A [[Parigi]] Velio entrò a far parte dell'apparato illegale del [[Partito Comunista Italiano]] all'estero, assumendo compiti di direzione e di collegamento con i lavoratori emigrati. Nell'ottobre del 1934 curò insieme a [[Romain Rolland]] la diffusione di un appello, cui aderirono numerosi intellettuali francesi, che chiedeva la liberazione di Gramsci e l'invio di una delegazione d'inchiesta per verificare le condizioni dei detenuti politici nelle carceri italiane.
Nel novembre del 1935 si trova in [[Egitto]] per svolgere, per conto del PCI, azione di [[propaganda]] tra le truppe italiane che muovono verso [[Suez]]. Nel corso degli anni 1935-1937 svolse numerose missioni clandestine in Italia, come inviato del centro estero del Partitopartito, con l'obiettivo di mantenere viva una certa attività [[antifascismo|antifascista]] organizzata.
==La guerra di Spagna==
Nel [[1937]] è in [[Spagna]] e partecipa alla [[guerra civile spagnola|guerra civile]] come membro dello Statostato maggiore del comandante [[Juan Modesto]]. In Spagna avrà compiti di organizzazione dei servizi radio, che permetteranno di parlare direttamente col popolo italiano. "Radio Milano", diretta da Velio Spano, era una tra le frequenze più ascoltate in Italia, come testimoniano anche i numerosi arresti effettuati sotto questo capo d'imputazione. Verso la fine del 1937 fece rientro a Parigi, dove assunse l'incarico, insieme a [[Mario Montagnana]], di direzione dedel giornale del partito, ''[[L'Unità]]'';, svolgendo, per tutta la durata dell'anno [[1938]], anche un'intensa attività politica a favore del [[Fronte Popolare]] e organizzando una scuola di Partitopartito in [[Lorena (regione francese)|Lorena]].
==In Tunisia==
Nell'ottobre del 1938 vennefu inviato dal PCI a [[Tunisi]], col compito di rafforzare l'attività antifascista, orientare la numerosa comunità italiana tunisinain [[Tunisia]] e rinsaldare i legami di amicizia col governo democratico francese. Spano iniziò a Tunisi una un'intensa attività di propaganda, stabilendo numerosi contatti con giovani antifascisti italiani, come [[Maurizio Valenzi]], i fratelli Loris, Ruggero, Diana e [[Nadia Gallico Spano|Nadia Gallico]], Michele Rossi, Marco Vais, Ferruccio e Silvano Bensasson e altri iscritti al [[Partito Comunista Tunisino]]. Il lavoro di mobilitazione e propaganda sviluppato da Spano permise di costituirefondare un quotidiano, chiamato ''Il Giornale'', da contrapporre al fascista ''Unione''. Intorno al 1939 il quotidiano vennefu sequestrato e definitivamente soppresso.
La situazione degenerò rapidamente allo scoppio della guerra, quando il PCT entrò nella clandestinità. Nel maggio del 1939, intanto, Velio sposa Nadia Gallico. VelioEgli avrebbe preferito fare rientrorientrare in Italia, come già avevano fatto diversi esponenti del Partitopartito, ma la Direzione del PCI gli chiese di restare in Tunisia. Nel 1940 vennefu arrestato e rinchiuso, insieme ad altri comunisti italiani, nel campo di concentramento di [[Sbeitla]], dove rimase fino alla caduta di [[Parigi]] (giugno 1940).
Nel 1941 Velio riorganizzò il Partito Comunista Tunisino, divenendone di fatto il principale dirigente. Negli anni della guerra, inoltre, stabilì preziosi contatti con i [[gollismo|gollisti]] e i socialisti francesi e con il partito arabo del [[Neo-Destour]] di [[Habib Bourghiba|Bourghiba]], per una lotta comune contro il [[regime di Vichy|governo collaborazionista di Vichy]]. Nel novembre del 1941, in seguito alla denuncia di un delatore, la maggior parte del gruppo dirigente del Partito Comunista Tunisino vennefu arrestata. nelNel processo che seguì Velio Spano, sfuggito alla cattura, fu condannato a morte in [[contumacia]]. La condanna vennefu replicataconfermata nel giugno dello stesso anno, con l'accusa di "riorganizzazione di partito disciolto e propaganda delle parole d'ordine della [[Terza Internazionale]]".
Nonostante la caccia spietata della polizia fascista, continuò ada operare nella clandestinità, e nel dicembre del 1942 tenne una conferenza dei quadri dirigenti del PCT. In quello stesso anno, quando la Tunisia fu invasa dalle truppe italiane, Spano svolse un intenso lavoro politico tra i soldati, organizzando fra loro nuclei comunisti e distribuendo giornali di propaganda antifascista. Liberata la Tunisia nel maggio del 1943, Spanò poté uscire dalla clandestinità e farefar rientro, il 16 ottobre dello stesso anno, in Italia.
