia]] ISBN 978-88-425-4734-1</ref>
Va sicuramente menzionata la tesi di laurea di Slataper su [[Ibsen]], scritta nel 1912 e che fu da lui successivamente rimaneggiata per essere data alle stampe; uscì postuma nel [[1916]]. Questo studio si configura come un'analisi di tutto l'itinerario della vita e della produzione dello scrittore norvegese. Pur rifacendosi a critici di area austriaca e tedesca (un esempio evidente e confessato è quello dell'opera del [[Otto Weininger|Weininger]], che è alla base dell'interpretazione slataperiana del ''[[Peer Gynt]]''), Slataper riesce a proporre tesi originali e innovative che rendono a tutt'oggi il suo studio una tappa fondamentale per chi vuole occuparsi di Ibsen.
Infine, bisogna ricordare le lettere ''[[Alle tre amiche]]'', che nelle intenzioni di Slataper avrebbero dovute essere la base per un nuovo romanzo, il seguito de ''[[Il mio Carso]]''. Furono pubblicate postume dall'amico [[Giani Stuparich]].
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