Federconsorzi: differenze tra le versioni

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La Coldiretti non assicurava più quel serbatoio di voti di una volta e tra l'altro si era posta in netta contrapposizione con i vertici della DC, dai quali non riceveva più consensi; non ebbe dunque la forza di salvare la Federconsorzi dal disfacimento. Tutti questi aspetti negativi non devono però far dimenticare i meriti, pochi o tanti che siano. Federconsorzi è stata per tanti anni pressoché l'unica istituzione che ha operato a favore dell'agricoltura italiana. La struttura commerciale della Federconsorzi contribuì all'affermarsi dell'[[Anic]] e poi dell'[[EniChem Agricoltura]] nella produzione dei [[Fertilizzante|fertilizzanti]], soprattutto [[urea]] e [[nitrato d'ammonio]].
 
== La crisi ==
[[File:Goria1.jpg|thumb|Il ministro [[Giovanni Goria]] ha commissariato la Federconsorzi.]]
Secondo la relazione tenuta al Senato del 30 luglio 1991, in risposta alle interpellanze ed alle interrogazioni sull'argomento, dal ministro dell'agricoltura [[Giovanni Goria]], che provvide al commissariamento della Federconsorzi (17 giugno 1991), la crisi ebbe origine nella gestione del triennio 1988-1990.
== Vent'anni dopo il=Il commissariamento ===
Il commissariamento, deciso da Goria dopo tre ore di riunione a porte chiuse a Palazzo Chigi con il presidente del consiglio, il ministro del bilancio, il sottosegretario alla presidenza del consiglio, con il segretario della Democrazia Cristiana e con Arcangelo Lobianco, presidente della Coldiretti, fu il principio della fine: il mondo bancario pesantemente esposto, revocò tutti i fidi. Il 4 luglio fu avanzata, dai neo -nominati commissari di governo, la domanda di [[concordato preventivo]], approvata nel gennaio 1992. Concordato che in seguito fu oggetto di una lunga vicenda giudiziaria.
 
Tra i professionisti che si sono succeduti nelle cariche di responsabilità della procedura, si segnalano Nicola Picardi, [[Enrico Gabrielli (giurista)|Enrico Gabrielli]] e [[Sergio Scicchitano]]. A distanza di anni dall'apertura della procedura non è ancora possibile prevedere quando la stessa troverà termine. Nel frattempo sul [[mercato finanziario secondario]] di Londra vi è stato un largo passaggio delle posizioni creditorie con importi veramente cospicui.<ref>[http://www.credfed.com/spaziorurale3.pdf articolo di stampa]</ref>
Il commissariamento, deciso da Goria dopo tre ore di riunione a porte chiuse a Palazzo Chigi con il presidente del consiglio, il ministro del bilancio, il sottosegretario alla presidenza del consiglio, con il segretario della Democrazia Cristiana e con Arcangelo Lobianco, presidente della Coldiretti, fu il principio della fine: il mondo bancario pesantemente esposto, revocò tutti i fidi. Il 4 luglio fu avanzata, dai neo nominati commissari di governo, la domanda di [[concordato preventivo]], approvata nel gennaio 1992. Concordato che in seguito fu oggetto di una lunga vicenda giudiziaria.
 
===L’omologazione del concordato===
Il Tribunale civile di Roma, in data 18/22 luglio 1991, ammise in soli 15 giorni la Federconsorzi alla procedura, ritenendo idonee le condizioni formali e sostanziali dell'impresa ai sensi dell'art.160 della legge fallimentare. In merito, la commissione parlamentare d'inchiesta si espresse nel seguente modo: "che i tempi del tribunale per l'ammissibilità al concordato Federconsorzi, sono stati eccezionalmente rapidi e benevoli, la prassi dei giudici, era invece restrittiva, infatti, nel triennio 1990/92, fu concessa l'omologazione solo a tredici proposte di concordato preventivo su sessanta richieste, con una percentuale favorevole poco superiore al 20%".
 
Il Tribunale civile di Roma, in data 18/22 luglio 1991, ammise in soli 15 giorni la Federconsorzi alla procedura, ritenendo idonee le condizioni formali e sostanziali dell'impresa ai sensi dell'art.160 della legge fallimentare.
La parte penale seguì due percorsi:
* uno presso il Tribunale di Roma,<ref>Proc. n.3988/93,</ref> per i reati fallimentari inerenti alle attività svolte dagli amministratori fino al commissariamento. Gli imputati sono stati prosciolti per intervenuta prescrizione ex art.129 c.p.p., nell'udienza del 31 marzo 2008 svoltasi presso la I sezione, dopo che era stato riconosciuto dagli stessi, un misero risarcimento danni alle parti civili costituite. Ma la Cassazione, con una sentenza depositata in data 5 marzo 2010, ha rinviato alla Corte d'Appello di Roma per il giudizio di secondo grado gli ex amministratori, i sindaci e i direttori generali della holding agricola. Infatti, per la Suprema Corte, contrariamente al verdetto del Tribunale di Roma del marzo 2008, i reati non possono considerarsi estinti. Pertanto si riapre a distanza di svariati anni il caso Federconsorzi, che fu nei fatti il crack che anticipò l'era di [[tangentopoli]].<ref>[[s:Federconsorzi: storia di un'onta nazionale/III/2|Antonio Saltini imputazione: Bancarotta fraudolenta]]</ref>
* uno presso il Tribunale di Perugia,<ref>proc.n.474/96 R.G.</ref> per l'attività svolta dagli organi della procedura. L'organo giudicante ha pronunciato sentenza di condanna nei confronti degli imputati, unitamente alla società che aveva rilevato i beni della Federconsorzi a prezzo vile. In un primo tempo la vicenda vide coinvolti anche [[Cesare Geronzi]] e [[Sergio Cragnotti]],<ref>[[s:Federconsorzi: storia di un'onta nazionale/III|Antonio Saltini ''Polenghi Lombardo: una vendita da annullare'' Terra e Vita 1997]]</ref> e si concluse solo nel 2006 con la definitiva assoluzione da parte della Corte di Cassazione di [[Pellegrino Capaldo]] e di [[Ivo Greco]]. Comunque, la Suprema Corte confermava quanto già stabilito dalla Corte d'Appello di Perugia nel settembre 2004, la quale, aveva decretato che i beni della Federconsorzi erano stati venduti ad un prezzo inferiore al loro reale valore, per cui, mancavano all'appello circa 1.100 miliardi di lire. Cesare Geronzi<ref>Guido Buschettu (novembre 2007) in "democraziaLegalità.it",</ref> trovò a Perugia un Gip che, pur convinto che fosse avvenuto qualcosa di strano nell'operazione di vendita in blocco del patrimonio, lo ritenne, in quanto direttore generale del [[Banco di Santo Spirito]], non responsabile delle decisioni prese dal consiglio di amministrazione e dal presidente della banca. Il procuratore generale di Perugia, presentò appello contro il suo proscioglimento, perché riteneva che il direttore generale non fosse una figura secondaria e passiva. Il Tribunale ritenne inammissibile l'appello perché ritenuto tardivo.
 
