Figlio dell'uomo: differenze tra le versioni
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Nella letteratura apocalittica offerta dal profeta Daniele, l'espressione ebraica בר אנש Bar-'enash, traducibile come ''Colui che possiede le qualità di Adamo ''prima'' della cacciata dal [[Giardino dell'Eden]]'', era senza peccato, incorruttibile (senza divenire) e immortale (Lettera gli Ebrei 4,15).
Solamente quando il Gesù Cristo
Perciò, "Figlio dell'uomo" è uno dei nomi col quale il Messia stesso si chiamò, per far comprendere a tutti la sua incarnazione in un corpo umano ed espiare così i peccati dell'uomo (Is 53,10). "Figlio dell'uomo" è inteso come "stirpe dell'uomo" (Adam) o "genere umano": con la resurrezione dai morti vincere la morte una volta per sempre, per non morire mai più (Sal 16,8-10).
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