Utente:Gioval/Sandbox: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Gioval (discussione | contributi)
Nessun oggetto della modifica
Gioval (discussione | contributi)
Riga 132:
 
==Evoluzione della filiera corta==
*Visti Inizialmente,l’evoluzione ledell’industria filierealimentare cortee sonoil statecambiamento interpretatedegli comestili ‘resistenza’di davita partee deglidi agricoltoriconsumo, minacciatigli dallaagricoltori marginalizzazione,hanno allada modernizzazioneprincipio eidentificato poinelle allafiliere corte una sorta di 'resistenza' dalla globalizzazione del sistema alimentare. <ref name="FONTE 8" />(FONTE 8). In quella fase, la filiera corta rappresentava per i piccoli agricoltori uno strumento per la riappropriazione di quote di valore aggiunto che nel corso della modernizzazione erano state erose dai soggetti forti della filiera. (fonte 6)<ref name="FONTE 6" />[Attraverso una maggiore prossimità con i consumatori, gli agricoltori possono sviluppare strategie autonome di marketing basate non solo sulla prossimità, ma anche sulla trasmissione di valori ‘alternativi’ incorporati nel prodotto, come la sostenibilità, la biodiversità, la tradizione culturale, la solidarietà.) (FONTE 8)<ref name="FONTE 8" />
[I mercati alimentari di quartiere hanno rappresentato per lungo tempo una delle fonti principali di approvvigionamento di prodotti freschi (ortofrutta, latticini, carne e pesce) per gli abitanti delle città, ma la loro importanza è rapidamente diminuita a causa, da un lato dell’evoluzione dell’industria alimentare e dell’avvento della grande distribuzione organizzata, dall’altro del cambiamento e della differenziazione degli stili di vita e di consumo.](FONTE 2) <ref name="FONTE 2" />
* Inizialmente, le filiere corte sono state interpretate come ‘resistenza’ da parte degli agricoltori, minacciati dalla marginalizzazione, alla modernizzazione e poi alla globalizzazione del sistema alimentare. <ref name="FONTE 8" />(FONTE 8). In quella fase, la filiera corta rappresentava per i piccoli agricoltori uno strumento per la riappropriazione di quote di valore aggiunto che nel corso della modernizzazione erano state erose dai soggetti forti della filiera. (fonte 6)<ref name="FONTE 6" />[Attraverso una maggiore prossimità con i consumatori, gli agricoltori possono sviluppare strategie autonome di marketing basate non solo sulla prossimità, ma anche sulla trasmissione di valori ‘alternativi’ incorporati nel prodotto, come la sostenibilità, la biodiversità, la tradizione culturale, la solidarietà.) (FONTE 8)<ref name="FONTE 8" />
* [Progressivamente, le filiere corte sono apparse come una delle molteplici forme dei cosiddetti ‘Networks alimentari alternativi’ (Alternative Food Networks) (Renting et al., 2000), canali commerciali appropriati alla commercializzazione di prodotti differenziati ad alto valore aggiunto, in grado di remunerare meglio l’azienda familiare e al tempo stesso comunicare ai consumatori valori – la cultura rurale, il rapporto con la natura - che i sistemi convenzionali non erano in grado o non volevano comunicare. Dallo studio delle filiere corte come ‘resistenza contadina’, in altre parole, si è passati a studiare le filiere corte come esempio di nuovi paradigmi di sviluppo agricolo (Van der Ploeg et al., 2000).
*quando queste tematiche hanno acquisito influenza sul quadro politico, di fronte alla crescente sensibilità dei consumatori nei confronti del cibo, il sistema convenzionale è andato modificando i propri modelli di business, accogliendo la sfida della qualità e diversità, in molti casi incorporando messaggi e modelli organizzativi introdotti dalla filiera corta. In questa fase, la filiera corta viene interpretata come ‘nicchia di innovazione’, capace di introdurre in un sistema altrimenti bloccato dal paradigma della modernizzazione elementi di innovazione dal basso, e dunque potenziale oggetto di politiche di sostegno finalizzate all’innovazione di sistema. Non è un caso che il sostegno alla filiera corta sia, nel più recente quadro strategico per lo sviluppo rurale, esplicitamente menzionata tra le possibili priorità dei piani di sviluppo rurale. Grazie agli strumenti dello sviluppo rurale, la filiera corta è diventata parte di strategie regionali di costruzione di sistemi alimentari locali le cui finalità rispecchiano le condizioni specifiche del contesto di riferimento, come il rafforzamento delle identità locali in sinergia con i sistemi turistici, o il consolidamento dei legami tra città e campagna attraverso la rilocalizzazione dei consumi.] (FONTE 6)<ref name="FONTE 6" />