Il Tribunale civile di Roma, in data 18/22 luglio 1991, ammise in soli 15 giorni la Federconsorzi alla procedura, ritenendo idonee le condizioni formali e sostanziali dell'impresa ai sensi dell'art.160 della legge fallimentare. In merito, la commissioneCommissione parlamentare d'inchiesta si espressesarebbe espressa nel seguente modo: "che i tempi del tribunale per l'ammissibilità al concordato Federconsorzi, sono stati eccezionalmente rapidi e benevoli, la prassi dei giudici, era invece restrittiva, infatti, nel triennio 1990/92, fu concessa l'omologazione solo a tredici proposte di concordato preventivo su sessanta richieste, con una percentuale favorevole poco superiore al 20%".
Tra i professionisti che si sono succeduti nelle cariche della procedura si segnalano Nicola Picardi, [[Enrico Gabrielli (giurista)|Enrico Gabrielli]] e [[Sergio Scicchitano]]. A distanza di anni dall'apertura della procedura non è ancora possibile prevedere quando la stessa troverà termine. Nel frattempo sul [[mercato finanziario secondario]] di Londra vi è stato un largo passaggio delle posizioni creditorie con importi veramente cospicui.<ref>[http://www.credfed.com/spaziorurale3.pdf articolo di stampa]</ref>
 
Tale concordato in seguito fu oggetto di una lunga vicenda giudiziaria e da varie commissioni di indagine.
== La Commissione Poli Bortone ==
[[File:Poli Bortone.jpg|thumb|Il ministro [[Adriana Poli Bortone]] ha disposto un'inchiesta ministeriale.]]
La Commissione d'indagine ministeriale, istituita dal Ministro delle risorse agricole [[Adriana Poli Bortone|Poli Bortone]], con decreto n.34644 del 12 ottobre 1994, ebbe lo scopo di analizzare la situazione che aveva condotto al commissariamento la Federconsorzi. La relazione conclusiva presentata nel mese di giugno 1995 evidenziava le grosse responsabilità del consiglio d'amministrazione, del collegio sindacale, dei vertici delle organizzazioni professionali, [[Coldiretti]] e [[Confagricoltura]], che di fatto amministravano l'azienda, e degli organi ministeriali a cui spettavano compiti di vigilanza e controllo.
 
=== La previsione dello scioglimento ===
Una condanna era rivolta al sistema bancario che aveva finanziato la Federconsorzi senza adeguate garanzie e senza aver compiuto nessun'istruttoria al fine di verificare l'entità del rischio che andava ad assumere. Sulle cause del crack i membri della commissione così espressero le loro valutazioni: {{q|il dissesto della Federconsorzi, ha tra le sue cause, rilevanti carenze gestionali. Gli amministratori e gli organi preposti al controllo dell'azienda, hanno smarrito la via che porta sia all'equilibrio economico d'esercizio, e sia all'equilibrio finanziario e all'efficienza nell'utilizzazione delle risorse.
Già nel 1999 con apposita legge si prevedeva lo scioglimento della Federconsorzi, ossia subito dopo la presentazione del rendiconto che doveva essere effettuato entro sei mesi<ref>Con l'articolo 9 della stessa legge, era stato fissato in 6 mesi il termine per la presentazione del rendiconto delle cessate gestioni delegate dallo Stato alla Federconsorzi e non ancora definite, ma la definizione si è trascinata per un decennio</ref>. La legge n. 410 del 1999, all'articolo 5, comma 2,<ref>[[s:Commissione parlamentare di inchiesta sulla Federconsorzi/Audizioni/31|wikisource]]</ref> aveva disposto lo scioglimento della Fedit, ai sensi dell'articolo 2544 c.c.,<ref>inIn data 15 febbraio 2000, è stato nominato il commissario liquidatore nella persona del consigliere Giovanni Marrocco.</ref><ref>Con l'articolo 9 della stessa legge, era stato fissato in 6 mesi il termine per la presentazione del rendiconto delle cessate gestioni delegate dallo Stato alla Federconsorzi e non ancora definite, ma la definizione si è trascinata per un decennio</ref> era previsto lo scioglimento della ''vecchia Federconsorzi'' ma nel 2010 una nuova norma introdotta come emendamento nell'ambito del ''decreto milleproroghe'' ha cancellato questo obbligo.<ref>http://www.studiliberali.it/uploads/Agricoltura/LA_FEDERCONSORZI_19.pdf</ref><ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.pdlsenato.it/sites/default/files/allegati/2011/01/22/rassegna_stampa_senatori_08-02-2010.pdf Poker Decreto Legge Senato - Le normative del poker online approvate dal senato<!-- Titolo generato automaticamente -->] |data=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>
La volontà politica seguita nell'erogazione del credito da parte degli amministratori, è un aspetto da censurare. Si è proceduto ad erogare crediti e ad eseguire altre operazioni finanziarie (copertura perdite), in favore di consorzi agrari in evidente stato di dissesto o addirittura posti in liquidazione coatta amministrativa, oltre che in favore di società controllate e collegate ([[Polenghi Lombardo|Polenghi]]/[[Fedital]]). Quindi si è trattato di operazioni per le quali la perdita poteva considerarsi certa.
Tale sistema, costituito dalla Federconsorzi e dal complesso dei consorzi come tutt'unico, non poteva essere perseguito oltre i limiti derivanti dagli equilibri di bilancio.}}
Per quanto riguarda il tema dei controlli, fissati dall'art.35 del D.Lgs. 1235/48, il quale, prevedeva che alla Federconsorzi ed ai consorzi agrari erano applicabili le disposizioni degli artt. dal 2542 al 2545 del codice civile, per cui, i poteri in essi previsti erano esercitati dal [[Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali|Ministero dell'agricoltura]], la commissione rilevava che: {{q|il Ministero non è andato oltre la presa d'atto della documentazione ricevuta e, tra l'altro, non ha mai esercitato la facoltà d'ispezione o di sospensione delle deliberazioni, né mai è stato sollecitato in tal senso dai sindaci di nomina ministeriale.}}
 
=== LaIl Bancaseguito d'Italiadella procedura ===
L'unica certezza conseguita, sotto il profilo legale, è che la Corte di appello di Roma alla fine del 2010 ha stabilito le modalità di calcolo degli interessi sui crediti vantati per la gestione degli ammassi, dopo che anni addietro i giudici avevano decretato l'esigibilità.
Un controllo che è mancato, secondo quanto accertato dalla commissione ministeriale d'indagine, è stato quello del sistema creditizio, il quale aveva affidato migliaia di miliardi di lire alla Federconsorzi e ai consorzi agrari senza ricevere adeguate garanzie. Le banche giustificarono il comportamento tenuto, rappresentando che ritenevano che lo Stato fosse garante di Fedit.
La [[Banca d'Italia]] non affrontò mai il problema perché il sistema non sembrava essere messo in dubbio. Quindi, la banca centrale, secondo la sua versione, non ritenne mai di intervenire in merito alle singole operazioni creditizie che le banche effettuavano con la Federconsorzi. Anche le banche estere furono indotte a concedere linee di credito, sull'esempio degli istituti italiani, alla Federconsorzi. Le stesse si allertarono quando scattò il commissariamento poiché solo in quel momento si chiesero perché lo Stato non fosse intervenuto, convinte che la Federconsorzi fosse un ente pubblico.
 
== La Commissione Parlamentare di inchiesta ==
Il Parlamento italiano istituì con legge 2 marzo 1998 n. 33 una [[Commissione parlamentare di inchiesta]]. La [[s:Commissione parlamentare di inchiesta sulla Federconsorzi|relazione di maggioranza della commissione]] affrontò, nel complesso della vicenda, anche il tema degli avvenimenti connessi alla liquidazione dell'immenso patrimonio, propendendo per una sostanziale correttezza dell'operazione riguardante la sola stipula dell'[[contratto quadro|atto quadro]]; nella stessa relazione, presentata nel 2001<ref>[https://patrimonio.archivio.senato.it/inventario/scheda/federconsorzi-xiii-leg/IT-SEN-045-001535/seduta-n-54-del-28-febbraio-2001#lg=1&slide=0 Commissione di inchiesta sulla Federconsorzi, ''54 Seduta n. 54 del 28 febbraio 2001 (28 febbraio 2001)'', in Archivio storico del Senato (ASSR), Federconsorzi (XIII leg.), 1.1.54].</ref>, si censurava, tra i vari accadimenti, anche l'ammissione e la relativa omologa del concordato preventivo. Era un atto necessario alla conseguente ''cessio bonorum'' in favore della [[Società gestione per il realizzo]], la quale fu appositamente costituita dalle maggiori banche creditrici di Federconsorzi; ma la Commissione ribadiva che la domanda di concordato doveva essere dichiarata irricevibile ed inammissibile, perché si rendeva impossibile in punto di meritevolezza. Oltretutto, non ne sussisteva una condizione fondamentale, riguardo alla sostanziale regolarità contabile. Inoltre, la Commissione rilevava che l'impegno dei tre commissari fu finalizzato solo al tentativo di liquidazione volontaria della Federconsorzi e non durò che 48 giorni: sfociando nella sola richiesta di concordato, non sembrò essersi tradotto in alcun beneficio per il ceto creditorio, e pertanto non poteva annullare anni di malgoverno. Di fatto, la condotta degli amministratori della Federconsorzi che avevano cagionato il dissesto, così come risultava da tutti gli atti della procedura, dalla relazione del commissario giudiziale, dall'impostazione dei commissari governativi e dalle consulenze raccolte dal Tribunale, lo rendeva impossibile.
 
