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Da allora, il rock rimase per diversi anni il genere principale attraverso cui dare voce a determinati problemi sociali. Verso la fine degli anni Settanta, la protesta in musica ritrovò nuovi stimoli nella rabbia del [[punk rock]], genere dalla forte connotazione politica, e, in seguito, dell'[[Hardcore punk|hardcore]]. Nel 1985, il gruppo hardcore [[Dead Kennedys]] pubblicò il brano ''Stars and Stripes of Corruption'', caratterizzato da un testo fortemente critico contro il sistema americano. Nello stesso anno, i [[Ramones]] attaccarono [[Ronald Reagan|Reagan]] in [[My Brain Is Hanging Upside Down (Bonzo Goes to Bitburg)|''My Brain Is Hanging Upside Down (Bonzo Goes to Bitburg)'']], in seguito allo scandalo causato dalla visita del presidente presso un cimitero di guerra tedesco. Nel 1991, alla vigilia della [[Guerra del Golfo]], i [[Fugazi]] pubblicarono ''KYEO.'' Tra le altre canzoni di protesta del genere vi è anche la celebre [[Killing in the Name|''Killing in the Name'']], singolo della band di Los Angeles [[Rage Against the Machine]]. Il brano venne scritto dopo le rivolte di Los Angeles del 1992 e denuncia episodi di [[Brutalità poliziesca|brutalità della polizia]] e, in generale, delle forze dell'ordine statunitensi.<ref>{{Cita web|url=https://www.popmatters.com/100-best-protest-songs-4-2579227097.html?rebelltitem=2#rebelltitem2?rebelltitem=2|titolo=The Ramones: "My Brain Is Hanging Upside Down (Bonzo Goes to Bitburg)" (1985)|sito=PopMatters|data=2018-06-21|lingua=en|accesso=2020-12-07}}</ref> Negli anni Novanta, inoltre, emerse il movimento [[riot grrrl]], che condivideva la stessa aggressività del punk rock. Tra i gruppi più conosciuti del genere vi erano [[Bikini Kill]] e [[Babes in Toyland (gruppo musicale)|Babes in Toyland]], i quali, nei loro testi, si esprimevano contro il sessismo e la discriminazione di genere.
 
Negli stessi anni, anche l'[[Hip hop (genere musicale)|hip hop]] iniziò a diventare un genere sempre più popolare. Già negli anni Ottanta, il brano [[political rap|conscious rap]] di [[Grandmaster Flash]] ''The Message'' aveva messo in luce le condizioni di vita precarie degli afroamericani poveri. Pochi anni dopo, il gruppo di Compton [[N.W.A]] pubblicò [[Fuck tha Police|''"Fuck tha Police"'']], un altro brano molto popolare sulla brutalità delle forze dell'ordine contro le minoranze. Nei primi anni Novanta, all'inizio della Guerra del Golfo, i rapper [[Paris (rapper)|Paris]] e [[Ice Cube]] pubblicarono rispettivamente i brani ''Bush Killa'' e ''I Wanna Kill Sam'', entrambi critiche pungenti contro il presidente [[George H. W. Bush|Bush]]. Nel 1993, [[Tupac Shakur|Tupac]] scrisse ''Keep Ya Head Up'', una canzone di protesta contro il sessismo nella scena hip hop dell'epoca. Il testo affronta anche altre tematiche come la povertà, il razzismo e la guerra.
 
Più recentemente, la nascita del movimento [[Black Lives Matter]] ha portato alla realizzazione di numerosi brani con tematiche antirazziste. Ne sono un esempio ''Freedom,'' brano della cantante pop [[Beyoncé]], e ''Alright'' del rapper [[Kendrick Lamar]], i cui versi sono intonati frequentemente dalla folla durante le proteste del movimento.<ref>{{Cita web|url=https://www.rollingstone.com/music/music-lists/songs-of-black-lives-matter-22-new-protest-anthems-15256/|titolo=Songs of Black Lives Matter: 22 New Protest Anthems|autore=Brittany Spanos,Sarah Grant, Brittany Spanos, Sarah Grant|sito=Rolling Stone|data=2016-07-13|lingua=en-US|accesso=2020-12-07}}</ref>