Giancarlo Rittmeyer: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
=== I primi anni ===
Giancarlo Rittmeyer nacque a [[Trieste]], da genitori locali.<ref>Cameri, p. 18.</ref> Nel 1952, insieme al suo fraterno amico Gianni Cameri<ref>{{cita web|url=http://www.memoriacondivisa.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1236:i-dimenticati-del-vajont&catid=35:notizie&Itemid=57|titolo=I Dimenticati Del Vajont|data=16 ottobre 2010|accesso=15 febbraio 2020}}</ref>, conseguì il diploma di [[geometra]] all'Istituto Tecnico Leonardo Da Vinci di Trieste, e nel 1953 fu allievo della scuola nazionale di [[alpinismo]] Emilio Comici di Trieste.<ref>{{cita web|url=https://caisag.ts.it/wp-content/uploads/2019/12/Alpi-Giulie-2-2019-Scuola-Comici-Web.pdf|titolo=Alpi Giulie 1929-2019|data=dicembre 2019|accesso=16 marzo 2020}}</ref>
 
=== La carriera ===
[[File:Giancarlo Rittmeyer.jpg|thumb|right|Da sinistra, Giovanni De Vido<ref>{{cita web|url=http://racconta.gelocal.it/corrierealpi/vajont/index.php?page=scheda&id=836&nome=De+Vido+Giovanni|titolo=Giovanni De Vido|data=2013|accesso=15 febbraio 2020}}</ref>, Cameri, Giorgio N. De Vido<ref>{{cita web|url=http://racconta.gelocal.it/corrierealpi/vajont/index.php?page=scheda&id=835&nome=De+Vido+Giorgio+N.|titolo=Giorgio N. De Vido|data=2013|accesso=15 febbraio 2020}}</ref> e Rittmeyer in un albergo a [[San Vito di Cadore]] l'ultima sera del 1955.<ref>Cameri, pp. 58-59.</ref>]]
Nel 1954 trovò lavoro alla [[Società Adriatica di Elettricità|SADE]] come [[topografo]] perfetto nel costruire dighe, canali e centrali elettriche, destinato spesso nella sede di [[Conegliano]], [[Pordenone]] e [[Barcis]].<ref>Cameri, p. 17.</ref> Militava nell'[[Sindacato|organizzazione sindacale]] FIDAE (Federazione italiana dipendenti aziende elettriche) e alloggiava in una pensione a Pordenone.<ref>Cameri, pp. 59-61.</ref>
 
Di fede religiosa e grande valore professionale, molto bravo nel disegno e nella pittura<ref>Cameri, pp. 60-61.</ref>, era molto apprezzato sia dai colleghi, come il geometra Raffaele Coan<ref>{{cita web|url=http://www.qdpnews.it/conegliano/35648-conegliano-e-mancato-raffaele-coan-era-scampato-alla-tragedia-del-vajont-del-9-ottobre-1963?fbclid=IwAR1NbPFBACHFukU99bFK07CjAGZkjgoa-psnkItTj1gz_bU85PKbZdM1iYk|titolo=Conegliano, è morto a 81 anni Raffaele Coan: era scampato alla tragedia del Vajont del 9 ottobre 1963|data=9 aprile 2020|accesso=9 aprile 2020}}</ref>, sopravvissuto perché rientrato a casa la sera del disastro, che dai superiori, gli ingegneri [[Mario Pancini]] e [[Alberico Biadene]], come dichiararono negli interrogati della commissione Bozzi il 22-23 ottobre 1963.
 