== Vent'anni dopo il commissariamento ==
 
Già nel 1999 con apposita legge si prevedeva lo scioglimento della Federconsorzi, ossia subito dopo la presentazione del rendiconto che doveva essere effettuato entro sei mesi.
 
Il [[Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali|Ministro delle Politiche Agricole]] [[Giancarlo Galan]] nell'audizione del 25 gennaio 2011 alla Camera<ref>[http://www.camera.it/leg17/470?shadow_organo_parlamentare=2078&stenog=/_dati/leg16/lavori/stencomm/13/audiz2/2011/0125&pagina=s010 Camera.it - XVII Legislatura - Lavori - Resoconto stenografico delle audizioni<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> ha dichiarato:
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Dovranno rapidamente riuscire a fare una ricognizione - lasciatemelo dire - di quello che è rimasto e iniziare una vertenza che - immagino - sarà difficile con chi deve dare i soldi e chi aspira a ottenerli.}}
 
Per tale scopo, in virtù di quanto recita il decreto Ministeriale datato 9 dicembre 2010, a firma del Ministroministro Galan, sono statifurono nominati un commissario ed un sub -commissario della Federazione italiana dei consorzi agrari, rispettivamente Andrea Baldanza e Paolo Venuti. <ref>Andrea Baldanza, magistrato della Corte dei conti presso la Sezione regionale del controllo per la Regione Abruzzo e Paolo Venuti, dottore commercialista del Circondario del Tribunale di Padova, che ricopre numerosi incarichi di amministrazione e di controllo presso società pubbliche, private e a partecipazione pubblica.</ref>, col seguente incarico: «Ii professionisti dovranno procedere alla ricognizione del contenzioso pendente, in particolare quello nei confronti del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali in ordine ai crediti derivanti dalla rendicontazione della [[Ammasso dei prodotti agricoli|gestione degli ammassi]] dei prodotti agricoli, nonché il contenzioso promosso dagli ex dipendenti della Federconsorzi e di alcune società da essa controllate, con il compito di definire, anche in via transattiva, i predetti contenziosi.»
 
Il 22 giugno del 2011 Luigi Farenga è stato nominato, dalla sezione fallimentare del Tribunale di Roma di cui è presidente Ciro Monsurrò, commissario liquidatore di Federconsorzi. Professore di diritto commerciale a Perugia e commissario dell'ex gruppo Cirio, Farenga subentra al dimissionario Sergio Schicchitano. Quest'ultimo ha lasciato l'incarico in seguito all'indagine promossa dalla Procura di Roma sulle false fatturazioni che lo vede coinvolto insieme a Cesare Pambianchi (ex presidente di Confcommercio Roma) e Carlo Mazzieri. <ref>Secondo quanto riportato da: blog.panorama.it/italia/, : "Scicchitano, è stato liquidatore della Federconsorzi dal 2003 al 2011. Otto anni con al centro il rovente contenzioso sul patrimonio che nel 1993 era finito nelle mani della S.G.R. di Capaldo, attraverso un contestatissimo "atto quadro", ossia un negozio giuridico nullo e illecito, come l'ha definito chiaramente la Corte d'Appello di Perugia nel 2004. Scicchitano, anziché recuperare i beni, nel 2008 aveva firmato una nuova transazione con la S.G.R., rinunciando a tutti i risarcimenti in cambio di crediti risalenti al 1993. Dopo le dimissioni di Scicchitano, il commissario governativo Andrea Baldanza, si è rifiutato di approvare il suo ultimo rendiconto: su 4,5 milioni di uscite nel 2010, i creditori hanno avuto 861,577 euro e 57 centesimi. Il grosso, 2.5 milioni è andato in spese di "contenzioso generale". Mentre per l'intera gestione, in otto anni ci sono stati incassi per 33 milioni e uscite per 55 milioni, ma i creditori ne hanno visti solo 15 di milioni. L'amministrazione, il contenzioso e il compenso del liquidatore, Scicchitano medesimo, si sono presi 40 milioni".</ref>.
Si profilava un'altra vertenza sulla vicenda Federconsorzi, avendo il Ministro per le politiche agricole, Galan, ricordato che lo Stato è debitore nei confronti del mondo agricolo e ribadito che il credito deve essere riconosciuto all'agricoltura e non alle banche. Dopo più di 20 anni dal crack si ritorna a parlare dello scandalo Federconsorzi, definito da alcuni la madre di tutte le tangenti: particolarmente danneggiati appaiono gli ex dipendenti Fedit, anche con la rimessa ''in bonis'' della Federconsorzi, ma che - organizzatisi - dichiarano la volontà di fare chiarezza sulla vicenda attraverso un processo civile intrapreso nei confronti dell'ex Ministero dell'agricoltura (R.G. 29111/2004). Già nel novembre 2011, l'assemblea dei soci della Fedit, convocata presso il Ministero delle politiche agricole (autore del dissesto della Federconsorzi, unitamente agli amministratori ed al collegio sindacale), aveva approvato il bilancio, utile all'ulteriore passo avanti per tornare alla normalizzazione gestionale della fu istituzione. I consorzi agrari che hanno partecipato all'assemblea sono quelli di stretto collegamento alla [[Coldiretti]]; le altre organizzazioni degli agricoltori si sono poste in atteggiamento critico. La posta in gioco è alta (centinaia di milioni di euro): sono inesigibili crediti verso lo Stato per la gestione degli ammassi di tantissimi anni fa, da tutti ripudiati, tranne che dalla S.G.R. Con un emendamento alla legge ''milleproroghe'' del 2010 è stato soppresso l'obbligo di scioglimento della Fedit rendendo liquidabili crediti altrimenti inesigibili<ref>Si fronteggiano la tesi secondo cui creditore è la Federconsorzi, non come impresa commerciale ma come agente contabile dello Stato, e quella per cui il credito spetta ai creditori: le banche, del resto, si erano rese acquirenti dei beni attraverso S.G.R., lucrando la differenza di prezzo tra il vero valore commerciale e quello d'acquisto, definito dalla Corte d'Appello di Perugia "vile".</ref>.
 
