Italia dei Valori: differenze tra le versioni
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|nome = Italia dei Valori
|logo = Italia dei Valori.svg
|segretario = [[Ignazio Messina (politico)|Ignazio Messina]]
|vicesegretario =
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|portavoce =
|stato = ITA
|fondazione = 21 marzo [[1998
|dissoluzione =
|sede = Via Santa Maria in Via, 12 - [[Roma]]
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|seggi4 = {{Seggi|0|897|partito = Italia dei Valori}}
|testata = ''Orizzonti Nuovi'' (2006-2013)
|giovanile = [[Giovani dell'Italia dei Valori]]
|iscritti =
|anno iscritti =
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Viene eletto un solo senatore in un collegio della [[Lombardia]], [[Valerio Carrara]], che tuttavia lascia immediatamente l'IdV per aderire al Gruppo Misto e poi a [[Forza Italia (1994)|Forza Italia]].<ref>{{Cita web|url=http://www.repubblica.it/online/politica/camere/camere/carrara/carrara.html?ref=search|titolo=la Repubblica/politica: Da Di Pietro al Polo Carrara, il primo ribaltonista|sito=www.repubblica.it|accesso=22 febbraio 2019}}</ref>
==== Il radicamento e la svolta del Palavobis ====
Il dopo-elezioni costituisce la fase di radicamento sul territorio: l'IdV, priva di rappresentanze istituzionali e parlamentari, ma con un discreto consenso elettorale, comincia ad organizzare i suoi coordinamenti politici nelle principali città e nelle province italiane.
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La lista raccoglie il 2,1% dei voti con l'elezione di due deputati europei, Di Pietro e Occhetto. Quest'ultimo, però, decide di lasciare il seggio in favore di [[Giulietto Chiesa]], abbandonando definitivamente il progetto e sciogliendo, così, l'intesa. Occhetto torna però a sedere nell'europarlamento all'indomani delle elezioni politiche del 2006 in seguito alle quali Di Pietro entra nel Parlamento italiano e si dimette da Strasburgo. I due europarlamentari eletti (Chiesa e Occhetto) non appartengono all'IdV e sono iscritti al gruppo socialista europeo.
=== L'Unione ===
==== Le primarie del centrosinistra ==== L'IdV torna quella di sempre, con il suo unico leader storico, che, tuttavia, elimina dal simbolo la denominazione predominante di ''Lista Di Pietro'' e mette in risalto il titolo ''Italia dei Valori'', lasciando al nome del suo fondatore un riferimento meno marcato.
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[[Romano Prodi]], leader della coalizione, rilancia, nel frattempo, l'organizzazione di [[elezioni primarie]] per scegliere il candidato premier del[[l'Unione]]. Di Pietro raccoglie la proposta e si presenta all'appuntamento del 16 ottobre [[2005]], nel quale deve confrontarsi con altri sei candidati: il risultato raggiunto è del 3,3%, alle spalle di [[Romano Prodi]], [[Fausto Bertinotti]] e [[Clemente Mastella]].
==== Politiche 2006 nell'Unione: Di Pietro Ministro ====
Negli ultimi tre anni vi è un intensificarsi dell'attività dei dipartimenti tematici dell'IdV, guidati da [[Giorgio Calò]]. In questa ottica emerge anche una ''nuova'' vocazione dell'IdV nel campo dell'[[energia]] e dell'[[ambiente naturale|ambiente]], settore guidato da [[Giuseppe Vatinno]].
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[[Antonio Di Pietro]] viene nominato [[Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti|Ministro delle Infrastrutture]] nel [[Governo Prodi II]]; [[Luigi Li Gotti]] e [[Giorgio Calò]] entrano nella squadra di governo, in qualità di sottosegretari alla giustizia ed alle comunicazioni. [[Leoluca Orlando]] diviene il nuovo portavoce del partito.
