Classe Navigatori: differenze tra le versioni

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L'attività di posa degli sbarramenti minati vide impegnate queste unità a fasi alterne per tutta la durata del conflitto. Solo il ''Pancaldo'' non svolse mai questo tipo di attività, mentre il ''Da Recco'', essendo sprovvisto delle apposite ferroguide, vi partecipò solo come scorta.
 
Soprattutto negli ultimi mesi di guerra il trasporto veloce di truppe e materiali sulla cosiddetta "rotta della morte"<ref>Il termine "rotta della morte" veniva usato per indicare la rotta obbligata tra [[Italia]] e [[Tunisia]], delimitata da estesi campi minati, che i convogli italiani diretti in Nordafrica erano costretti a percorrere tra la fine del 1942 e la caduta della Tunisia (13 maggio 1943). Essendo questa rotta ben nota alla marina britannica, le navi italiane erano continuamente sottoposte ad attacchi dall'aria e dal mare con ingenti perdite di uomini, materiali e navi.</ref> vide impegnate quasi incessantemente le unità ancora efficienti dei "Navigatori": nuove truppe venivano fatte affluire in [[Tunisia]] per l'ultima inutile resistenza mentre reduci e prigionieri venivano riportati in [[Italia]] in un continuo andirivieni. La scarsità e la lentezza dei mercantili ancora in efficienza fece sì che per questi trasporti venissero utilizzati preferibilmente i cacciatorpediniere, veloci e ben armati. Anche se queste missioni costituirono solo il 5% del totale, costarono la perditàperdita di due unità (''Malocello'' e ''Pancaldo'') e di 264 uomini.
 
Ma la vera guerra dei "Navigatori" fu quella oscura ed estenuante delle scorte ai convogli: queste navi ancora relativamente veloci e molto ben armate (all'inizio soprattutto in termini di artiglierie anti-nave, successivamente venne potenziato soprattutto l'armamento antiaereo) furono probabilmente le migliori unità di scorta che ebbe la [[Regia Marina]].<ref>{{cita|Maurizio Brescia|p. 36}}.</ref> Un terzo delle missioni fu infatti di questo tipo e costò l'affondamento di ben cinque unità e il danneggiamento grave di un'altra (''Da Recco'') con la perdita di oltre 350 uomini.