=== Le assemblee societarie del 2011 ===
== Dimissioni di Sergio Scicchitano e nomina di Luigi Farenga ==
Dopo 20 anni in cui in presenza del commissariamento governativo gli organi sociali avevano cessato di funzionare, il nuovo commissario governativo, appoggiato dai [[consorzio agrario|consirzi agrari]] tornati ''in bonis'', ha rilanciato la proposta di non procedere allo scioglimento della Federconsorzi,<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=1056582 il Velino/AGV Agenzia Giornalistica il Velino - NAPOLITANO: EVASORI NON MERITANO DI ESSERE ITALIANI<!-- Titolo generato automaticamente -->] |data=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> convocando l'assemblea dei soci per far sì che la ''vecchia'' Federconsorzi avesse titolo per rivendicare i crediti nascenti dalle gestioni ammassi. Dopo una prima assemblea di aprile<ref>{{Cita web |url=http://www.conipiediperterra.com/si-e-riunita-dopo-15-anni-l%E2%80%99assemblea-di-federconsorzi-0414.html |titolo=Si è riunita dopo 15 anni l'assemblea di Federconsorzi {{!}} Con i piedi per terra<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=5 dicembre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304083312/http://www.conipiediperterra.com/si-e-riunita-dopo-15-anni-l%E2%80%99assemblea-di-federconsorzi-0414.html |dataarchivio=4 marzo 2016 |urlmorto=sì }}</ref> e poi di giugno<ref>[http://www.winenews.it/i-capolavori-dell-agroalimentare-d-italia/23029/anche-qeusta-e-italia-a-15-anni-dal-suo-ultimo-incontro-di-scena-a-roma-assemblea-federconsorzi-con-un-commissario-nominato-dal-ministro-delle-politiche-agricole-odg-illustrazione-dello-stato-di-liquidazione WineNews - ANCHE QUESTA È ITALIA … A 15 ANNI DAL SUO ULTIMO INCONTRO, DI SCENA A ROMA ASSEMBLEA FEDERCONSORZI, CON UN COMMISSARIO NOMINATO DAL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICO...<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.agricoltura24.com/fedit-a-giugno-presenta-il-bilancio/p_3086.html Fedit a giugno presenta il bilancio - News - Agricoltura24<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> ed una dell'11 novembre<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://dbase1.ipzs.it/fcgi-free/db2www/gufffree/gup2.mac/testo_voce?docid=2011123N11007&aagu=2011&tb_numgu=123&tb_suppl=N Guritel - avviso abbonati GU 2013<!-- Titolo generato automaticamente -->] |data=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> per adeguare lo statuto alle nuove normative, era fissata un'assemblea per il 28 novembre che avrebbe dovuto rieleggere il consiglio di amministrazione. Di fatto si è però limitata ad approvare il bilancio sociale.<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.24oreagricoltura.it/dettaglio.asp?id=965 24ORE Agricoltura - Dettaglio Articolo<!-- Titolo generato automaticamente -->] |data=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref><ref>[http://cibusonline.net/2011/11/consorzi-agrari-il-prossimo-28-novembre-lassemblea-verso-la-nuova-federconsorzi/ CONSORZI AGRARI: il prossimo 28 novembre l'assemblea. Verso la nuova Federconsorzi | Cibus<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2011-11-27/federconsorzi-pronta-rinascere-144022.shtml?uuid=AaYQX8OE La Federconsorzi è pronta a rinascere - Il Sole 24 ORE<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> Per l'area sindacale-politica tale soluzione è stata sostenuta dalla [[Coldiretti]], avversata dalle altre forze.<ref>[http://www.italiaoggi.it/giornali/preview_giornali.asp?id=1743043&codiciTestate=1&sez=hgiornali Un blitz nei consorzi - AGRICOLTURA OGGI - Italiaoggi<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
Il 22 giugno del 2011 Luigi Farenga è stato nominato, dalla sezione fallimentare del Tribunale di Roma di cui è presidente Ciro Monsurrò, commissario liquidatore di Federconsorzi. Professore di diritto commerciale a Perugia e commissario dell'ex gruppo Cirio, Farenga subentra al dimissionario Sergio Schicchitano. Quest'ultimo ha lasciato l'incarico in seguito all'indagine promossa dalla Procura di Roma sulle false fatturazioni che lo vede coinvolto insieme a Cesare Pambianchi (ex presidente di Confcommercio Roma) e Carlo Mazzieri. Secondo quanto riportato da:blog.panorama.it/italia/, "Scicchitano, è stato liquidatore della Federconsorzi dal 2003 al 2011. Otto anni con al centro il rovente contenzioso sul patrimonio che nel 1993 era finito nelle mani della S.G.R. di Capaldo, attraverso un contestatissimo "atto quadro", ossia un negozio giuridico nullo e illecito, come l'ha definito chiaramente la Corte d'Appello di Perugia nel 2004.
 
==Le inchieste==
Scicchitano, anziché recuperare i beni, nel 2008 ha firmato una nuova transazione con la S.G.R., rinunciando a tutti i risarcimenti in cambio di crediti risalenti al 1993. Carta straccia, o quasi, da qui il fascicolo aperto nel 2010 a Perugia, e tanti saluti ai creditori e alle "persone che si sono viste portare via il lavoro". Dopo le dimissioni di Scicchitano, il commissario governativo Andrea Baldanza, si è rifiutato di approvare il suo ultimo rendiconto: su 4,5 milioni di uscite nel 2010, i creditori hanno avuto 861,577 euro e 57 centesimi. Il grosso, 2.5 milioni è andato in spese di "contenzioso generale". Mentre per l'intera gestione, in otto anni ci sono stati incassi per 33 milioni e uscite per 55 milioni, ma i creditori ne hanno visti solo 15 di milioni. L'amministrazione, il contenzioso e il compenso del liquidatore, Scicchitano medesimo, si sono presi 40 milioni".
 
===I processi penali===
== Federconsorzi un fantasma di due decenni ==
 
A circa venti anni dal suo forzato disfacimento la Federconsorzi fa ancora parlare di sé. Infatti, il contenzioso pendente nei confronti del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, in ordine ai crediti derivanti dal rendiconto della gestione degli ammassi dei prodotti agricoli nonché il contenzioso in essere promosso dagli ex dipendenti della Federconsorzi e di alcune società da essa controllate, sembra lontano dalla sua definizione, anche in via transattiva. In sostanza, nessun tribunale, né indagini e processi da cui sono passati nomi illustri, né la Commissione d'inchiesta parlamentare (1998), né quella ministeriale (1994) sono riusciti a venire definitivamente a capo della squallida storia giudiziaria/finanziaria, la quale, ha permesso a pochissimi di arricchirsi e a moltissimi di rimanere a bocca asciutta. L'unica certezza è che la Corte di appello di Roma alla fine del 2010 ha stabilito le modalità di calcolo degli interessi sui crediti vantati per la gestione degli ammassi, dopo che anni addietro i giudici avevano decretato l'esigibilità.
La partevicenda penale seguì due percorsi:
* uno presso il Tribunale di Roma,<ref>Proc. n.3988/93,</ref> per i reati fallimentari inerenti alle attività svolte dagli amministratori fino al commissariamento. Gli imputati sono stati prosciolti per intervenuta prescrizione ex art.129 c.p.p., nell'udienza del 31 marzo 2008 svoltasi presso la I sezione, dopo che era stato riconosciuto dagli stessi, un misero risarcimento danni alle parti civili costituite. Ma la Cassazione, con una sentenza depositata in data 5 marzo 2010, ha rinviato alla Corte d'Appello di Roma per il giudizio di secondo grado gli ex amministratori, i sindaci e i direttori generali della holding agricola. Infatti, per la Suprema Corte, contrariamente al verdetto del Tribunale di Roma del marzo 2008, i reati non possono considerarsi estinti. Pertanto si riapre a distanza di svariati anni il caso Federconsorzi, che fu nei fatti il crack che anticipò l'era di [[tangentopoli]].<ref>[[s:Federconsorzi: storia di un'onta nazionale/III/2|Antonio Saltini imputazione: Bancarotta fraudolenta]]</ref>
 