==== Il dopo elezioni: defezioni e malumori nella maggioranza ====
Pochi giorni dopo l'insediamento del Senato, dove la maggioranza può contare su due seggi di vantaggio sul centrodestra, in occasione dell'elezione dei presidenti di commissione l'Unione va sotto nella Commissione Difesa: al posto della candidata ufficiale [[Lidia Menapace]] di [[Partito della Rifondazione Comunista|Rifondazione]] viene eletto con il sostegno del centrodestra l'esponente del partito di Di Pietro [[Sergio De Gregorio]], già esponente campano di [[Forza Italia (1994)|Forza Italia]]. De Gregorio, contro le indicazioni del suo stesso partito, accetta l'incarico ma, in seguito a questo fatto, viene sospeso dall'incarico di direttore del giornale dell'IdV.
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Durante i primi mesi di legislatura l'Italia dei Valori raccoglie le firme per un referendum abrogativo contro il [[Lodo Alfano]], che non si svolgerà mai a causa della bocciatura di tale legge da parte della Consulta.
==== Le regionali dell'inverno 2008-2009 ====
A seguito delle inchieste giudiziarie che hanno coinvolto il [[Presidenti dell'Abruzzo|presidente della regione Abruzzo]], il [[Partito Democratico (Italia)|democratico]] [[Ottaviano Del Turco]], il 14 ed il 15 dicembre [[2008]] si sono svolte le [[Elezioni regionali in Abruzzo del 2008|elezioni regionali abruzzesi anticipate]]. Per sfidare il dimissionario sindaco di [[Teramo]] [[Giovanni Chiodi]] del [[Il Popolo della Libertà|PdL]], l'Italia dei Valori, durante la Festa nazionale del partito, propone il nome di [[Carlo Costantini]], proprio deputato dell'attuale legislatura, che viene appoggiato anche dal PD e da tutti i partiti della vecchia [[L'Unione|Unione]]. L'Italia dei Valori raggiunge il suo massimo storico nella Regione con il 15,0% delle preferenze, sei volte in più delle precedenti elezioni regionali, tuttavia [[Carlo Costantini|Costantini]] viene battuto da [[Giovanni Chiodi|Chiodi]].
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Anche al Senato il partito perde due parlamentari: sempre il 9 novembre abbandona il gruppo [[Giuseppe Astore]], non condividendo il fatto che Di Pietro, a suo dire, abbia accolto nel movimento vari avversari politici alle ultime consultazioni che ''hanno avversato il partito e sono stati anche sonoramente bocciati dall'elettorato''<ref>[http://www.periodicoilgrillo.com/e_view.asp?E=1000 Molise, esodo da Italia dei Valori - Molise - Periodico Il Grillo<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140912210556/http://www.periodicoilgrillo.com/e_view.asp?E=1000 |data=12 settembre 2014 }}.</ref>, mentre il 23 novembre lascia [[Giacinto Russo]].
==== Il congresso del 2010 ====
Dal 5 al 7 febbraio [[2010]] viene celebrato il primo congresso nazionale del partito.
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Alle elezioni il partito quasi quadruplica i suoi consensi rispetto al [[Elezioni regionali italiane del 2005|2005]], crescendo in tutte le regioni, particolarmente in [[Toscana]] e nel [[Lazio]]<ref>{{Cita pubblicazione | titolo = Elezioni regionali 2010 Chi ha vinto, chi ha perso, di quanto e dove? | editore = Istituto Carlo Cattaneo | anno =2010| accesso = 8 luglio 2013}}</ref>; in [[Elezioni regionali in Basilicata del 2010|Basilicata]] ottiene il 9,93% ed elegge tre consiglieri regionali.
