Tempio di Apollo Patroos: differenze tra le versioni

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La statua trovata nel 1907 a 20 metri a sud del tempio, stilisticamente databile al terzo quarto del IV secolo a.C., è stata assegnata ad Eufranore fin dal suo ritrovamento;<ref>Databili stilisticamente alla seconda metà del IV secolo a.C. sono anche due rilievi e una statuetta che rappresentano Apollo Patroos secondo l'iconografia della statua attribuita a Eufranore (Atene, Museo archeologico nazionale 3917, 1359, 230).</ref> l'ottima conservazione della superficie marmorea tuttavia non è un elemento utile all'attribuzione: la statua di Eufranore, seguendo Pausania, si trovava all'interno del tempio, ma le altre due potevano trovarsi ugualmente protette dalle intemperie al di sotto del portico.
 
La presenza delle statue di Leocare e Eufranore non presenta problemi cronologici, esse potrebbero essere state commissionate in un'epoca precedente all'edificazione del tempio, forse in collegamento con il piccolo edificio a nord di quest'ultimo che risulta essere ad esse contemporaneo. Più problematico è il collegamento con la statua di [[Calamide]], autore dell'Apollo Alexikakos il quale, come riferisce Pausania, era stato indicato dall'oracolo di Delfi come la divinità che aveva placato l'epidemia diffusasi ad Atene nel 430-427 a.C. Nella ricostruzione del Thompson l'opera di Calamide poteva trovare una prima collocazione per il tempio del VI secolo a.C. e aver ricevuto una nuova consacrazione a seguito dell'epidemia della seconda metà del IV; d'altra parte, come sembra dimostrare la stessa incongruenza presente in Pausania al riguardo dell'Eracle Alexikakos di [[Ageladas]] di Argo, l'esistenza di questo edificio del VI secolo a.C. o il suo collegamento ad Apollo non sono necessari all'ipotesi di una precedente creazione della statua per una un'occasione simile, non nominata o dimenticata dal periegeta e dalle sue fonti. Emil Reisch all'inizio del XX secolo aveva proposto l'esistenza di un giovane Calamide, scultore del IV secolo a.C., al quale attribuire l'Alexikakos, collegandolo ad un passo di Pausania (X.19.4) in cui il periegeta nomina uno scultore allievo di Calamide e di nome Praxias, il quale avrebbe partecipato alla ricostruzione dei frontoni del tempio di Apollo a Delfi tra il 360 e il 330 a.C. Altra occorrenza che potrebbe far considerare l'esistenza di un secondo Calamide riguarda la collaborazione tra Calamide e [[Skopas]] di Paro per un gruppo composto da tre Erinni ad Atene, nel quale le figure laterali sarebbero di Skopas e quella centrale di Calamide (Scoliaste di [[Eschine]], ''Contra Timarchum'' 188).
 
=== L'altare ===
 
Un altare trovato nei pressi della parte a nord della [[stoà di Attalo]], in marmo grigio e con una un'iscrizione su due linee che lo collega al culto di Zeus Phratrios e Atena Phratria<ref>{{Cita web|autore=ASCSA|wkautore=ASCSA|titolo=Object I 3706|url=http://www.agathe.gr/id/agora/object/i%203706|sito=Athenian Agora Excavations|accesso=24 aprile 2013}}</ref> è stato collegato dal Thompson ada una base in poros trovata di fronte al piccolo edificio che egli aveva collegato alle stesse divinità. La base in poros è stata utilizzata in due epoche differenti, per il suo primo utilizzo il Thompson ha ipotizzato un collegamento con la lastra in marmo grigio appena citata, per il quale tuttavia occorre immaginare l'esistenza di un plinto di connessione;<ref name=Hedrick193/> il riutilizzo della base in epoca successiva potrebbe essere avvenuto in collegamento con una lastra dedicata invece ad Apollo Patroos, trovata nei pressi del [[Varvakeion]] (a circa 500 m a nord dell'Agorà),<ref>''I. G.'' II<sup>2</sup>4984.</ref> che già il Thompson datava alla fine del IV secolo a.C. o all'inizio del III e che potrebbe collegarsi all'edificazione e consacrazione ad Apollo Patroos del tempio a forma di L.
 
== Note ==