San Calocero al Monte: differenze tra le versioni

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'''San Calocero al Monte''' è un complesso archeologico del I sec. d.C. sito in [[Albenga]] e dedicato al culto di [[Calogero di Brescia|San Calocero]]. Il complesso monastico fu attivo dal I al XVI secolo per poi essere dismesso e traferito [[Centro storico di Albenga|dentro le mura cittadine]]. Il complesso venne rinvenuto e studiato da [[Nino Lamboglia]] in più scavi a partire dagli anni '30 del XX secolo.
 
E'È situato alle pendici settentrionali del Monte di San Martino o Monte Bignone, nel sub urbio dell'antica [[Storia di Albenga|Albingaunum]] in una zona ricca di presenze archeologiche di età romana. In questo complesso sono stati rinvenuti dei ritrovamenti epigrafici di grande rilievo, oltre che una descrizione del XV secolo delle epigrafi che qui erano presenti.
 
Agli scavi archeologici hanno preso parte l'[[Istituto internazionale di studi liguri]], il [[Ministero per i beni e le attività culturali]], il [[Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana]] e l'[[Ecole Francaise de Rome]].<ref>{{cita web|url=http://www.comune.albenga.sv.it/servizi/Menu/dinamica.aspx?idSezione=152&idArea=153&idCat=3142&ID=4626&TipoElemento=pagina|titolo=San Calocero|accesso=31/10/2020}}</ref>
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Secondo la tradizione, il complesso venne eretto sulla tomba di [[Calogero di Brescia|San Calocero]] che mantenne il corpo finché non venne trasferito nel centro cittadino, è l’unico santurario martiriale ligure<ref name=archeomedia>{{cita web|url=https://www.archeomedia.net/albenga-sv-area-archeologica-di-san-calocero/|titolo= Area archologica di San Calocero|accesso=31/10/2020}}</ref>. Nella [[Bibliotheca hagiographica latina|BHL]] 2837 e 2838 si fa riferimento alla figura del santo presente ''in Albenganense oppido'' che fu decapitato e il suo corpo dispensava beneficio ai fedeli. Anche se ci sono vari riferimenti alle spoglie sottratte al monastero e portate in altri posti, non si ha nessuna certezza, solo un'epigrafe che secondo il [[Nino Lamboglia|Lamboglia]] sarebbe stata un [[ciborio]], cioè un elemento decorativo posto in sommità di una tomba santorale, ritrovata in [[Palazzo Peloso Cepolla]], nello stesso stile di elementi trovati durante gli scavi, che ci conferma della presenza della tomba del santo.
 
== Storia ==
Dagli scavi effettuati è emerso un numero considerevole di ceramiche e materiale vario di epoca romana, apparentemente dovuto alla presenza di una necropoli in epoca romana, probabilmente nei paraggi passava l'antica [[Via Julia Augusta]]. I terrazzamenti presenti di epoca romana indicano la presenza dell'uomo e la conseguente realizzazione dei sepolcri. Il monastero venne fondato sulla tomba di [[San Calocero]], morto decapitato presumibilmente nel 304, in un luogo dove secondo la tradizione venivano dispensati miracoli dal corpo del Santo. L'epoca era quelle delle massime persecuzione di [[Diocleziano]] contro i cristiani, ed era difficile per una comunità ritrovarsi unita e fare le proprie cerimonie funebri, soprattutto con i delegati Imperiali che dovevano accertarsi che ciò non succedeva, con una popolo cristiano emarginato dai cittadini. Quindi trovarsi a seppellire, a termine di un processo infamante e un'uccisione altrettanto infamante il corpo di un defunto ''ingombrante'', potesse essere considerato con una forte ostilità da parte dei magistrati e della comunità cittadina, allineata con quella che era la filosofia generale dell'epoca e le divinità pagane. Pertanto è presumibile che Calocero fosse stato sepolto in un luogo marginale, defilato del suburbio, vicino a necropoli attive, oppure nel margine del terreno di qualche benestante simpatizzante o già convertito al culto cristiano, com'era prassi ben documentata nel III secolo. E'È anche normale che laddove sia stata dispiegata una prima tomba ci siano di conseguenza altre tombe e anche la generazione di necropoli e quindi di basiliche, come è successo ai Martiri della Magliana o sulla tomba di San Pietro. Nel nostro caso non si ha ampio uso in epoca paleocristiana, ma dal ritrovamento di vari monili e altro materiale si può dire che erano presenti delle tombe, forse anche distrutte per usare il materiale ivi contenuto dai primi cristiani che non accettavano la cerimonia funebre pagana. E'È quindi questo il primo insediamento cristiano di questa zona, una necropoli di cui non abbiamo certezze ne della dimensione ne dell'uso.
 