==== Nuovi abbandoni ====
Sempre nel 2010, dopo che il [[Governo Berlusconi IV]] si era ridotto con i numeri, soprattutto alla Camera dei deputati dopo aver consumato la scissione con il cofondatore del [[Popolo della Libertà]] e Presidente della Camera [[Gianfranco Fini]], rischiando di conseguenza di andare sotto in occasione della mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni il 14 dicembre, il partito subisce altri due abbandoni, questa volta dei deputati [[Antonio Razzi]] e [[Domenico Scilipoti]]<ref>{{Cita news|url=http://www.corriere.it/politica/speciali/2010/la-fiducia/notizie/trocino_rissa_transfughi_04f23c1c-0443-11e0-b06d-00144f02aabc.shtml|titolo=Rissa sui ''transfughi''.Razzi lascia l'Idv|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|giorno=10|mese=12|anno=2010|accesso=13 gennaio 2012}}</ref>; Razzi aderisce a [[Noi Sud]], mentre Scilipoti, insieme ai due ex del Partito Democratico e di [[Alleanza per l'Italia]] [[Massimo Calearo Ciman]] e [[Bruno Cesario]], dà vita ad un proprio movimento denominato [[Movimento di Responsabilità Nazionale]]. Entrambi votano a favore della fiducia al Governo Berlusconi, risultando determinanti. Tali abbandoni, anche alla luce dell'influenza sul risultato della mozione del 14 dicembre, sono stati molto criticati da Antonio Di Pietro, il quale ha denunciato una presunta compravendita e corruzione di parlamentari da parte di [[Silvio Berlusconi]] e del suo governo, chiedendo l'intervento della magistratura<ref>{{Cita news|url=http://bologna.repubblica.it/cronaca/2010/12/11/news/di_pietro_fa_il_bunga_bunga_al_premier_anche_noi_vittime_di_razzi_e_scilipoti-10062957/|titolo= Di Pietro fa il bunga bunga al premier "Anche noi vittime di Razzi e Scilipoti |pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]] |data=11 dicembre 2010|accesso=13 gennaio 2012}}</ref>.
Sull'onda dello scalpore suscitato dal fatto, all'interno del partito si sviluppa un dibattito sui metodi seguiti da Di Pietro per la scelta dei candidati alle elezioni: importanti personalità dell'IdV come [[Sonia Alfano]] e [[Luigi De Magistris]] scrivono una lettera pubblica per affrontare la questione morale all'interno del partito guidato da Di Pietro<ref>[http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/12/22/idv-de-magistris-con-alfano-e-cavalli-scrivono-a-di-pietro-affrontare-la-questione-morale-interna/83319/ Idv, De Magistris con Alfano e Cavalli scrivono a Di Pietro: “Affrontare la questione morale” – Il Fatto Quotidiano<!-- Titolo generato automaticamente -->].</ref>. Alcuni mesi dopo, la stessa Alfano denuncia l'avvenuta espulsione dal partito decretata a suo danno<ref>[http://www.soniaalfano.it/2012/05/24/vi-racconto-la-storia-del-mio-allontanamento-da-italia-dei-valori/ Vi racconto la storia del mio “allontanamento” da Italia dei Valori | Sonia Alfano<!-- Titolo generato automaticamente -->] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120628093459/http://www.soniaalfano.it/2012/05/24/vi-racconto-la-storia-del-mio-allontanamento-da-italia-dei-valori/ |data=28 giugno 2012 }}.</ref>.
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Alle [[Elezioni regionali in Trentino Alto Adige del 2013|elezioni provinciali di Trento del 2013]] l'Italia dei Valori ottiene l'1,6% ma nessun seggio.
=== Dopo le politiche del 2013 ===
==== Le dimissioni di Di Pietro e la scissione di ''Movimento 139'' ==== Il 26 febbraio [[Antonio Di Pietro|Di Pietro]], visti i risultati deludenti della [[Rivoluzione Civile (lista elettorale)|lista di sinistra]] a sostegno della candidatura di [[Antonio Ingroia|Ingroia]], rassegna dimissioni irrevocabili dalla presidenza del partito<ref>[http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-02-26/pietro-dimette-ufficio-presidenza-192313.shtml?uuid=AbJhuiYH Di Pietro si dimette dall'ufficio di presidenza dell'Idv - Il Sole 24 Ore, 26 febbraio 2013].</ref>.
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Il 12 maggio [[Leoluca Orlando]], [[Felice Belisario]] e [[Carlo Costantini]] lasciano il partito e lanciano l'appello ''Coerenza e Democrazia'', che sarà il primo passo per la creazione del nuovo partito [[Movimento 139]].<ref>{{Cita news|url = http://www.palermotoday.it/politica/nasce-movimento-139-leoluca-orlando.html|titolo = Nasce "Movimento 139", il nuovo partito di Orlando|pubblicazione = Palertmo Today|data = 29 maggio 2013|accesso = 7 giugno 2013}}</ref>
==== Il congresso straordinario: Messina segretario e il nuovo simbolo ====
Dal 28 al 30 giugno [[2013]] a [[Roma]] si celebra il congresso straordinario nel partito.