==Il rientro in Italia e la guerra di Liberazioneliberazione==
Rientrato a Napoli, Spano, insieme a [[Eugenio Reale]], [[Marcello Marroni]] e [[Clemente Maglietta]], diresse il PCI nell'Italia liberata. In questo periodo lavorò per rafforzare l'organizzazione del Partito Comunista Italiano e per radicarne l'atteggiamento unitario, patriottico e nazionale tra la base e i militanti sparsi in tutto il MeridioneMezzogiorno. Dal dicembre del 1943 assunse la direzione dell'edizione meridionale dedel ''[[L'Unità|giornale del partito]]''. Nel gennaio del 1944 prese parte al Congressocongresso di Bari del [[Comitato di Liberazione Nazionale]], dove, insieme a Reale, allineandosi alle posizioni di socialisti e azionisti, rifiutò la partecipazione del PCI al governo, ponendo come pregiudiziale l'immediata [[abdicazione]] del re.
Nell'aprile del 1944 partecipò al congresso regionale del PCI [[sicilia]]no, ede intervenne in maniera determinante sull'atteggiamento da assumere nei confronti del [[separatismo siciliano|separatismo]] anche in [[Calabria]], e poi, nel giugno, in [[Sardegna]], dove si poneva il problema di correggere le posizioni autonomiste del partito.
==Dopo la Liberazione==
Nel luglio del 1944 entrò a far parte della direzione provvisoria del PCI "operativa" per l'Italia liberata. edIn inquello quelstesso mese passò a dirigere, sinofino al giugno del 1946, l'edizione romana de 'dell'[[L'Unità''|organo comunista]]. Nel maggio del 1945 rappresentò la direzione nazionale al 2º Congressocongresso regionale sardo del PCI, sostenendo la necessità di saldare la lotta per l'autonomia a quella per le riforme sociali. Membro della direzione provvisoria nazionale costituita, l'8 agosto 1945, dai due gruppi dirigenti di Roma e Milano, fu membro anche della Consulta Nazionale per la Costituente e sottosegretario all'[[agricoltura]] nel [[Governo De Gasperi II]] (luglio 1946-gennaio 1947). Al 5º congresso del PCI (dicembre 1945) vennefu eletto nel Comitato Centrale e nella direzione, dove rimase fino al 9º congresso.
Eletto deputato alla Costituente per la Sardegna, dal 1947 al 1957 fu segretario del PCI nell'isola, partecipando alle grandi lotte contadine, all'occupazione delle terre, al duro [[sciopero]] di 72 giorni dei minatori di [[Carbonia]], e conducendo la battaglia per la rinascita sociale ed economica della Sardegna. Nelle [[elezioni politiche italiane del 1946|elezioni]] del 18 aprile 1948 venne eletto senatore di diritto, e poi riconfermato nelle successive legislature, nel collegio di [[Guspini]]-[[Iglesias (Italia)|Iglesias]]. Nell'agosto del 1949, primo inviato del PCI e de ''[[L'Unità]]'', svolsefece un viaggio nella [[Cina]] comunista, diche cuidescriverà scrissecome un [[reportage]]giornalista.
Nel 1956 divenne responsabile esteri del PCI, nel 1958 segretario del [[Movimento Italiano per la Pace]], e, quindi, membro della Presidenza Mondiale. Nel novembre 1961 si oppose, in funzioneatteggiamento criticacritico verso l'[[Unione Sovietica]], alla relazione "continuista" di [[Palmiro Togliatti]], segretario del PCI, nel Comitato Centrale che seguì al [[XXII Congresso del Partito Comunista dell'Unione Sovietica|XXII congresso del Partito Comunista dell'Unione Sovietica]], che aveva intensificatoconfermato le posizioni antistaliniste già assunte dal segretario del PCUS [[Nikita KruscevChruščëv]] nel [[XX Congresso del Partito Comunista dell'Unione Sovietica|XX Congressocongresso]] del 1956.
Morì a Roma il 7 ottobre 1964.
== Opere ==
*''Guadalajara. 8-23 marzo 1937'', Parigi, Edizioni di coltura sociale, 1937.
*''I comunisti italiani e l'unitaunità nazionale contro l'invasore'', Napoli, Ed. Stalin (Soc. Tip. Anonima Libraria Italia Nuova), 1943.
*''Il Partitopartito della classe operaia'', Edizioni del Partito Comunista Italiano, 1944.
*''Alla conquista di Cagliari. La marcia dei comunisti cagliaritani dal 1921 al 1947'', Cagliari, a cura delle sezioni comuniste di Cagliari, 1947.
*''Roma o Mosca? Riproduzione riassuntiva del contraddittorio fra Padre Lombardi e l'On. Sen. Velio Spano tenutosi in Cagliari il 4-12-1948 sul tema: Cristianesimocristianesimo o comunismo'', Cagliari, Tip. Fadda, 1949.
*''Ciò che ho visto nella Cina popolare. Testo stenografico della conferenza tenuta il 26 febbraio 1950 al Teatroteatro Alfieri di Torino da V. S. di ritorno dal suo lungo viaggio nella Repubblica popolare cinese'', Torino, Tip. Ti. Po, Tipogr.Tipografia Popolare, 1950.
*''Nella Cina di Mao Ze-Tun'', Milano. Milano-Sera, 1950.
*''Il banditismo sardo e i problemi della rinascita'', Roma, Editori riuniti, 1954.
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