=== La diga del Vajont ===
Nel 1958, sotto la direzione di Pancini, aveva seguito con altri tecnici la costruzione della [[diga del Vajont]] e delle opere annesse. Terminata la costruzione della diga, nel 1960 venne trasferito presso la direzione del servizio costruzioni idrauliche a [[Venezia]], con incarichi specialistici, che a volte lo facevano salire anche al Vajont. Pur lavorando, riusciva a frequentare la vicina [[Università Ca' Foscari Venezia|università di Ca' Foscari]] e stava per laurearsi in [[architettura]].<ref name=rivis>Luigi Rivis, ''Vajont. Quello che conosco perché allora ero un addetto ai lavori e quello raccontato da altri'', Belluno, Momenti AICS, 2018, pp. 55-57.</ref>
 
Nel 1963, come dipendente dell'[[Enel]]-Sade, era capocantiere alla Digonera, a [[Caprile]].<ref>{{cita web|url=http://caprilenelledolomiti.com/2016/02/26/lo-stop-ai-lavori-della-diga-di-digonera/|titolo=Lo stop ai lavori della diga di Digonera|data=26 febbraio 2016|accesso=18 maggio 2020}}</ref> Da qualche settimana, era ritornato al Vajont con un suo collega, il geometra Giuseppe Pesavento.<ref>{{cita web|url=http://racconta.gelocal.it/corrierealpi/vajont/index.php?page=scheda&id=1430&nome=Pesavento+Giuseppe|titolo=Giuseppe Pesavento|data=2013|accesso=15 febbraio 2020}}</ref> Un giorno di maggio, nella cabina controllo in cima alla diga, spiegò a studenti delle [[Scuola secondaria di primo grado in Italia|medie inferiori]] in gita come tenevano sotto controllo i movimenti della grande frana, ispirando il futuro [[geologo]] triestino Livio Sirovich.<ref name=gelocal>{{cita web|url=http://ricerca.gelocal.it/ilpiccolo/archivio/ilpiccolo/2013/10/08/PR_06_05.html|titolo=L'eroico geometra triestino|editore=[[Il Piccolo]]|data=8 ottobre 2013|accesso=18 ottobre 2019}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.inogs.it/sites/default/files/cv_per_nuovosito_ogs.pdf|titolo=Curriculum di Livio Sirovich|accesso=21 maggio 2020}}</ref> Rittmeyer e Pesavento erano in trasferta e alloggiavano all'albergo Marina di [[Longarone]] e non al Vajont come gli altri colleghi. Tuttavia, il 1º ottobre, con Pancini andato in vacanza negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], Biadene decise che, data la loro precedente conoscenza dell'ambiente, erano proprio i più adatti per monitorare l'avanzamento della frana e il progressivo svuotamento del lago.<ref name=rivis/>
 
Insieme ai colleghi Gianfranco Baccichetto<ref>{{cita web|url=http://racconta.gelocal.it/corrierealpi/vajont/index.php?page=scheda&id=44&nome=Baccichetto+Gianfranco|titolo=Gianfranco Baccichetto|data=2013|accesso=22 aprile 2020}}</ref>, Pesavento, Valentino Bruno Rossi<ref>{{cita web|url=http://racconta.gelocal.it/corrierealpi/vajont/index.php?page=scheda&id=1554&nome=Rossi+Valentino+Bruno|titolo=Valentino Bruno Rossi|data=2013|accesso=22 aprile 2020}}</ref> e Angelo De Pra<ref>{{cita web|url=http://racconta.gelocal.it/corrierealpi/vajont/index.php?page=scheda&id=792&nome=De+Pra+Angelo|titolo=Angelo De Pra|data=2013|accesso=22 aprile 2020}}</ref>, si era sempre sentito spiegare da Pancini, come da Biadene, che la frana sarebbe scesa a fette, a blocchi, e quando si fosse appoggiata dall'altra parte non vi sarebbe stato più nulla da temere. Così continuava a lavorare, anche se faceva certo impressione notare ormai a vista d'occhio il movimento del terreno, il dilatarsi delle fessure, l'inclinarsi degli alberi.<ref>Mario Passi, ''Vajont senza fine'', Baldini Castoldi Dalai, 2003, p. 160.</ref>
 
=== La morte ===