Candidati alla segreteria sono l'ex capogruppo alla Camera [[Antonio Borghesi]], [[Matteo Castellarin]], il responsabile nazionale degli enti locali [[Ignazio Messina]], l'europarlamentare e vicepresidente del [[Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa]] [[Niccolò Rinaldi]] e [[Nicola Scalera]]<ref>[http://www.repubblica.it/politica/2013/06/29/news/idv_-62062062/] repubblica.it, 29 giugno 2013.</ref>.
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Per le elezioni regionali del maggio 2014 di Piemonte e Abruzzo il partito presenta proprie liste all'interno delle coalizioni di centrosinistra, che risultano vincenti in entrambe le regioni e l'Idv riesce ad eleggere un consigliere in Abruzzo.
==== Le elezioni europee del 2014 ====
Alle [[Elezioni europee del 2014 (Italia)|europee del 2014]] presenta le proprie liste con capolista in tutta Italia il segretario [[Ignazio Messina]]. Degli europarlamentari uscenti solo [[Giommaria Uggias]] viene ricandidato, dal momento che [[Niccolò Rinaldi]] ha aderito a [[Scelta Europea]] e [[Sonia Alfano]], a cui il PD aveva inizialmente prospettato una candidatura, non è stata poi candidata dallo stesso PD una volta uscita dall'IdV.
Il partito ottiene 179.693 voti, con lo 0,65% e nessun eletto<ref>[http://elezioni.interno.it/europee/scrutini/20140525/index.html [Scrutini] Europee - Elezioni del 25 maggio 2014 - Ministero dell'Interno<!-- Titolo generato automaticamente -->].</ref>.
==== L'addio di Antonio Di Pietro ====
Il 3 ottobre 2014, poco prima del raduno nazionale di Sansepolcro, Di Pietro decide di lasciare definitivamente l'IdV. Un voto che lo vede nettamente in minoranza (il 95% dei delegati approva infatti la linea politica del segretario [[Ignazio Messina|Messina]]) sancisce l'addio al partito che, nel 1998, aveva fondato proprio nella cittadina toscana. Di Pietro, in particolare, volendo portare avanti un'opposizione dura al Governo Renzi, già dopo le elezioni europee aveva criticato la scelta di riallacciare un rapporto di dialogo con il Pd.
==== Il "ritorno" in Parlamento ====
Il 30 ottobre [[2014]] l'Italia dei Valori torna ad avere un proprio rappresentante in Parlamento alla Camera dopo che, come comunicato tramite conferenza stampa, [[Nello Formisano]] decide di lasciare il [[Centro Democratico (Italia)|Centro Democratico]] e di ritornare ad aderire all'Italia dei Valori (di cui era stato già deputato fino al 2012), collocandosi nel [[gruppo misto]]<ref>{{Cita web|url=http://www.radioradicale.it/scheda/425067/la-nuova-italia-dei-valori-e-il-ritorno-nellidv-di-aniello-formisano|titolo=La nuova Italia dei Valori e il ritorno nell'IDV di Aniello Formisano|editore=[[Radio Radicale]]|data=30 ottobre 2014|accesso=4 novembre 2014}}</ref>.
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L'8 luglio 2016 il senatore [[Francesco Molinari (politico)|Francesco Molinari]] aderisce all'Italia dei Valori.
==== Elezioni regionali del 2015 ====
L'IdV in vista delle regionali del 2015 si presenta in Veneto nella lista ''Veneto Civico'', in Campania con la propria lista, in Puglia nella lista ''Emiliano per la Puglia'', nelle Marche si federa con [[Partito Socialista Italiano (2007)|Partito Socialista Italiano]], Scelta Civica e Verdi in ''Uniti per le Marche''. Quindi si allea col centrosinistra. Ma ottiene seggi nella sola Campania ove ottiene l'1,13% (1 seggio).
==== Elezioni comunali del 2016 ====
Nelle principali città al voto, l'IdV si presenta in alleanza col centrosinistra (tranne a Napoli e Torino).
