Assassinio sull'Orient Express: differenze tra le versioni
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Durante la dittatura [[Fascismo|fascista]] in Italia le opere di molti autori polizieschi anglosassoni vennero pubblicate in traduzioni inattendibili, caratterizzate da pesanti tagli e manipolazioni. Ciò avvenne in parte per una scelta editoriale volta al contenimento dei costi (in quanto la riduzione del numero delle pagine permetteva di abbassare il prezzo di copertina), e in parte per obbedire a precise direttive politiche da parte del regime, di carattere moralistico o razziale. Vennero perciò, ad esempio, censurati i riferimenti al suicidio o al sesso, e venne espunta ogni affermazione ritenuta offensiva per la reputazione del popolo italiano<ref name="Spurio">[http://rivistatradurre.it/2011/04/agatha-christie/ Francesco Spurio, ''Censura e veleni fascisti. Le traduzioni di Agatha Christie degli anni Trenta'', in "Tradurre" n. 11, autunno 2016].</ref>.
Negli anni '70 l'editore Mondadori ripubblicò la traduzione di Pitta, emendandola da alcune delle sopra indicate manipolazioni<ref>Cfr. la prefazione di Oreste del Buono in {{Cita|Christie 1986|p. IX}}.</ref> e ristabilendo i nomi originali dei personaggi, ma solo nel 1987 venne pubblicata una nuova traduzione integrale, a cura di Lidia Zazo, molto più fedele al testo originale.
Nella seguente tabella sono messe a confronto le righe finali del decimo capitolo della seconda parte, rispettivamente nel testo originale di Agatha Christie, nella traduzione di Alfredo Pitta e in quella di Lidia Zazo.
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