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Più recentemente, nel novembre 2019, il canto femminista cileno ''Un Violador en Tu Camino,'' eseguito per la prima volta durante le proteste di piazza dello stesso anno, è diventato virale in tutto il mondo.<ref>{{Cita news|lingua=en-GB|nome=Charis|cognome=McGowan|url=https://www.theguardian.com/world/2019/dec/06/chilean-anti-rape-anthem-becomes-international-feminist-phenomenon|titolo=Chilean anti-rape anthem becomes international feminist phenomenon|pubblicazione=The Guardian|data=2019-12-06|accesso=2020-11-16}}</ref>
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<ref>{{Cita web|url=https://oxford.universitypressscholarship.com//mobile/view/10.1093/acprof:oso/9780199334681.001.0001/acprof-9780199334681|titolo=Revolution Will Not Be Televised: Protest Music After Fukushima - Oxford Scholarship|sito=oxford.universitypressscholarship.com|accesso=2020-12-05}}</ref>
=== Regno Unito e Irlanda ===
==== Gran Bretagna ====
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Nella seconda metà del ventesimo secolo, in più, molti altri artisti celebri affrontarono il tema nella loro musica, illustrando al mondo la verità su ciò che stava succedendo oltremanica. La maggior parte di questi brani, più che invitare l'ascoltatore a ribellarsi, esprimono un' esortazione alla pace. L’inglese [[Paul McCartney]] scrisse ''Give Ireland back to the Irish'' in seguito ai [[Bloody Sunday (1972)|fatti del 30 gennaio 1972]]. Il brano scalò rapidamente le classifiche britanniche pur essendo stato bandito dalla BBC. Anche un altro ex-beatle, [[John Lennon]], pubblicò nello stesso anno il brano ''Sunday Bloody Sunday'', in cui attaccava duramente le intenzioni colonizzatrici degli inglesi. <ref name=":0">{{Cita libro|nome=Stephen|cognome=Millar|titolo=Sounding Dissent: Rebel Songs, Resistance, and Irish Republicanism|url=https://books.google.it/books?hl=it&lr=&id=sybgDwAAQBAJ&oi=fnd&pg=PR7&dq=irish+rebel+songs&ots=E5unWq1lRg&sig=QlA0N4rvAAf8GgHQqBiVhAKYSP4&redir_esc=y#v=onepage&q=irish%20rebel%20songs&f=false|accesso=2020-11-14|data=2020|editore=University of Michigan Press|lingua=en|ISBN=978-0-472-13194-5}}</ref> Anche diversi artisti nordirlandesi affrontarono il tema. Fra gli altri, si ricordi anche il gruppo punk rock di Belfast [[Stiff Little Fingers]] che, nel 1979, pubblica l'album Inflammable Material. Nel brano ''Suspect Device'', in particolare, presentano in modo efficace la situazione di emergenza che il loro paese stava vivendo in quel periodo. <ref>{{Cita web|url=https://www.antiwarsongs.org//canzone.php?id=4659&lang=it|titolo=Canzoni contro la guerra: Stiff Little Fingers - Suspect Device|sito=www.antiwarsongs.org|lingua=it|accesso=2020-11-14}}</ref> Nel 1983, il gruppo rock irlandese [[U2]] pubblica [[Sunday Bloody Sunday (U2)|Sunday Bloody Sunday,]] un brano pacifista e fra i più conosciuti sul tema. Bono, cantante del gruppo e autore del testo, non la definì una canzone di ribellione, bensì "la reazione incredula e scandalizzata di un giovane di fronte all'odio e alla violenza"''.''<ref>{{Cita web|url=https://www.antiwarsongs.org//canzone.php?id=347&lang=it|titolo=Canzoni contro la guerra: U2 - Sunday Bloody Sunday|sito=www.antiwarsongs.org|lingua=it|accesso=2020-11-14}}</ref>
=== Stati Uniti ===
All’interno della storia della musica degli Stati Uniti, la canzone di protesta ha sempre avuto una grande importanza, e il catalogo di canzoni del genere è molto vasto. I temi affrontati maggiormente sono: la [[povertà]], la [[guerra]] e la discriminazione razziale e sociale. Alcuni dei brani fra i più conosciuti risalgono addirittura al 1776, anno della firma della [[Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti d'America|dichiarazione d'indipendenza]]. Le prime canzoni di protesta diffuse nel paese affrontavano la tematica della schiavitù, e circolavano fra gli stessi schiavi. Ne è un esempio il brano [[Go Down Moses]] ''(Let My People Go)'', di forte ispirazione biblica e religiosa. In seguito, durante il diciannovesimo secolo, la nascita dei primi [[Sindacato|sindacati]] nel paese favorì la scrittura di testi sull'emancipazione
Nel 1941, alcuni studenti ed ex studenti universitari formarono a New York il primo gruppo [[folk]] di protesta statunitense, gli [[Almanac Singers]]. Il gruppo effettuò numerosi concerti nei vari stati americani, eseguendo brani in supporto dei lavoratori e contro la guerra in Europa. <ref name=":1" /> Alcuni dei loro testi, inoltre, sostenevano il non-interventismo degli Stati Uniti nella [[Seconda guerra mondiale]]. Sempre nel 1941, pubblicarono l'album ''Songs For John Doe'', che conteneva sei canzoni contro la guerra, dal testo e dalla musica originale, ma che sentiva la forte influenza delle ballate tradizionali americane. Dopo soli due anni, gli Almanac Singers si sciolsero, ma l'esperienza contribuì a rendere ancora più celebri [[Pete Seeger]] e [[Woody Guthrie]], due fra i cantautori più importanti della storia della musica americana. <ref>{{Cita pubblicazione|nome=R. Serge|cognome=Denisoff|data=1970|titolo="Take It Easy, but Take It": The Almanac Singers|rivista=The Journal of American Folklore|volume=83|numero=327|pp=21–32|accesso=2020-12-05|doi=10.2307/538779|url=https://www.jstor.org/stable/538779}}</ref>
== Note ==
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