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== Storia ==
L'uso consapevole dell'arte oratoria e la conseguente definizione di un sistema di precetti, si ebbero ad Atene nel corso del V secolo a.C con [[Corace (retore)|Corace]] e [[Tisia]]. Grazie alla sofistica, e in particolare grazie a [[Gorgia]], essa ha avuto la possibilità di svilupparsi e di diventare una materia di insegnamento.
 
La parola per gli antichi greci aveva il potere di trasferire un pensiero da una mente all’altra, grazie alle capacità del δεινος λεγειν (dal greco), ovvero di colui che era abile nel parlare, colui che possedeva le doti necessarie per affrontare numerosi discorsi con efficacia. Ma se l’arte del parlare nasce in Grecia, essa viene acclamata anche a Roma.
 
[[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]], il più illustre e famoso retore di tutta la storia romana, tratteggia la figura del perfetto oratore, che non è solo colui che padroneggia perfettamente la tecnica retorica (''ars''), l’''ingenium'' e la cultura, ma diventa anche un modello di cittadino e di uomo, un esempio per l’intera comunità.
 
È proprio questo ideale di uomo, colto, fortemente impegnato in politica e libero di esprimere i propri pensieri, che con l’avvenire dell’[[età imperiale]] entrerà in crisi.
 
La vita politica in [[Repubblica romana|età repubblicana]] è dinamica, fatta di idee contrastanti. È un clima quindi in cui è facile che nascano nuovi pensieri. L’età di [[Augusto]] fu il momento di massimo splendore per la classicità grazie al forte equilibrio e spirito di collaborazione garantiti dallo stesso imperatore. Dalla [[Dinastia giulio-claudia|dinastia Giulio-Claudia]] però ha inizio un periodo molto cruento, in cui gli autori esprimono il proprio disagio attraverso le loro stesse opere. L’oratoria inizia ad essere caratterizzata da esercizi quali ''suasoriae'' e ''controversiae'' e con [[Vespasiano]], durante l[[Dinastia flavia|’età dei Flavi]], viene insegnata nelle scuole pubbliche con insegnanti scelti e controllati dallo stesso imperatore. La retorica è forse il “genere letterario” che più risente di questa profonda rivoluzione del sistema politico romano, poiché strettamente connessa ad una situazione di relativa libertà in cui le opinioni sono molteplici e differenti.
 
<nowiki>{{cita libro | Gianni </nowiki>'''| Korinthios| Lisia: Per l'uccisione di Eratostene | ''2005'' | Simone per la scuola| ''Napoli'''''<nowiki>}}</nowiki>
 
<nowiki>{{cita libro |autore1=Mario Pintacuda |autore2=Michela Venuto | editore=Palumbo | anno=2014 | titolo=Grecità vol.3 }}</nowiki>
 
== Decadenza dell'oratoria ==
 
=== Nel mondo latino ===
Molti saranno gli autori che affronteranno nel corso dei secoli il problema della decadenza dell’oratoria, uno dei quali [[Publio Cornelio Tacito|Tacito]] che nel [[Dialogus de oratoribus|"''Dialogus de oratoribus"'']]'','' immaginando una conversazione tra tre celebri autori dell’età Flavia, Apro, Messalla e Materno, espone differenti pareri riguardanti la crisi dell’oratoria.
 
[[Marco Fabio Quintiliano|Quintiliano]], citando Catone, sosteneva che l’oratore dovesse essere "''vir bonus dicendi peritus"'', poiché alla base della decadenza dell’oratoria, c’era una decadenza morale, causata anche dalla trascuratezza dei genitori e soprattutto dall’ignoranza dei maestri.
 
