Plasticità (fisica): differenze tra le versioni

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e riferendosi essenzialmente a processi di carico che non comportino ritorni in fase elastica di parti della struttura precedentemente plasticizzate. In tal modo il problema elasto-plastico veniva trattato come una sorta di problema elastico nonlineare.
 
Più recentemente una teoria diversa si è imposta nel panorama degli studi meccanici della plasticità. Essa, nota come ''Flow theory'' o ''Teoria incrementale della plasticità'', è essenzialmente legata ai nomi di Melan, Prager (1930-40), Hodge, Hill, Drucker, Budiansky, [[Warner T.Tjardus Koiter|Koiter]] (1950-60), Maier, Mandel (1960-70). Tale teoria riflette un punto di vista incrementale, studia cioè le relazioni tra gli incrementi infinitesimi di carico <math>\mathbf{\dot{p}}</math> e i corrispondenti incrementi della soluzione in termini di tensioni, deformazioni e spostamenti <math>(\mathbf{\dot{\sigma}},\mathbf{\dot{\varepsilon}},\mathbf{\dot{u}})</math>, nota la situazione preesistente in termini di carico, deformazioni e tensioni. Tale approccio si è rivelato più significativo ed efficace nel cogliere la natura anolonoma del comportamento elasto-plastico.
 
== Materiali martensitici ==