Il partito ha ottenuto i seguenti risultati: lo 0,7% a [[Milano]], lo 0,3% a [[Roma]], l'1,1% a [[Napoli]], lo 0,4% a [[Torino]], lo 0,3% a [[Ravenna]], l'1,2% a [[Rimini]], il 3,2% a [[Benevento]] e l'1,7% a [[Crotone]].
==== Regionali 2017 e Politiche 2018 ====
Alle [[elezioni regionali in Sicilia del 2017]] i suoi candidati si presentano all'interno di [[Alternativa Popolare]] a sostegno di [[Fabrizio Micari]]<ref>[http://palermo.blogsicilia.it/la-elezioni-regionali-in-sicilia-presentata-la-lista-di-alternativa-popolare-centristi/412643/]</ref><ref>{{Cita web |url=http://siciliainformazioni.com/redazione/705177/la-partecipazione-di-italia-dei-valori-alle-liste-di-centrosinistra/ |titolo=Copia archiviata |accesso=26 ottobre 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171023182023/http://siciliainformazioni.com/redazione/705177/la-partecipazione-di-italia-dei-valori-alle-liste-di-centrosinistra |dataarchivio=23 ottobre 2017 |urlmorto=sì }}</ref> non superando però lo sbarramento del 5%.
Il 29 dicembre dello stesso anno in appoggio al PD di [[Matteo Renzi]] viene costituita la lista ''[[Civica Popolare]]'' che riunisce, oltreché l'IdV, [[Alternativa Popolare]] di [[Angelino Alfano]], i [[Centristi per l'Europa]] di [[Pier Ferdinando Casini]], [[Unione per il Trentino]] di [[Lorenzo Dellai]] e [[L'Italia è Popolare]] di [[Giuseppe De Mita]].<ref>{{Cita news|url=https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/12/29/centrosinistra-ce-anche-il-terzo-mini-alleato-del-pd-civica-popolare-guidata-dalla-lorenzin-simbolo-una-margherita/4065143/|titolo=Centrosinistra, c'è anche il terzo mini-alleato del Pd: Civica Popolare guidata dalla Lorenzin. Simbolo? Una margherita - Il Fatto Quotidiano|pubblicazione=Il Fatto Quotidiano|data=29 dicembre 2017|accesso=30 dicembre 2017}}</ref> A seguito di tale decisione, la senatrice Bencini, pur rimarcando il suo sostegno alla coalizione di centrosinistra, abbandona il partito. [[Ignazio Messina|Messina]] perderà la sfida dell’uninominale di Brescia contro l’ex sindaco [[Adriano Paroli]] e quindi l’IdV non ha più rappresentanti in Parlamento.
==== Regionali in Abruzzo 2019 ====
A novembre il consigliere regionale abruzzese Lucrezio Paolini decide di lasciare l’IdV in disaccordo con la linea del partito di appoggiare l’ex deputato forzista [[Fabrizio Di Stefano]] alle regionali del 2019. L’ultimo consigliere regionale del partito rimane quindi Francesco Moxedano, in Campania nel gruppo misto. L’IdV, visto il ritiro di Di Stefano, infine sosterrà comunque il candidato del centro-sinistra [[Giovanni Legnini]] con la lista Avanti Abruzzo di [[Daniele Toto]] raccogliendo solo lo 0,93%.
==== Regionali in Toscana 2020 ====
Alle [[elezioni regionali in Toscana del 2020]] partecipa alla lista ''Orgoglio Toscana per [[Eugenio Giani|Giani]] Presidente'' insieme a [[Centro Democratico (Italia)|Centro Democratico]], [[Partito Socialista Italiano (2007)|Partito Socialista Italiano]], [[Partito Repubblicano Italiano]] e realtà civiche<ref>{{Cita web|url=https://www.stamptoscana.it/orgoglio-toscana-si-presenta-giani-e-la-lista-della-societa-civile/|titolo=Orgoglio Toscana si presenta, Giani: "E' la lista della società civile"|autore=sabato 22 Agosto, 2020 - 18:47|sito=StampToscana|data=2020-08-22|accesso=2020-08-31}}</ref>. La lista ottiene il 2,95% non superando di poco la soglia di sbarramento fissata dalla legge elettorale toscana a 3%.
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