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Sul ponte di coperta erano sistemate le imbarcazioni di servizio e di salvataggio. Ai lati del secondo fumaiolo trovavano posto a dritta un [[motoscafo]] da 7 m e una baleniera<ref>In questo caso per "baleniera" si intende una [[scialuppa]] veloce del tipo di quelle usate dai [[Caccia alla balena|balenieri]].</ref> e a sinistra una motolancia<ref>Piccola imbarcazione a motore.</ref> e una lancia<ref>Piccola imbarcazione affusolata, simile a una scialuppa.</ref> a remi da 8,5 m. A proravia del paraonde<ref>Bassa paratia posta sul castello di prua con lo scopo di proteggere in parte dalle ondate le strutture retrostanti (in questo caso il cannone di prora e la tuga).</ref> sul castello si trovava uno zatterino da 3,5 m. Nel periodo bellico le dotazioni di salvataggio furono integrate da sette [[zattera|zattere]] tipo "Carley" di varie misure, capaci di accogliere da 13 a 39 naufraghi, fissate ai lati dei fumaioli e sulla copertura scudata dei complessi binati da 120/50 (e quindi molto esposti a danni da battaglia). Nella migliore delle ipotesi queste zattere in totale potevano accogliere da 157 a 178 persone, molto meno dell'equipaggio effettivo e degli eventuali trasportati, che si sarebbero quindi dovuti affidare ai giubbotti salvagente.
 
All'ingresso in servizio tutte le unità avevano la colorazione classica in grigio chiaro che fu mantenuta fino al novembre [[1941]]. In quella data infatti la [[Regia Marina]] iniziò la sperimentazione di colorazioni mimetiche ideate dal pittore Rudolf Claudus.<ref>Notizie relative al pittore di marina [http://www.sullacrestadellonda.it/pittori/claudus.htm Rudolf Claudus] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20080805162212/http://www.sullacrestadellonda.it/pittori/claudus.htm |data=5 agosto 2008 }}.</ref> La prima unità a ricevere la colorazione sperimentale fu lo ''Zeno'' che la mantenne per circa un anno per poi uniformarsi allo schema ufficiale definitivo a tre toni (grigio scuro, grigio chiaro e bianco sporco), che fu applicato su quasi tutte le altre unità. Non ricevettero mai la colorazione mimetica il ''Da Mosto'' (sebbene fosse già previsto lo schema mimetico, l'unità venne affondata prima di poterlo realizzare), il ''Pessagno'' e il ''Tarigo'' che mantennero quindi la livrea grigio chiaro fino all'affondamento. Dopo i primi mesi di guerra, per migliorare l'identificazione da parte degli aerei amici (durante la [[Battaglia di Punta Stilo|scontro di Punta Stilo]] alcune unità vennero bombardate per errore da aerei italiani<ref>{{cita|Fioravanzo 1959}}.</ref><ref>{{cita|Mattesini}}.</ref><ref>{{collegamento interrotto|1=http://italian-navy.com/battles/puntastilo/part3_it.htm |datedata=febbraio 2018 |bot=InternetArchiveBot }} Regia Marina italiana - La Battaglia di Punta Stilo Tomo III - La Regia Aeronautica fallisce.</ref>), la zona prodiera del ponte di castello venne pitturata a strisce diagonali bianche e rosse.
 
=== Apparato propulsore ===