Utente:Gioval/Sandbox: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Gioval (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Gioval (discussione | contributi)
Riga 11:
== L'importanza strategica della filiera corta ==
===Il fattore prezzo===
In una filiera corta è più semplice ottenere un prezzo giusto perchè chi produce è a conoscenza dei costi reali dell’agricoltura e della produzione del cibo. I guadagni dei distributori possono essere suddivisi equamente, in modo che i produttori possano ricevere il giusto compenso, e i consumatori sanno esattamente cosa pagano.<ref name="FONTE 1" />
 
Rispetto al canale tradizionale, nel canale diretto i prodotti sono solitamente più convenienti per i consumatori, grazie al contenimento dei costi di produzione e l’assenza di intermediazione. Il prezzo risulta inoltre più trasparente a livello di formazione lungo la filiera. L’Antitrust , in un’indagine del 2007 sulla filiera ortofrutticola, evidenzia che il ricarico medio sul prezzo finale è del 77% nel caso di acquisto diretto e del 300% nel caso di presenza di 3-4 intermediari. Secondo una stima della Cia, acquistando direttamente dal produttore il risparmio va dal 30 al 35 per cento. Oltre ai consumatori, anche il produttore può ottenere un guadagno più equo in base ai fattori produttivi impiegati e può riappropriarsi di una parte del valore che usualmente si disperde nei vari passaggi lungo la filiera.<ref name="FONTE 2" />
Riga 23:
* infine appaiono luoghi ideali per impostare nuove modalità di rapporto produzione-consumo improntate a valori etici e morali e alternative al mercato convenzionale, promuovendo quindi una revisione degli stessi stili di produzione e di consumo.
 
Ci sono approcci molto diversi da parte dei Mercati esistenti per affrontare la problematica del prezzo. In sintesi, possono essere evidenziati due grandi “poli di gravitazione” per quanto riguarda le scelte effettuate relativamente al tema del prezzo giusto:
 
* da un lato vi sono quei meccanismi che affrontano il tema del prezzo giusto da un punto di vista strettamente economico : il (focus è diretto sui benefici economici che produttori e consumatori possono trarre dall 'accorciamento della filiera. Questo approccio induce a optare per la scelta di meccanismi di determinazione del prezzo improntati più al lato del mercato, con l’esposizione e il confronto dei prezzi rilevati sugli altri canali, o la previsione di tetti massimi dei prezzi;)
* dall’altro lato l’attenzione non è rivolta solo all’aspetto economico e il prezzo considerato giusto è quello che consente di tener conto dei benefici sociali e ambientali generati da un sistema “alternativo” di produzione e consumo. Questo approccio porta a dare maggiore risalto agli aspetti relativi alla comunicazione dei “valori” del prodotto e al tema del costo (sociale) di produzione.
 
Evidentemente entrambi gli approcci sono legittimi e possono essere funzionali ai diversi obiettivi che gli organizzatori e partecipanti dei mercati dei produttori agricoli possono porsi. Nonostante l’eterogeneità degli approcci, la discussione sul criterio più opportuno da seguire per intervenire sul prezzo sembra aver generato un più generale processo di ripensamento e ri-definizione di aspetti specifici dei modelli dominanti di produzione-consumo. In questo senso, i mercati dei produttori si confermano nell’assumere un ruolo di innovazione di sistema, luoghi in cui è possibile sperimentare nuove nuove pratiche per la produzione e il suo consumo del cibo.<ref name="FONTE 9">{{Cita|FONTE 9}}.</ref>
 
L’enfasi creatasi attorno al prezzo contrasta tuttavia con lo spirito delle iniziative di filiera corta, la cui finalità non è tanto di raggiungere un prezzo “basso”, quanto un prezzo “equo”, in grado di riconoscere un giusto valore ai prodotti.
 
Nonostante l’eterogeneità degli approcci, la discussione sul criterio più opportuno da seguire per intervenire sul prezzo sembra aver generato un più generale processo di ripensamento e ri-definizione di aspetti specifici dei modelli dominanti di produzione-consumo. In questo senso, i mercati dei produttori si confermano nell’assumere un ruolo di innovazione di sistema (Brunori et al., 2009), luoghi in cui è possibile sperimentare nuove nuove pratiche per la produzione e il suo consumo del cibo.<ref name="FONTE 9">{{Cita|FONTE 9}}.</ref>
 
=== Fattori determinanti per l'imprenditore che influiscono sulla scelta di utilizzazione del canale corto ===
Riga 47 ⟶ 43:
* le aziende gestite da soggetti più scolarizzati e con maggiore esperienza sono più restii ai canali tradizionali e preferiscono altre modalità di vendita
* la filiera corta è più adatta ai prodotti orticoli, vitivinicoli e trasformati e non alle produzioni frutticole né a tutti quei prodotti (ad es. alcuni cereali) che possono arrivare al consumatore solo dopo una trasformazione non facilmente attuabile in azienda. <ref name="FONTE 4">{{Cita|FONTE 4}}.</ref>
 
 
Tutte le imprese produttrici sono potenzialmente interessate da questa particolare forma di vendita; tuttavia, esistono delle differenze significative tra le imprese.
* Le aziende più grandi, potendo sostenere i costi di produzione a fronte della disponibilità di innovazione tecnologica e di volumi adeguati di produzione, hanno un approccio non esclusivo alla filiera corta, che affiancano ai tradizionali canali di sbocco sul mercato