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==Tipologie==
=== Farmers' market ===
[I farmers’ market o green market fanno particolare riferimento ai prodotti agricoli delle coltivazioni e dell’allevamento. Si trattta di un fenomeno già ampiamente sperimentato in altri Paesi europei, in cui operano già dai primi anni Novanta, e soprattutto negli Usa dove hanno iniziato ad affermarsi fino dai primi anni Settanta, ma con una rilevante differenza rispetto al modello prevalente in Italia: i prodotti venduti sono principalmente alimenti di consumo quotidiano, non contraddistinti da particolari caratteristiche qualitative. ]FONTE 5 <ref>{{Cita|FONTE 5}}.</ref>
[Il modello dei farmers’ markets è stato quindi importato dagli Stati Uniti. Rispetto alle esperienze estere, nel nostro paese solo di recente si è inquadrato il fenomeno della vendita diretta e sembra emergere un’enfasi al sostegno del canale focalizzato sui prodotti tipici locali, che aiutano a conoscere il territorio circostante e a far crescere il turismo.] (FONTE 2) <ref>{{Cita|FONTE 2}}.</ref>
===GAS===
[Spesso i Gas emergono da associazioni informali di stampo ecologico-etico, o da piccoli gruppi di famiglie che vivono in uno stesso paese, accomunate dal desiderio di supportare il tessuto produttivo agricolo locale e, per estensione, lo sviluppo del proprio territorio.
L’iniziativa ha origine non dal produttore, ma dalla capacità dei consumatori di auto organizzarsi spontaneamente, secondo logiche ispirate appunto alla solidarietà nei confronti dei produttori, di altri consumatori e in particolare verso i soggetti più svantaggiati, anche in altre zone del mondo (da cui l’attenzione in generale per i prodotti del commercio Equo e Solidale). Si forma così un vero e proprio gruppo che dialoga e si struttura al suo interno in base alle caratteristiche e ai bisogni ed è in stretto contatto con il produttore ed il luogo di produzione. I consumatori, il cui profilo è variegato, sono generalmente più sensibili al tema delle foodmiles, della sostenibilità ambientale e attenti alla qualità e alla salubrità dei prodotti. La richiesta principale del consumatore è che ci sia un rapporto equo tra la qualità dei prodotti e il prezzo rispetto ai supermercati e ai mercati rionali, unitamente all’interesse verso il recupero di valori immateriali, come ad esempio le ricette antiche, le tradizioni gastronomiche, la tipicità delle produzioni locali.] (FONTE 3)<ref>{{Cita|FONTE 3}}.</ref>
===Box Scheme (‘vendita in cassetta’)===
[Molti produttori agricoli, per avvicinarsi ai consumatori finali senza intermediari, non si limitano alla semplice vendita in azienda dei propri prodotti ma hanno attivato altri canali di commercializzazione, come la consegna a domicilio di cassette con la spesa della settimana, che variano nelle dimensioni e nei contenuti secondo le preferenze dei consumatori, una volta a settimana in giorni prestabiliti, secondo le richieste pervenute. ] (FONTE 3)<ref>{{Cita|FONTE 3}}.</ref>
===Community supported agriculture (Csa)===
[I cosiddetti Community Supported Agriculture (Csa), costituiscono una forma diretta di partenariato commerciale tra uno o più agricoltori e un gruppo di sostenitori/consumatori. Questi ultimi garantiscono una parte del bilancio operativo legato all’attività agricola, attraverso l’abbonamento a una o più “quote” del raccolto della stagione sottoscritto al principio dell’annata agraria, assumendo così, assieme al coltivatore, alcuni dei costi e dei rischi dell’attività agricola stessa.] (FONTE 3)<ref>{{Cita|FONTE 3}}.</ref>
===Vendita diretta in azienda===
[Alcune tipologie di aziende hanno cominciato a sperimentare nuovi modi, più diretti e indipendenti, di proporre i propri prodotti sul mercato, con lo scopo di valorizzarne le particolarità (Raffaelli et al., 2009). Le esperienze di vendita diretta aziendale sono quindi diversificate:
* Le malghe alpine in Trentino ne sono l’esempio eclatante: ogni malga produce il proprio formaggio, che è unico e irriproducibile, in quanto emerge da un insieme di variabili geografiche (altitudine, esposizione del versante), produttive (tipo di pascolo) e tecniche, e lo vende direttamente sia in loco, ai turisti che durante l’estate si recano in vetta per escursioni e passeggiate, o in autunno, al rientro in paese, ai concittadini. L’accorciamento della filiera è quindi visto, in questi casi, come un modo di valorizzare il proprio prodotto riuscendo a proporlo sul mercato “fuori dagli standard”.
* cooperazione di realtà piccole, in poco accessibili che operano in presenza di oggettive difficoltà ambientali – climatiche, geografiche, logistiche
* Un altro esempio è la vendita dei propri prodotti di aziende dedite soprattutto all’agricoltura sociale e all’inserimento al lavoro di persone svantaggiate.
* Si registrano poi interessanti esperienze di cooperazione fra gli agricoltori con lo scopo di condividere l’attivazione di un canale di vendita diretto, soprattutto per prodotti ad alto valore aggiunto come i biologici o i trasformati.
* diversificazione dell’attività agricola con l’inserimento di iniziative didattiche, ristorazione e ricezione turistica. ] (FONTE 3)<ref>{{Cita|FONTE 3}}.</ref>