* uno presso il Tribunale di Perugia,<ref>proc.n.474/96 R.G.</ref> per l'attività svolta dagli organi della procedura. L'organo giudicante ha pronunciato sentenza di condanna nei confronti degli imputati, unitamente alla società che aveva rilevato i beni della Federconsorzi a prezzo vile. In un primo tempo la vicenda vide coinvolti anche [[Cesare Geronzi]] e [[Sergio Cragnotti]],<ref>[[s:Federconsorzi: storia di un'onta nazionale/III|Antonio Saltini ''Polenghi Lombardo: una vendita da annullare'' Terra e Vita 1997]]</ref> e si concluse solo nel 2006 con la definitiva assoluzione da parte della Corte di Cassazione di [[Pellegrino Capaldo]] e di [[Ivo Greco]]. Comunque, la Suprema Corte confermava quanto già stabilito dalla Corte d'Appello di Perugia nel settembre 2004, la quale, aveva decretato che i beni della Federconsorzi erano stati venduti ad un prezzo inferiore al loro reale valore, per cui, mancavano all'appello circa 1.100 miliardi di lire. Cesare Geronzi<ref>Guido Buschettu (novembre 2007) in "democraziaLegalità.it",</ref> trovò a Perugia un Gip che, pur convinto che fosse avvenuto qualcosa di strano nell'operazione di vendita in blocco del patrimonio, lo ritenne, in quanto direttore generale del [[Banco di Santo Spirito]], non responsabile delle decisioni prese dal consiglio di amministrazione e dal presidente della banca. Il procuratore generale di Perugia, presentò appello contro il suo proscioglimento, perché riteneva che il direttore generale non fosse una figura secondaria e passiva. Il Tribunale ritenne inammissibile l'appello perché ritenuto tardivo (Guido Buschettu, novembre 2007 in "democraziaLegalità.it").</ref> e [[Sergio Cragnotti]],<ref>[[s:Federconsorzi: storia di un'onta nazionale/III|Antonio Saltini ''Polenghi Lombardo: una vendita da annullare'' Terra e Vita 1997]]</ref> e si concluse solo nel 2006 con la definitiva assoluzione da parte della Corte di Cassazione di [[Pellegrino Capaldo]] e di [[Ivo Greco]].
 
Quando era uscito il dispositivo della Corte d’Appello di Perugia nel giugno 2004, tutta la stampa aveva salutato l’assoluzione di Pellegrino Capaldo (l’ex presidente della Banca di Roma) ed Ivo Greco (ex presidente della Sezione fallimentare del Tribunale di Roma ed anche, poi, del Tribunale dei Ministri) dall’accusa di bancarotta fraudolenta per dissipazione, come un gran ribaltamento delle condanne a 4 anni di reclusione fatta dal Tribunale. Nel mese di settembre 2004, uscite le motivazioni, emergeva chiaramente, dalla lettura delle stesseperò, che la ricostruzione dei fatti avanzata dall’accusa restava confermata in pieno<ref>Nel leggere le 330 pagine della sentenza balza subito all’occhio un fatto molto evidente: la Corte d’appello dice chiaramente che i beni di Federconsorzi sono stati venduti a prezzo “vile” e che mancano all’appello almeno 1.100 miliardi di lire.</ref>, così come aveva deciso la corte nel 1º grado. La Corte d’appello dovette assolvere gli imputati perché, purnon essendociessendo alcuniprovato il dolo, nel dubbio gli imputati vanno dichiarati esenti dalla responsabilità penale<ref>Secondo la legge italiana quando l’assoluzione degli imputati avviene con una elementiformula che fannonon pensareesclude adche i fatti siano accaduti, coloro che si ritengono danneggiati hanno la possibilità di iniziare una consapevolezzacausa delcivile comportamentoper illecitochiedere il risarcimento dei danni, cein nequanto sonol’accadimento altripuò piùessere dubbiosivalutato diversamente rispetto al giudizio penale. InNel parolegiudizio povere:civile nonè sidiverso sail secriterio c’eradi accertamento del nesso di causalità, il doloquale, erisponde alla logica del “più probabile che non”; in altre parole, nel dubbio,giudizio glicivile imputatisi vannosegue assoltila regola della preponderanza dell’evidenza.</ref>.
 
Comunque, la Suprema Corte confermava quanto già stabilito dalla Corte d'Appello di Perugia nel settembre 2004, la quale aveva decretato che i beni della Federconsorzi erano stati venduti ad un prezzo inferiore al loro reale valore, per cui mancavano all'appello circa 1.100 miliardi di lire.
 
=== La Commissione ministeriale Poli Bortone ===
[[File:Poli Bortone.jpg|thumb|Il ministro [[Adriana Poli Bortone]] ha disposto un'inchiesta ministeriale.]]
La Commissione d'indagine ministeriale, istituita dal Ministro delle risorse agricole [[Adriana Poli Bortone|Poli Bortone]], con decreto n.34644 del 12 ottobre 1994, ebbe lo scopo di analizzare la situazione che aveva condotto al commissariamento la Federconsorzi. La relazione conclusiva presentata nel mese di giugno 1995 evidenziava le grosse responsabilità del consiglio d'amministrazione, del collegio sindacale, dei vertici delle organizzazioni professionali, [[Coldiretti]] e [[Confagricoltura]], che di fatto amministravano l'azienda, e degli organi ministeriali a cui spettavano compiti di vigilanza e controllo.
 
Una condanna era rivolta al sistema bancario che aveva finanziato la Federconsorzi senza adeguate garanzie e senza aver compiuto nessun'istruttoria al fine di verificare l'entità del rischio che andava ad assumere. Sulle cause del crack i membri della commissione così espressero le loro valutazioni: {{q|il dissesto della Federconsorzi, ha tra le sue cause, rilevanti carenze gestionali. Gli amministratori e gli organi preposti al controllo dell'azienda, hanno smarrito la via che porta sia all'equilibrio economico d'esercizio, e sia all'equilibrio finanziario e all'efficienza nell'utilizzazione delle risorse.
La volontà politica seguita nell'erogazione del credito da parte degli amministratori, è un aspetto da censurare. Si è proceduto ad erogare crediti e ad eseguire altre operazioni finanziarie (copertura perdite), in favore di consorzi agrari in evidente stato di dissesto o addirittura posti in liquidazione coatta amministrativa, oltre che in favore di società controllate e collegate ([[Polenghi Lombardo|Polenghi]]/[[Fedital]]). Quindi si è trattato di operazioni per le quali la perdita poteva considerarsi certa.
Tale sistema, costituito dalla Federconsorzi e dal complesso dei consorzi come tutt'unico, non poteva essere perseguito oltre i limiti derivanti dagli equilibri di bilancio.}}
Per quanto riguarda il tema dei controlli, fissati dall'art.35 del D.Lgs. 1235/48, il quale, prevedeva che alla Federconsorzi ed ai consorzi agrari erano applicabili le disposizioni degli artt. dal 2542 al 2545 del codice civile, per cui, i poteri in essi previsti erano esercitati dal [[Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali|Ministero dell'agricoltura]], la commissione rilevava che: {{q|il Ministero non è andato oltre la presa d'atto della documentazione ricevuta e, tra l'altro, non ha mai esercitato la facoltà d'ispezione o di sospensione delle deliberazioni, né mai è stato sollecitato in tal senso dai sindaci di nomina ministeriale.}}
 
