Libarna: differenze tra le versioni
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==Storia==
Il villaggio fondato dai [[Liguri]] Dectunini, potrebbe essere uno dei quindici [[oppidum|oppida]] che, secondo [[Livio]], si arresero al console Q. Minucio Rufo nel 191 a.C. È menzionata per la prima volta nel II secolo a.C. L'apertura della [[via Postumia]] nel 148 a.C. ne favorì senza dubbio la crescita, trasformando Libarna in un importante centro economico e sociale. Ottenuto ben presto il riconoscimento giuridico della cittadinanza latina, fu eretta a colonia soltanto più avanti nel I secolo d.C., quando raggiunse il massimo splendore. Da qui la [[Via Postumia]] si dirigeva verso il [[Passo della Bocchetta]].
Caduta in declino in seguito alle [[invasioni barbariche]], fu definitivamente abbandonata nel [[452]], quando gli abitanti lasciarono le case ormai insicure, rifugiandosi sulle colline circostanti, aggregandosi alle comunità esistenti o fondandone di nuove,
Ricordata ancora in alcuni documenti del monastero di Precipiano ([[Vignole Borbera]]) e del catasto di [[Varinella]] del [[1544]], se ne perdette ogni memoria, divenendo incerto perfino il luogo della sua ubicazione.
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Identificata dal Settecento con varie località del [[Bobbio|bobbiese]] e del [[Tortona|tortonese]], solo nel secolo XIX, in corrispondenza dell'affiorare alla luce dei resti, grazie all'opera dell'abate Bottazzi, veniva accertato il suo inquadramento storico-topografico.
Libarna era un capoluogo autonomo di un vasto territorio che confinava a est con [[Velleia]], a sud con [[Genova|Genua]], a ovest con [[Acqui Terme|Aquae Statiellae]] e a nord con [[Tortona|Derthona]]. Situata in una zona particolarmente fertile, l'economia agricola era fondata sulla viticoltura, sulle colture arboricole per lo sfruttamento del legno
Pur mancando notizie certe sull'esistenza di edifici di culto nella città, dalle iscrizioni votive ritrovate si desume che i cittadini di Libarna erano devoti a [[Giove (divinità)|Giove]], [[Diana]], [[Ercole]]. Attestato anche il culto imperiale
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