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Nella guerra del 1866, di nuovo arruolato volontario come capitano nelle Guide, partecipò da valoroso a tutti gli scontri di quella campagna: al combattimento del Caffaro, monte Suello e alla battaglia di [[Bezzecca]] ove fu ferito alla gamba. Fu il promotore degli indirizzi che i comuni trentini liberati e il clero spedirono a Vittorio Emanuele II e a Garibaldi.
A guerra finita rifiutò un’altra volta la croce di Savoia. Nel 1867, a [[Mentana]], fu ferito ad ambo le cosce. I soldati francesi lo derubarono poi resero il denaro al ferito conducendolo a Roma ove fu rilasciato. A causa delle ferite portò le stampelle per tre anni e non poté accorrere nel 1970 in Francia al seguito di Garibaldi. Nel 1890 rifiutò il mandato di Ravenna che lo aveva eletto deputato scomparendo dalla scena politica italiana. Mantenne relazione con i patrioti trentini tra i quali [[Cesare Battisti]] e morì a Torino nel 1920.
==Bibliografia==
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