=== La Commissione Parlamentareparlamentare di inchiesta ===
Il Parlamento italiano istituì con legge 2 marzo 1998 n. 33 una [[Commissione parlamentare di inchiesta]]. La [[s:Commissione parlamentare di inchiesta sulla Federconsorzi|relazione di maggioranza della commissione]] affrontò, nel complesso della vicenda, anche il tema degli avvenimenti connessi alla liquidazione dell'immenso patrimonio, propendendo per una sostanziale correttezza dell'operazione riguardante la sola stipula dell'[[contratto quadro|atto quadro]]; nella stessa relazione, presentata nel 2001<ref>[https://patrimonio.archivio.senato.it/inventario/scheda/federconsorzi-xiii-leg/IT-SEN-045-001535/seduta-n-54-del-28-febbraio-2001#lg=1&slide=0 Commissione di inchiesta sulla Federconsorzi, ''54 Seduta n. 54 del 28 febbraio 2001 (28 febbraio 2001)'', in Archivio storico del Senato (ASSR), Federconsorzi (XIII leg.), 1.1.54].</ref>, si censurava, tra i vari accadimenti, anche l'ammissione e la relativa omologa del concordato preventivo. Era un atto necessario alla conseguente ''cessio bonorum'' in favore della [[Società gestione per il realizzo]], la quale fu appositamente costituita dalle maggiori banche creditrici di Federconsorzi; ma la Commissione ribadiva che la domanda di concordato doveva essere dichiarata irricevibile ed inammissibile, perché si rendeva impossibile in punto di meritevolezza. Oltretutto, non ne sussisteva una condizione fondamentale, riguardo alla sostanziale regolarità contabile. Inoltre, la Commissione rilevava che l'impegno dei tre commissari fu finalizzato solo al tentativo di liquidazione volontaria della Federconsorzi e non durò che 48 giorni: sfociando nella sola richiesta di concordato, non sembrò essersi tradotto in alcun beneficio per il ceto creditorio, e pertanto non poteva annullare anni di malgoverno. Di fatto, la condotta degli amministratori della Federconsorzi che avevano cagionato il dissesto, così come risultava da tutti gli atti della procedura, dalla relazione del commissario giudiziale, dall'impostazione dei commissari governativi e dalle consulenze raccolte dal Tribunale, lo rendeva impossibile.
 
==Giudizio storico==
=== Le ricadute finanziarie e la Banca d'Italia ===
Un controllo che è mancato, secondo quanto accertato dalla commissione ministeriale d'indagine, è stato quello del sistema creditizio, il quale aveva affidato migliaia di miliardi di lire alla Federconsorzi e ai consorzi agrari senza ricevere adeguate garanzie. Le banche giustificarono il comportamento tenuto, rappresentando che ritenevano che lo Stato fosse garante di Fedit.
La [[Banca d'Italia]] non affrontò mai il problema perché il sistema non sembrava essere messo in dubbio. Quindi, la banca centrale, secondo la sua versione, non ritenne mai di intervenire in merito alle singole operazioni creditizie che le banche effettuavano con la Federconsorzi.
 
La [[Banca d'Italia]] non affrontò mai il problema perché il sistema non sembrava essere messo in dubbio. Quindi, la banca centrale, secondo la sua versione, non ritenne mai di intervenire in merito alle singole operazioni creditizie che le banche effettuavano con la Federconsorzi. Anche le banche estere furono indotte a concedere linee di credito, sull'esempio degli istituti italiani, alla Federconsorzi. Le stesse: si allertarono quando scattò il commissariamento poiché solo in quel momento si chiesero perché lo Stato non fosse intervenuto, convinte che la Federconsorzi fosse un ente pubblico.
== La previsione dello scioglimento ==
Fino a quel momento, sul [[mercato finanziario secondario]] di Londra vi era stato un largo passaggio delle posizioni creditorie con importi veramente cospicui.<ref>[http://www.credfed.com/spaziorurale3.pdf articolo di stampa]</ref>
La legge n. 410 del 1999, all'articolo 5, comma 2,<ref>[[s:Commissione parlamentare di inchiesta sulla Federconsorzi/Audizioni/31|wikisource]]</ref> aveva disposto lo scioglimento della Fedit, ai sensi dell'articolo 2544 c.c.,<ref>in data 15 febbraio 2000, è stato nominato il commissario liquidatore nella persona del consigliere Giovanni Marrocco.</ref><ref>Con l'articolo 9 della stessa legge, era stato fissato in 6 mesi il termine per la presentazione del rendiconto delle cessate gestioni delegate dallo Stato alla Federconsorzi e non ancora definite, ma la definizione si è trascinata per un decennio</ref> era previsto lo scioglimento della ''vecchia Federconsorzi'' ma nel 2010 una nuova norma introdotta come emendamento nell'ambito del ''decreto milleproroghe'' ha cancellato questo obbligo.<ref>http://www.studiliberali.it/uploads/Agricoltura/LA_FEDERCONSORZI_19.pdf</ref><ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.pdlsenato.it/sites/default/files/allegati/2011/01/22/rassegna_stampa_senatori_08-02-2010.pdf Poker Decreto Legge Senato - Le normative del poker online approvate dal senato<!-- Titolo generato automaticamente -->] |data=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>
 
===Le ricadute sui lavoratori===
== Le assemblee societarie del 2011 ==
Nel 2004, un certo numero di ex dipendenti promuoveva un’azione risarcitoria dinnanzi al Tribunale Civile di Roma, sul presupposto della responsabilità per “culpa in vigilando”, nei confronti del Ministero dell’Agricoltura (nr. R.G. 29111/2004).
Dopo 20 anni in cui in presenza del commissariamento governativo gli organi sociali avevano cessato di funzionare, il nuovo commissario governativo, appoggiato dai [[consorzio agrario|consirzi agrari]] tornati in bonis, ha rilanciato la proposta di non procedere allo scioglimento della Federconsorzi,<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=1056582 il Velino/AGV Agenzia Giornalistica il Velino - NAPOLITANO: EVASORI NON MERITANO DI ESSERE ITALIANI<!-- Titolo generato automaticamente -->] |data=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> convocando l'assemblea dei soci per far sì che la ''vecchia'' Federconsorzi avesse titolo per rivendicare i crediti nascenti dalle gestioni ammassi. Dopo una prima assemblea di aprile<ref>{{Cita web |url=http://www.conipiediperterra.com/si-e-riunita-dopo-15-anni-l%E2%80%99assemblea-di-federconsorzi-0414.html |titolo=Si è riunita dopo 15 anni l'assemblea di Federconsorzi {{!}} Con i piedi per terra<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=5 dicembre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304083312/http://www.conipiediperterra.com/si-e-riunita-dopo-15-anni-l%E2%80%99assemblea-di-federconsorzi-0414.html |dataarchivio=4 marzo 2016 |urlmorto=sì }}</ref> e poi di giugno<ref>[http://www.winenews.it/i-capolavori-dell-agroalimentare-d-italia/23029/anche-qeusta-e-italia-a-15-anni-dal-suo-ultimo-incontro-di-scena-a-roma-assemblea-federconsorzi-con-un-commissario-nominato-dal-ministro-delle-politiche-agricole-odg-illustrazione-dello-stato-di-liquidazione WineNews - ANCHE QUESTA È ITALIA … A 15 ANNI DAL SUO ULTIMO INCONTRO, DI SCENA A ROMA ASSEMBLEA FEDERCONSORZI, CON UN COMMISSARIO NOMINATO DAL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICO...<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.agricoltura24.com/fedit-a-giugno-presenta-il-bilancio/p_3086.html Fedit a giugno presenta il bilancio - News - Agricoltura24<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> ed una dell'11 novembre<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://dbase1.ipzs.it/fcgi-free/db2www/gufffree/gup2.mac/testo_voce?docid=2011123N11007&aagu=2011&tb_numgu=123&tb_suppl=N Guritel - avviso abbonati GU 2013<!-- Titolo generato automaticamente -->] |data=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> per adeguare lo statuto alle nuove normative, era fissata un'assemblea per il 28 novembre che avrebbe dovuto rieleggere il consiglio di amministrazione. Di fatto si è però limitata ad approvare il bilancio sociale.<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://www.24oreagricoltura.it/dettaglio.asp?id=965 24ORE Agricoltura - Dettaglio Articolo<!-- Titolo generato automaticamente -->] |data=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref><ref>[http://cibusonline.net/2011/11/consorzi-agrari-il-prossimo-28-novembre-lassemblea-verso-la-nuova-federconsorzi/ CONSORZI AGRARI: il prossimo 28 novembre l'assemblea. Verso la nuova Federconsorzi | Cibus<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>[http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2011-11-27/federconsorzi-pronta-rinascere-144022.shtml?uuid=AaYQX8OE La Federconsorzi è pronta a rinascere - Il Sole 24 ORE<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> Per l'area sindacale-politica tale soluzione è stata sostenuta dalla [[Coldiretti]], avversata dalle altre forze.<ref>[http://www.italiaoggi.it/giornali/preview_giornali.asp?id=1743043&codiciTestate=1&sez=hgiornali Un blitz nei consorzi - AGRICOLTURA OGGI - Italiaoggi<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
 
