Censore: differenze tra le versioni
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[[File:Altar Domitius Ahenobarbus Louvre n1.jpg|thumb|upright=1.2|left|"Fregio del censimento", dall'[[altare di Domizio Enobarbo]], fine del II secolo a.C., opera marmorea proveniente da Campo Marzio, Roma (Museo del Louvre).]]
Tale carica, per la quale era richiesta capacita oratoria e rigore morale,<ref>[[Aulo Gellio]], [[Noctes Atticae]], [https://la.wikisource.org/wiki/Noctes_Atticae/Liber_I#6 I, 6, 4]</ref>
Erano sempre in numero di due ma, pur avendo funzioni importanti, erano privi di ''[[imperium]]''. Venivano eletti direttamente dai [[comizi centuriati]]. All'inizio la durata in carica era di cinque anni, ma già dal [[433 a.C.]], su proposta di [[Mamerco Emilio Mamercino]] alla sua seconda [[dittatore romano|dittatura]], il periodo fu diminuito in modo da non superare i 18 mesi<ref>Tito Livio, ''Ab Urbe condita'', IV, 2, 24.</ref>. L'elezione rimase comunque a cadenza quinquennale. I censori si occupavano principalmente del [[censimento]] della popolazione, della ''cura morum'' (cioè della sorveglianza sui comportamenti individuali e collettivi) e della ''[[lectio senatus]]''. Con il declino e la caduta della [[Repubblica romana]] la carica, prima cadde in disuso e poi venne assunta direttamente dagli [[Imperatori romani|imperatori]], grazie ad [[Augusto]] che la ripristinò.<ref name="SvetonioAugusto37" />
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== La ''lectio senatus'' ==
Questo compito, divenuto prerogativa dei censori a seguito del ''plebiscitum Ovinium'', era particolarmente importante nella fase repubblicana perché, in pratica, permetteva al censore di decretare i candidati alla carica senatoriale. Spesso il censore faceva un uso politico di tale prerogativa, respingendo per indegnità avversari politici. L'importanza della "lectio senatus" è infatti palesata nell'età augustea, quando il giovane ''princeps'' [[Augusto|Ottaviano]] ricoprirà personalmente la carica, al fine di controllare il Senato con propri partigiani.
== Il censimento ==
{{Vedi anche|Censimento (storia romana)|Censo (storia romana)}}
Una volta entrati in carica, i censori emanavano un editto in cui si stabilivano in quali giorni i cittadini dovevano recarsi nel [[Campo Marzio (antichità)|Campo Marzio]] per dichiarare il proprio [[reddito]]. Il criterio di censura adottato conobbe due fasi ben distinte: una prima fase era basata sulla quantità di terra coltivabile posseduta oppure sul numero di capi di bestiame. Tale criterio fu in vigore dalle origini di Roma fino alla censura di [[Appio Claudio Cieco]] nel 312 a.C. quando si riformò il sistema: unità base del censimento divenne il capitale mobile. Questa riforma fu fondamentale per l'apertura dei [[Comizi centuriati]] alle nuove classi sociali in ascesa, che fondavano la propria ricchezza sul commercio e sull'artigianato piuttosto che sull'agricoltura.
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