I primi ritrovamenti sono del I sec. d.C. con un vero insediamento di strutture del III sec. d.C. e la realizzazione di un monastero solo nel V-VI secolo. Altri ampiamenti e modifiche vennero realizzate nel corso dei secoli fino al 1593 quando le [[Monache clarisse]] si trasferirono nel quartiere di Sant'Eulalia nell'attuale Ospedale Vecchio. L'area il monastero vennero acquistate 1607 dalla famiglia Cepolla. Nel 1934 [[Nino Lamboglia]] eseguì i primi scavi, e in altre fasi durante il corso del XX secolo e dei decenni successivi. L'area è diventata comodamente visitabile e fruibile a partire del 2008.
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== Sistemazione per le visite ==
Negli anni '80 vennero realizzati i primi parziali lavori di ricostruzione e sistemazione delle aree condotte dall'architetto Giorgio Rosati dell'Ufficio Tecnico della Soprintendenza della Liguria. Nel 2000 sono stati realizzati i lavori di sistemazione e allontanamento delle acque meteoriche; ma solo nel 2001 sono iniziati i percorsi per permettere l'accesso alla zona della cripta con un percorso di accesso realizzato in profilato metallico e grigliati, che sono stati progettati nel 2003 e dopo varie vicissitudini portati a termine nel 2008. L'intervento ha portato a rendere l'area completamente fruibile andando a realizzare un primo approccio per portare l'area a essere più organizzata anche nel contesto dei beni archeologici presenti sul Monte Bignone. Esiste attualmente un percorso a vista dall'entrata del sito sul lato est che porta il visitatore attraverso la navata centrale della chiesa all'area in acciottolato posta sul fronte della stessa e mediante una scala, fino al prato superiore nella zona sud. Gli interventi sono stati il più possibile limitati realizzando piccoli interventi di carattere murario o con delle basi in conglomerato cementizio.
 
== Scavi archeologici ==
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Nel 2014 una campagna di scavi condotta dal professor Philippe Pergola del [[Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana]] e finanziato dalla [[Nino Lamboglia#Fondazione Nino Lamboglia|Fondazione Nino Lamboglia]] (che si avvale di un finanziamento di Stanleybet per la cultura), portò alla luce uno scheletro che fece scalpore; venne rinvenuto un corpo del XIV secolo di una ragazza di circa 13 anni, alta 1,48 m e sepolta a testa in giù; un tempo tale sepoltura veniva riservata alle persone ritenute indegne in maniera che non potessero risorgere al momento della Resurrezione. Tale particolarità fece subito scalpore e il caso venne battezzato come '''la strega bambina di Albenga'''. La giovane sarebbe morta per anemia dovuta forse alla [[scorbuto]] e alla malnutrizione, tale malattia provoca svenimenti e crisi epilettiche violente che i contemporanei avrebbe visto come una possessione demoniaca, pertanto è possibile che fosse stata sepolta a testa in giù perché ritenuta una strega affiliata al demonio. Tali tipi di sepolture erano riservate anche ai suicidi o agli assassini, ma anche agli assassinati per timore che tornassero a vendicarsi e alle streghe per evitare che lo spirito uscisse dal sepolcro per partecipare ai [[sabba]]<ref>{{cita web|url=https://www.ilsecoloxix.it/savona/2014/10/20/news/strega-bambina-di-albenga-ecco-perche-fu-sepolta-a-faccia-in-giu-1.32074970|titolo=Strega bambina di Albenga, ecco perché fu sepolta a faccia in giù|accesso=02/11/2020}}</ref>.
 
Altra teoria volle che tale sepoltura fosse voluta per manifestare la sua estrema umiltà a Dio, come i sacerdoti quando si coricano sul pavimento, o come la sepoltura di [[Pipino il Breve]] che venne messo a testa in giù, difatti il ritrovamento di questo corpo vicino a una chiesa, cioè in un luogo ambito, fa pensare che non fosse una strega, a meno che la sepoltura vicino a una ''dimora di Dio'' non fosse per esorcizzare la possessione. <ref>{{cita web|https://www.ivg.it/2015/12/albenga-strega-bambina-di-san-calocero-storia-di-una-bufala/|Albenga, strega bambina di San Calocero|accesso=02/11/2020}}</ref>
 
Attualmente lo scheletro è conservato all'interno di [[Palazzo Oddo]].