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Tra gli esempi più conosciuti di canzoni del genere può essere citata ''Erin Go Bragh'', scritta nel 1920 durante la [[guerra d'indipendenza irlandese]]. Le ballate tradizionali vennero riscoperte a partire dagli anni Sessanta del Novecento, a causa dell'inizio del [[Conflitto nordirlandese]] (o ''Troubles''), durato fino alla soglia del ventunesimo secolo. Il clima turbolento portò alla composizione di brani come ''Freedom's Sons,'' o anche come ''Come Out Ye Black and Tans'', scritta su una rivolta avvenuta a Dublino durante la guerra d'indipendenza e sedata dall'intervento dei soldati inglesi. La canzone è stata resa celebre dai [[The Wolfe Tones]] con la loro versione del 1972. <ref>{{Cita web|url=https://www.irishtimes.com/culture/music/come-out-ye-black-and-tans-think-you-know-what-it-s-about-you-probably-don-t-1.3832601|titolo=Come Out Ye Black and Tans: Think you know what it’s about? You probably don’t|autore=Deirdre Falvey|sito=The Irish Times|lingua=en|accesso=2020-11-14}}</ref> Nel 1972, Tommy Skelly scrisse ''Go On Home British Soldiers,'' in cui viene ripercorsa la storia della resistenza irlandese contro il dominio inglese.
Nella seconda metà del ventesimo secolo, in più, molti altri artisti celebri affrontarono il tema nella loro musica, illustrando al mondo la verità su ciò che stava succedendo oltremanica. La maggior parte di questi brani, più che invitare l'ascoltatore a ribellarsi, esprimono un' esortazione alla pace. L’inglese [[Paul McCartney]] scrisse ''Give Ireland back to the Irish'' in seguito ai [[Bloody Sunday (1972)|fatti del 30 gennaio 1972]]. Il brano scalò rapidamente le classifiche britanniche pur essendo stato bandito dalla BBC. Anche un altro ex-beatle, [[John Lennon]], pubblicò nello stesso anno il brano ''Sunday Bloody Sunday'', in cui attaccava duramente le intenzioni colonizzatrici degli inglesi. <ref name=":0">{{Cita libro|nome=Stephen|cognome=Millar|titolo=Sounding Dissent: Rebel Songs, Resistance, and Irish Republicanism|url=https://books.google.it/books?hl=it&lr=&id=sybgDwAAQBAJ&oi=fnd&pg=PR7&dq=irish+rebel+songs&ots=E5unWq1lRg&sig=QlA0N4rvAAf8GgHQqBiVhAKYSP4&redir_esc=y#v=onepage&q=irish%20rebel%20songs&f=false|accesso=2020-11-14|data=2020|editore=University of Michigan Press|lingua=en|ISBN=978-0-472-13194-5}}</ref> Anche diversi artisti nordirlandesi affrontarono il tema. Fra gli altri, si ricordi anche il gruppo punk rock di Belfast [[Stiff Little Fingers]] che, nel 1979, pubblica l'album Inflammable Material. Nel brano ''Suspect Device'', in particolare, presentano in modo efficace la situazione di emergenza che il loro paese stava vivendo in quel periodo. <ref>{{Cita web|url=https://www.antiwarsongs.org//canzone.php?id=4659&lang=it|titolo=Canzoni contro la guerra: Stiff Little Fingers - Suspect Device|sito=www.antiwarsongs.org|lingua=it|accesso=2020-11-14}}</ref> Nel 1983, il gruppo rock irlandese [[U2]] pubblica [[Sunday Bloody Sunday (U2)|Sunday Bloody Sunday,]] un brano pacifista e fra i più conosciuti sul tema. Bono, cantante del gruppo e autore del testo, non la definì una canzone di ribellione, bensì
=== Stati Uniti ===
All’interno della storia della musica degli Stati Uniti, la canzone di protesta ha sempre avuto una grande importanza, e il catalogo di canzoni del genere è molto vasto. I temi affrontati maggiormente sono: la [[povertà]], la [[guerra]] e la discriminazione razziale e sociale. Alcuni dei brani fra i più conosciuti risalgono addirittura al 1776, anno della firma della [[Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti d'America|dichiarazione d'indipendenza]]. Le prime canzoni di protesta diffuse nel paese affrontavano la tematica della schiavitù, e circolavano fra gli stessi schiavi. Ne è un esempio il brano [[Go Down Moses]] ''(Let My People Go)'', di forte ispirazione biblica e religiosa. <ref>{{Cita web|url=https://www.pbs.org/independentlens/strangefruit/protest.html|titolo=Independent Lens . STRANGE FRUIT . Protest Music Overview {{!}} PBS|sito=www.pbs.org|accesso=2020-11-16}}</ref>
== Note ==
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