Si profilava un'altra vertenza sulla vicenda Federconsorzi, avendoAvendo il Ministro per le politiche agricole, Galan, ricordato che lo Stato è debitore nei confronti del mondo agricolo e ribadito che il credito deve essere riconosciuto all'agricoltura e non alle banche. Dopo più di 20 anni dal crack si ritorna a parlare dello scandalo Federconsorzi, definito da alcuni la madre di tutte le tangenti: particolarmente danneggiati appaiono gli ex dipendenti Fedit, anche con la rimessa ''in bonis'' della Federconsorzi, ma che - organizzatisi - dichiarano la volontà di fare chiarezza sulla vicenda attraverso un processo civile intrapreso nei confronti dell'ex Ministero dell'agricoltura (R.G. 29111/2004). Già nel novembre 2011, l'assemblea dei soci della Fedit, convocata presso il Ministero delle politiche agricole (autore del dissesto della Federconsorzi, unitamente agli amministratori ed al collegio sindacale), aveva approvato il bilancio, utile all'ulteriore passo avanti per tornare alla normalizzazione gestionale della fu istituzione. I consorzi agrari che hanno partecipato all'assemblea sono quelli di stretto collegamento alla [[Coldiretti]]; le altre organizzazioni degli agricoltori si sono poste in atteggiamento critico. La posta in gioco è alta (centinaia di milioni di euro): sono inesigibili crediti verso lo Stato per la gestione degli ammassi di tantissimi anni fa, da tutti ripudiati, tranne che dalla S.G.R. Con un emendamento alla legge ''milleproroghe'' del 2010 è stato soppresso l'obbligo di scioglimento della Fedit rendendo liquidabili crediti altrimenti inesigibili<ref>Si fronteggiano la tesi secondo cui creditore è la Federconsorzi, non come impresa commerciale ma come agente contabile dello Stato, e quella per cui il credito spetta ai creditori: le banche, del resto, si erano rese acquirenti dei beni attraverso S.G.R., lucrando la differenza di prezzo tra il vero valore commerciale e quello d'acquisto, definito dalla Corte d'Appello di Perugia "vile".</ref>.
== Una vicenda irrisolta dopo oltre 1/4 di secolo dal tracollo ==
Quando era uscito il dispositivo della Corte d’Appello di Perugia nel giugno 2004, tutta la stampa aveva salutato l’assoluzione di Pellegrino Capaldo (l’ex presidente della Banca di Roma) ed Ivo Greco (ex presidente della Sezione fallimentare del Tribunale di Roma ed anche, poi, del Tribunale dei Ministri) dall’accusa di bancarotta fraudolenta per dissipazione, come un gran ribaltamento delle condanne a 4 anni di reclusione fatta dal Tribunale. Nel mese di settembre 2004 uscite le motivazioni, emergeva chiaramente, dalla lettura delle stesse, che la ricostruzione dei fatti avanzata dall’accusa restava confermata in pieno così come aveva deciso la corte nel 1º grado. La Corte d’appello dovette assolvere gli imputati perché pur essendoci alcuni elementi che fanno pensare ad una consapevolezza del comportamento illecito, ce ne sono altri più dubbiosi. In parole povere: non si sa se c’era il dolo e, nel dubbio, gli imputati vanno assolti.
 
La posta in gioco è alta (centinaia di milioni di euro): sono inesigibili crediti verso lo Stato per la gestione degli ammassi di tantissimi anni fa, da tutti ripudiati, tranne che dalla S.G.R. Quando con un emendamento alla legge ''milleproroghe'' del 2010 è stato soppresso l'obbligo di scioglimento della Fedit, si resero liquidabili crediti altrimenti inesigibili<ref>Si fronteggiano la tesi secondo cui creditore è la Federconsorzi, non come impresa commerciale ma come agente contabile dello Stato, e quella per cui il credito spetta ai creditori: le banche, del resto, si erano rese acquirenti dei beni attraverso S.G.R., lucrando la differenza di prezzo tra il vero valore commerciale e quello d'acquisto, definito dalla Corte d'Appello di Perugia "vile".</ref>.
Nel leggere le 330 pagine della sentenza balza subito all’occhio un fatto molto evidente; la Corte d’appello dice chiaramente che i beni di Federconsorzi sono stati venduti a prezzo vile e che mancano all’appello almeno 1.100 miliardi di lire
 
Si sviluppò quindi il contenzioso nei confronti del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, in ordine ai crediti derivanti dal rendiconto della gestione degli ammassi dei prodotti agricoli nonché il contenzioso in essere promosso dagli ex dipendenti della Federconsorzi e di alcune società da essa controllate: esso sembra però ancora lontano dalla sua definizione, anche in via transattiva. La causa civile originaria N. R.G. 29111/2004, in primo grado, ha visto il Giudice monocratico del Tribunale di Roma segnalare “le oscillazioni giurisprudenziali tra i vari gradi di giudizio (procedimento penale Perugia) sulla questione oggetto del presente procedimento e, osservato che la pronuncia della Suprema Corte di assoluzione del Commissario Governativo Fedit (D’ercole) è intervenuta in corso di causa. Per cui, sono state rigettale le domande proposte dagli attori”.
Secondo la legge italiana quando l’assoluzione degli imputati avviene con una formula che non esclude che i fatti siano accaduti, coloro che si ritengono danneggiati hanno la possibilità di iniziare una causa civile per chiedere il risarcimento dei danni, in quanto, l’accadimento può essere valutato diversamente rispetto al giudizio penale. Nel giudizio civile è proprio diverso il criterio di accertamento del nesso di causalità, il quale, risponde alla logica del “più probabile che non”. In altre parole, nel giudizio civile si segue la regola della preponderanza dell’evidenza.
 
Una parte dei dipendenti non volle legare le aspettative risarcitorie alla richiesta dei presunti crediti per la gestione degli ammassi di circa 70 anni orsono, respingendo il collegamento delle loro istanze con l’annoso problema ammassi, né vollero avere a che fare con la struttura che sta gestendo la partita economica in tale senso. Non aderirono quindi ad un accordo con il Commissario di Governo – per un risarcimento da pagarsi attraverso l’incasso ed il residuo di avanzo dei proventi degli ammassi – stipulato da un folto gruppo di ex dipendenti, che hanno voluto e si sono staccati dalla causa originaria in data 28 ottobre 2013, perché con l’accordo transattivo (Baldanza – Avvocati) il Giudice della II sezione civile del Tribunale di Roma, per loro, ha dichiarato cessata la materia del contendere.
Ecco perché, nello stesso anno, cioè il 2004, un certo numero di ex dipendenti promuovevano un’azione risarcitoria dinnanzi al Tribunale Civile di Roma, sul presupposto della responsabilità per “culpa in vigilando”, nei confronti del Ministero dell’Agricoltura (nr. R.G. 29111/2004). E ancora a seguito di separazione avvenuta con ordinanza del Giudice datata 28 ottobre 2013 n. 7 ex dipendenti avevano ribadito e riproposto la richiesta con le stesse motivazioni allo stesso Tribunale (N. R.G.80863/2013). I 7, sono più che convinti che con la mancata applicazione del D.lgs. 7 Maggio 1948 n. 1235, risulta del tutto evidente la responsabilità per culpa in vigilando del Ministero dell’Agricoltura, cui competevano specifici obblighi di controllo e vigilanza sulla Federazione Italiana dei Consorzi Agrari e sui Consorzi Agrari. Che l’art.35 del D.lgs.n.1235/1948 prevede espressamente che “ai consorzi agrari e alla federazione dei Consorzi Agrari sono applicabili le disposizioni degli artt. 2542 e 2545 c.c. I poteri previsti dalle predette disposizioni sono esercitati dal Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste. Quest’obbligo di controllo avrebbe dovuto esplicarsi anche in una vera e propria analisi della gestione. A fronte di questo, è chiaro a tutti, che parlando di disfatta della Federconsorzi, parliamo di un illecito commesso e reiterato per parecchi anni, almeno dal 1980 sino al commissariamento, da parte del Ministero dell’agricoltura. Anche la Commissione Parlamentare D’Inchiesta, come pure la Commissione ministeriale Poli Bortone, sono giunte a questa conclusione. Solo la giustizia ordinaria non ha mai individuato i responsabili del crack. Per cui, i componenti dell’illecito si possono identificare in causa, evento e danno, oltre il nesso di casualità che lega la causa (fatto) all’evento e l’evento al danno. L’evento è il risultato finale del comportamento illecito, mentre il danno è la conseguenza del fatto illecito. Quindi, l’idea di illecito nella sua comune accezione bene può riferirsi a qualsiasi fatto che costituisce la trasgressione ad una regola. Nel caso Fedit, la regola violata è una legge. Per cui, la nozione di illecito viene a coincidere con quella del danno risarcibile secondo la normativa vigente.
 
