Cosimo Rizzotto: differenze tra le versioni
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==Biografia==
Cosma Damiano (Cosimo) Rizzotto nacque il 6 giugno [[1893]]<ref name=F7p157-158>{{Cita|Franks, Guest, Varriale 2009|p. 157-158}}.</ref> a [[Cologna Veneta]],<ref name=V9p88/> e fu arruolato nel [[Regio Esercito]] come [[soldato]] semplice nel settembre [[1913]], assegnato al Battaglione Aviatori,<ref name=V9p88/> probabilmente per sua conoscenza della [[meccanica (veicoli)|meccanica]].<ref group=N>Tale conoscenza è attestata nel suo foglio matricolare.</ref> Il 24 maggio [[1915]], giorno dell'entrata in [[Prima guerra mondiale|guerra]] del [[Regno d'Italia (1861-1946)|regno d'Italia]], fu destinato a seguire il corso di pilotaggio sul [[Aeroporto di Pisa-San Giusto|campo d'aviazione di San Giusto]], nei pressi di [[Pisa]].<ref name=F7p157-158/> Il 19 settembre venne trasferito sul campo di istruzione della Malpensa, dove conseguì il brevetto di pilota il 1º gennaio [[1916]]. Promosso [[caporale]] il 31 dicembre, fu destinato a seguire il corso di addestramento all'uso di velivoli [[Nieuport]] a [[Cascina Costa]]. Il 30 marzo partì per la [[Francia]] per addestrarsi al pilotaggio dei [[Aereo da caccia|nuovi caccia]], ritornando in Italia esattamente due mesi dopo, assegnato alla [[77ª Squadriglia Aeroplani]],<ref name = F7p79>{{Cita|Franks 2000|p. 79}}.</ref> costituita il 18 giugno 1916 sul [[Aeroporto di Istrana|campo di Istrana]].<ref name=F7p157-158/> L'unità fu inizialmente dotata dei [[Nieuport 10|Nieuport Ni.10]], per passare quasi subito al più moderno [[Nieuport 11|Nieuport Ni.11]].<ref group=N>Tale velivolo è conosciuto in Italia anche come o Nieuport 80 HP.</ref> Il 31 luglio fu promosso al grado di [[sergente]], prendendo parte all'intensa attività della Squadriglia, che nel corso dell'estate si trasferita a Cascina Farello.<ref group=N>Eseguì nove missioni caccia prive di rilievo in agosto, 15 in settembre, 21 in ottobre e 31 in novembre, otto in dicembre quando ebbe il suo primo incontro con il nemico, sette in gennaio e 22 in febbraio, tutte senza esito.</ref>
Il 28 febbraio 1917<ref name = V9p89>{{Cita|Varriale 2009|p. 89}}.</ref> conseguì la sua prima vittoria abbattendo un aereo nemico sul cielo di quota 40, nei pressi di [[Redipuglia]]. Si trattava di un [[Hansa-Brandenburg C.I]]<ref name=V9p89/> (matricola 27.60)<ref group=N>L'equipaggio era composto dal Korporal Alfons Langer e dall'Oblt. Ludwig Ruppenthal.</ref> appartenente alla [[Flik 40]], successivamente distrutto al suolo dal fuoco dell'[[Arma di artiglieria|artiglieria italiana]]. Nel mese di marzo la 77ª Squadriglia si trasferì ad [[Aiello del Friuli]], sempre nel settore della [[3ª Armata (Regio Esercito)|3ª Armata]], ricevendo i suoi primi caccia [[SPAD S.VII|SPAD VII]].<ref group=N>Nel corso dell'estate del 1917 la dotazione della squadriglia comprendeva un misto di Nieuport Ni.11, Ni.17 e SPAD VII.</ref> Nella sera del 7 luglio<ref name=V9p89/> conseguì la seconda vittoria sul [[Monte Stol]] in collaborazione con il tenente [[Giulio Sambonet]]. Il velivolo nemico precipitò in fiamme nei pressi di [[Castagnevizza]].<ref group=N>Alcuni dei pezzi dell'aereo austroungarico, riportanti la matricola 112.2, furono recuperati a Quota 219, nel settore tenuto dalla 14ª Divisione. Tale matricola apparteneva ad un [[Lohner C.II]], tipo d'aereo mai usato sul fronte italiano.</ref>
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Smobilitato e congedato nel settembre dello stesso anno, emigrò in [[Argentina]]<ref name=F7p79/> dove nel [[1920]] iniziò a lavorare come istruttore presso l'Escuela Italo-Argentina de Aviacion di [[Castelar]].
