Isma'il Pascià: differenze tra le versioni
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=== Debiti ===
Questi sviluppi - specialmente la costosa guerra contro l'Etiopia - lasciò l'Egitto in una pesante situazione debitoria nei confronti delle Potenze europee, ed esse approfittarono di tale situazione per strappare concessioni a Ismāʿīl. Una fra esse, grandemente impopolare fra gli egiziani, fu il nuovo sistema delle [[Capitolazioni dell'Impero ottomano|Corti Miste]] (Capitolazioni), con le quali gli europei erano sottoposti ad eventuale giudizio da parte di giudici appartenenti alla loro nazione d'appartenenza, anziché dai giudici egiziani, malgrado il crimine contestato fosse stato perpetrato sul suolo d'Egitto.<br />
Ma infine l'inevitabile crisi finanziaria giunse. Un debito nazionale egiziano era di oltre 100 milioni di [[sterlina britannica|sterline britanniche]] (rispetto agli appena 3 milioni di sterline del debito pubblico al momento dell'ascesa al trono di Ismāʿīl) era stato accumulato dal [[Chedivè]], la cui idea fondamentale di liquidare quei debiti era quella di chiedere ulteriori prestiti, anche a costo di accollarsi ratei di interesse superiori. I possessori delle obbligazioni egiziane rimasero restii a sottoscrivere le nuove emissioni governative. Nei tribunali internazionali furono pronunciati giudizi negativi nei confronti del Chedivè e, quando egli non poté ottenere più alcun prestito, cedette le sue quote di proprietà della Compagnia del Canale di Suez (nel 1875) al governo [[Regno Unito|britannico]] per appena £ 3.976.582. Ciò dette immediatamente seguito all'avvio delle pesanti ingerenze della Corona britannica e della [[Francia]].<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://weekly.ahram.org.eg/2001/543/ismail.jpg.] |
Nel dicembre 1875, [[Stephen Cave]] fu inviato dal governo britannico per indagare sulle finanze dell'Egitto e nell'aprile 1876 fu pubblicata la sua Relazione in cui si avvertiva che, per ovviare agli sperperi e alle stravaganze egiziane, era necessario per le Potenze straniere intervenire per rimettere in ordine i conti finanziari. Il risultato fu l'istituzione della [[Casse del Debito]]. In ottobre, [[George Joachim Goschen, 1° Visconte Goschen|George Goschen]] e Joubert effettuarono un'ulteriore indagine, che si concluse con l'istituzione di un diretto controllo anglo-francese sulle finanze egiziane e sulla sua azione di governo. Un'altra commissione d'inchiesta, condotta da sir [[Evelyn Baring, 1º Conte di Cromer|Evelyn Baring]] (in seguito 1º Conte di Cromer) e da altre personalità nel 1878, culminò nella cessione del patrimonio di Ismāʿīl alla nazione egiziana e nella sua accettazione di un regime di sovranità costituzionale, con [[Nubar Pascià]] come [[Primo ministro|premier]], il britannico [[Charles Rivers Wilson]] come ministro delle Finanze e il francese Ernest-Gabriel de Blignières come ministro dei Lavori Pubblici.
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