IlA rovinososeguito crackdi dellaseparazione Federconsorzidei ègiudizi, statoavvenuta interamentecon provocatoordinanza dadel chiGiudice hadatata gestito28 laottobre struttura2013, dalsette dopoguerraex indipendenti poi.avevano Eribadito chee ilriproposto gruppola deirichiesta settedel ex2004 dipendenti,con adle essistesse simotivazioni sonoallo rivoltistesso Tribunale (N. R.G.80863/2013): per richiedereessi, contoil deigiudice danniha daritenuto loroche provocatila anchecausa alrisarcitoria mondodovesse agricolo.proseguire Isulla 7doglianza exper dipendenticui, con nonla hannomancata legatoapplicazione ledel loroD.lgs. aspettative7 risarcitorieMaggio alla1948 richiestan. dei1235, presuntirisulterebbe creditidel pertutto evidente la gestioneresponsabilità degliper ammassiculpa diin circavigilando 70del anniMinistero orsonodell’Agricoltura, per cui, competevano nonspecifici voglionoobblighi averedi acontrollo chee farevigilanza consulla l’annosoFederazione problemaItaliana ammassi,dei neConsorzi voglionoAgrari averee asui cheConsorzi fareAgrari<ref>L’art. con35 ladel strutturaD.lgs.n.1235/1948 prevede espressamente che sta“ai gestendoconsorzi laagrari partitae economicaalla infederazione taledei senso.Consorzi Inoltre,Agrari sono nonapplicabili hannole nulladisposizioni dadegli spartireartt. con2542 ie colleghi2545 che attraversoc.c.: i loropoteri avvocatiprevisti hannodalle fattopredette undisposizioni accordosono conesercitati ildal CommissarioMinistero didell’Agricoltura Governoe perdelle unForeste. ipoteticoQuest’obbligo risarcimentodi dacontrollo pagarsiavrebbe attraversodovuto l’incassoesplicarsi edanche ilin residuouna divera avanzoe deipropria proventianalisi deglidella ammassigestione. QuestoA foltofronte gruppodell’inadempimento di exquesto dipendentiobbligo, cheper hannoi voluto ericorrenti si sonoè staccatiavuto dallaun causaillecito originariacommesso ine datareiterato 28per ottobreparecchi 2013anni, perchéalmeno condal l’accordo1980 transattivosino (Baldanzaal – Avvocati)commissariamento, ilda Giudiceparte delladel IIMinistero sezionedell’agricoltura. civile delAnche Tribunalela diCommissione RomaParlamentare D’Inchiesta, come pure la Commissione ministeriale Poli Bortone, sono per loroessi hagiunte dichiaratoa cessataquesta conclusione; solo la materiagiustizia ordinaria non ha mai individuato i responsabili del contenderecrack. oltrePer ai ciòricorrenti, le ilcomponenti giudicedell’illecito hasi ritenutopossono cheidentificare lain causa, risarcitoriaevento dovevae proseguiredanno, (culpaoltre inil vigilando)nesso solamentedi percasualità iche settelega ex.la Quindi,causa è(fatto) chiaroall’evento chee il’evento dueal gruppidanno: sonol’evento diventatiè disugualiil nelrisultato perseguirefinale undel giustocomportamento edillecito, equomentre risarcimento.il Perdanno quanto riguardaè la causaconseguenza civiledel originariafatto Nillecito. R.G. 29111/2004Quindi, quellal’idea chedi inillecito primo- gradonella hasua datocomune tortoaccezione ai- 7,bene èpuò utileriferirsi rilevarea chequalsiasi ilfatto Giudiceche monocraticocostituisce della Tribunaletrasgressione diad Roma,una sembraregola: averse solola giudicato,regola “leviolata oscillazioniè giurisprudenzialiuna tralegge, i varila gradinozione di giudizioillecito (procedimentoper penalei Perugia)ricorrenti sullasi questioneapplica oggettoanche delnel presentecaso procedimentoFedit e, osservatoviene chea lacoincidere pronunciacon dellaquella Supremadel Cortedanno dirisarcibile assoluzionesecondo della Commissarionormativa Governativovigente. Fedit</ref>. (D’ercole)Per ècostoro intervenutail inrovinoso corsocrack didella causa.Federconsorzi Perè cui,stato sonointeramente stateprovocato rigettaleda lechi domandeha propostegestito daglila attori”.struttura Apparedal deldopoguerra tuttoin evidente,poi: essi lamentano che il Giudice non ha giudicato il Ministero dell’Agricoltura per le gravi colpe di mancata vigilanza, così come era la domanda, ma bensì il commissario di governo, nonché liquidatore della Federconsorzi, D’Ercole e tutto ciò che è scaturito dall’atto quadro. Secondo la tesi ricorrentedei ricorrenti, se tutti avessero fatto il proprio dovere, (Ministri e direzioni deputate al controllo), la crisi non sarebbe nata ed il crack non sarebbe mai avvenuto, a tutto vantaggio delladell’agricoltura nostraitaliana”<ref>Per agricoltura.questo Inmotivo considerazioneil che non si è mai voluta fare l’intera chiarezza a questa squallida vicenda, illoro legale deinel 7ex2018 dipendenti,chiese al auspicanuovo chegoverno ildi Ministrodare Centinaio (Lega) e il Sottosegretario Pesce (M5Stelle) diano il“il via ad una stagione che veda il raggiungimento di un accordo transattivo e finalmente si concluda questa vicenda con una giusta equa riparazione dei danni subiti dai suoi assistitiassistiti”. Tutto ciò, secondo il legale, anche in considerazione che: i“i miei assistiti non vogliono riesumare la Federconsorzi, ne tantomeno vogliono contribuire a pagare onorari e strutture a gestioni commissarialicommissariali”. I 7 ex dipendenti, “hanno già dato economicamente anche per i precedenti legali, quest'ultimi, non lì hanno trattati per il meglio, solo perché si sono rifiutati di sottoscrivere un accordo transattivo che, secondo il giudizio dei miei clienti, non vedrà mai la fine”. ConcludeIl legale concludeva dichiarando che, “raggiungere un accordo con la struttura Ministeriale, significa non solo vedere la conclusione di questa vicenda ancora irrisolta per equa riparazione, ma anche “ sanare un’ingiustizia che si protrae da oltre 1/4 di secolo”.<ref>: {{Cita web|url=http://www.olioofficina.it/societa/italia/una-vecchia-irrisolta-vicenda.htm|titolo=Una vecchia irrisolta vicenda :: OlioOfficina Magazine|sito=www.olioofficina.it|accesso=2019-01-22}}</ref>.
 
== Note ==
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