Nell'agosto [[1922]] il governo del [[Paraguay]],<ref name=F7p79/> alle prese con l'insurrezione di un gruppo di ufficiali, richiese i servizi dei piloti della scuola italiana di Castenar.<ref group=N>Il primo ad accettare fu [[Nicola Bò]], che trasferì in Paraguay uno [[SPAD S.XX]], due [[SAML S.1|SAML]] e tre [[Ansaldo SVA.5]].</ref> Al suo arrivo nel paese sudamericano con un [[Breguet Bre 14|Breguet XIV]] biposto, egli eseguì numerose missione di [[Aereo da ricognizione|ricognizione]] e [[Aereo da bombardamento|bombardamento]] contro le posizioni tenute dai ribelli. Il 25 agosto, durante una missione di ricognizione, si ruppe l'[[elica]] del Breguet e il suo motore andò a [[fuoco]]. Riuscì a compiere un atterraggio di emergenza, ma l'aereo rimase distrutto, ed allora lasciò il Paraguay per ritornare in Argentina,<ref name=F7p79/> dove rimase fino al [[1923]] in qualità di istruttore presso la Escuela di Castelar. Nel [[1926]] diresse la costruzione di una [[azienda]] agricola italiana per veterani di guerra a Salto, in Uruguay, trasferendosi successivamente in [[Brasile]]<ref group=N>In Brasile svolse anche la carica di [[agente consolare|console]] presso l'[[Ambasciata]] d'Italia.</ref> come vicedirettore di una società agricola.
Ritornato in Italia nel [[1935]] fu richiamato in servizio<ref name=V9p88/> dalla [[Regia Aeronautica]] in vista dell'[[Guerra d'Etiopia|invasione dell'Etiopia]].<ref name=V9p88/> Due mesi dopo fu ricollocato in congedo, e si dedicò alla costituzione di un Museo dell'Aeronautica che doveva sorgere a Milano per volontà del [[Benito Mussolini|Duce]]. Nel [[1936]] fu richiamato in servizio attivo con mansioni di governo, e inviato in [[Africa Orientale Italiana]].<ref name=V9p88/> Al suo arrivo a [[Mogadiscio]], in [[Somalia]], le ostilità si erano concluse. Rimase nella città somala un anno, trasferito poi sull'[[aeroporto di Dire Dawa]], per essere congedato nel [[1937]]. Ottenuta la concessione di un vasto appezzamento di terreno vergine nella [[Oromia|regione sudorientale]] degli [[Arussi (provincia)|Arussi]], si stabilì in [[Africa]] costruendo una [[fattoria]] in cui investì tutti i suoi risparmi. Con l'entrata in [[Seconda guerra mondiale|guerra]] del Regno d'Italia, il 10 giugno [[1940]], fu richiamato in servizio attivo.<ref name=V9p88/> Nell'aprile [[1941]] si trovava presso la sua fattoria ad organizzarne la difesa contro gli attacchi dei [[Arbegnuoc|ribelli etiopi]], ma l'11 dello stesso mese<ref name=V9p88/> fu preso prigioniero dalle [[British Army|truppe]] [[Gran Bretagna|inglesi]], rimanendo recluso in [[campo di concentramento]] in [[Kenya]] per cinque anni.<ref name=V9p88/> Ritornato in Italia nel [[1946]], trovò ricevette un impiego<ref group=N>In quanto veterano di guerra e profugo dall'Africa.</ref> presso l'[[Milano|amministrazione comunale di Milano]].<ref name=V9p88/> Andato in pensione nel [[1958]] si spense a Milano il 18 febbraio [[1963]].<ref name=F7p157-158/>
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