Corrado Corelli: differenze tra le versioni

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Si dedicò alla scultura con impegno e la creazione plastica divenne il suo mestiere. Ebbe commissioni pubbliche e private in cui dimostrò capacità espressive di livello.
 
Allo scoppio della [[Seconda guerra mondiale]] fu richiamato alle armi con il grado di [[tenente colonnello]], fu assegnato al comando delle tradotte che portavano truppe ed equipaggiamenti sul fronte russo. Narrò<Ref> Dal libro "Nel nido dell'Aquila di Emilia Corelli. Eraclea Edizioni 2012"</Ref> che spesso il suo treno sostava in territorio polacco e incrociava treni merci blindati scortati dalle SS. I carri contenevano civili stipati fino all'inverosimile e non ne comprendeva la ragione. Un giorno, incuriosito aprì un sportello e vide una scena che immortalò, in un disegno che oggi è conservato al [[Museo dell'Olocausto]] di New York. Solo a fine conflitto verrà a scoprire la verità su quei convogli che avevano come destinazione i campi di concentramento. Successivamente Corrado fu trasferito all'ufficio censura militare di [[Firenze]]. Dopo l'armistizio rifiutò ogni collaborazione con i tedeschi, e fece ritorno a [[Roma]], tornando al suo lavoro di scultore. Nel dopoguerra la sua scultura virò verso la tecnica dello sbalzo e mise in luce una rinnovata eleganza e una raffinatezza estrema, tanto da essere spesso richiesto da importanti case di creazioni di gioielli per eseguire diversi apprezzatissimi e costosissimi lavori.
 
Muore dopo una breve malattia al [[Policlinico Umberto I]] di [[Roma]] ed è sepolto al [[Cimitero Flaminio]].