<nowiki>{{cita libro |autore1=Giacinto Agnello |autore2=Arnaldo Orlando | editore=Palumbo | anno=2015 | titolo=Uomini e voci dell'antica Roma vol.3 }}</nowiki>
 
==== Nel mondo greco ====
Nel mondo greco, [[Plutarco]], autore del I secolo d.C., nei "''Praecepta Generandae rei publica",'' opuscolo tramandato nei "M''oralia",'' opera in cui affronta vari argomenti, delinea la figura del perfetto uomo politico, incitando l’amico Menemaco ad attenzionare il tipo di eloquenza più adatta e di concentrarsi prevalentemente sul "φρονήματος αλητινοϋ", dunque sulla sostanza vera.
 
[[Socrate]] era convinto che la retorica fosse solo un elemento di persuasione e non di verità e contrapponeva ad essa la retorica filosofica, ovvero la dialettica, il cui oggetto è la verità e il cui fine è la ricerca di essa.
 
L’oratoria infatti non doveva necessariamente trattare l’ἀλήθεια (la verità), ma l’''εἰκός'' (il verosimile). Come sosteneva [[Aristotele]], nel suo trattato "Retorica", dunque l’oratore aveva il potere di spostare l’attenzione non sull’oggetto, ma sul mezzo. Proprio come un avvocato egli doveva essere in grado di difendere la propria tesi attraverso l’acquisizione di regole e tecniche che avrebbe avuto la possibilità di migliorare con l’esperienza e dunque con le orazioni reali.
 
<nowiki>{{cita libro | Gianni </nowiki>'''| Korinthios| Lisia: Per l'uccisione di Eratostene | ''2005'' | Simone per la scuola| ''Napoli'''''<nowiki>}}</nowiki>
 
<nowiki>{{cita libro |autore1=Mario Pintacuda |autore2=Michela Venuto | editore=Palumbo | anno=2014 | titolo=Grecità vol.3 }}</nowiki>
 
== Tipologie ==
Sia nel mondo greco, sia nel mondo latino essa si divideva in tre tipologie:
{| class="wikitable"
|+
!Tipologia
!in greco
|-
|politica
|λογος συμβουλευτιχος
|-
|epidittica o celebrativa
|λογος επιδεικτιχος
|-
|giudiziaria
|λογος δικανιχος
|}
Nello specifico quelle celebrative si rivolgevano ad un pubblico prevalentemente simposiale e quelle giudiziarie erano orazioni di difesa per un imputato all’interno di un processo reale.
 
In riferimento a quest’ultima, nel mondo greco, il discorso in difesa veniva scritto dall’oratore, ma letto dall’imputato, infatti esse erano solitamente scritte in prima persona singolare.
 
Uno dei processi più importanti probabilmente fu quello scritto da Lisia, per l’uccisione di Eratostene, in attico puro. Non sappiamo la sentenza finale, ma probabilmente l’oratore vinse la causa, grazie al suo grande talento.
 
<nowiki>{{cita libro | Gianni </nowiki>'''| Korinthios| Lisia: Per l'uccisione di Eratostene | ''2005'' | Simone per la scuola| ''Napoli'''''<nowiki>}}</nowiki>
 
== Le cinque parti dell'orazione ==
Per poter scrivere una buona orazione era necessario seguire delle tappe:
 
# ''proemium'' o προοιμιον
# ''narratio'' o διηγησις
# ''confirmatio'' o βεβαιωσις
# ''refutatio'' o αντιθεσις
# ''conclusio'' o επιλογος.
 
<nowiki>{{cita libro | Gianni </nowiki>'''| Korinthios| Lisia: Per l'uccisione di Eratostene | ''2005'' | Simone per la scuola| ''Napoli'''''<nowiki>}}</nowiki>
 
== Le tecniche comunicative ==
Gli antichi riconoscevano cinque momenti fondamentali
 
# ''Inventio'' o ευρεσις
# ''Dispositio'' o ταξις
# ''Elocutio'' o λεξις
# ''Memoria'' o μνημη
# ''Actio'' o υποχρισις.   
 
<nowiki>{{cita libro | Gianni </nowiki>'''| Korinthios| Lisia: Per l'uccisione di Eratostene | ''2005'' | Simone per la scuola| ''Napoli'''''<nowiki>}}</nowiki>