=== Dalle origini alla prima guerra mondiale ===
Le prime attività della SADE sono modeste, e si limitalimitano all'acquisto degli impianti di produzione e distribuzione di Cividale del Friuli, e Palmanova e successivamente di quelli di Oderzo e Motta di Livenza, per una potenza che non raggiunge complessivamente 300 kW. Con l'aumento del capitale, portato a {{formatnum:4750000}} lire nel novembre del [[1905]], la nuova società dà l'avvio al suo programma con l'acquisto nelle provincie di Bari e Padova di alcuni gruppi di impianti di produzione e distribuzione, tra cui l'impianto idroelettrico del Caorame (affluente del Piave) della potenza di 300 kW.
Nello stesso anno viene nominato direttore della società [[Achille Gaggia]], che alla elettrificazione delle zone comprese tra il [[Quarnaro|Carnaro]] e il [[Marecchia]], dedica con entusiasmo, passione e competenza vent'anni della sua vita. Lo sviluppo della SADE prosegue con l'acquisto degli impianti di produzione e distribuzione di [[Chioggia]], di [[Faenza]] e di alcuni centri della provincia di [[Vicenza]]. Vengono inoltre assunte partecipazioni nelle società, successivamente incorporate: Forze Motrici Cismon Brenta, concessionaria dell'impianto idroelettrico del [[Cismon]], uno dei più arditi dell'epoca (centrale di Pedesalto della potenza di {{formatnum:M|6600|ul=kW}} kW) ed Elettrica Milani di Verona, che dispone degli impianti di produzione dell'Adige (centrali di Sorio Vecchia e Colombarolo della potenza complessiva di {{formatnum:M|9000|u=kW}} kW).
La SADE, per assicurare una adeguata e regolare fornitura di energia nelle zone già servite, costruisce una rete di trasporto a {{M|30.000 V|ul=kV}} alimentata anche dagli impianti del [[Cellina]] (centrali di Malnisio e Giais della potenza complessiva di {{formatnum:M|13000|u=kW}} kW) e del [[Lago di Santa Croce]] (centrali di Fadalto Vecchia e Nove Vecchia della potenza complessiva di {{formatnum:M|15000|u=kW}} kW) della Società Italiana per l'Utilizzazione delle Forze Idrauliche del Veneto (S.I.U.F.I.V), nota come Società del Cellina che più tardi verrà pure incorporata dalla SADE. Il funzionamento in parallelo delle centrali di produzione, collegate tra loro e con i centri di consumo attraverso la sempre più estesa rete di trasporto, consente non soltanto una maggior utilizzazione delle disponibilità idrauliche ma anche la esclusione dal servizio continuo delle centrali termoelettriche di Venezia, Padova, Ferrara, Ravenna ecc., ridotte così a funzione di riserva.
All'inizio del [[1915]] la SADE esercita ormai la distribuzione in numerosi centri delle provincie di Udine, Belluno, Treviso, Vicenza, Venezia, Verona, Padova. Rovigo, Ferrara, Forlì, Ravenna, oltre che nelle Puglie. Con l'entrata in guerra dell'Italia nel 1915 gran parte della attività della SADE viene a svolgersi nelle zone del [[Fronte italiano (1915-1918)|Fronte]]. L'organizzazione tecnica della Società è così posta al servizio del Paese e a completa disposizione dell'Esercito per far fronte alle esigenze belliche: ciò vale alla SADE l'apprezzamento e l'elogio da parte del Sottosegretario alle Armi e Munizioni e dell'[[Vittorio Luigi Alfieri|Intendente Generale dell'Esercito]].
Per lo stato di guerra, la SADE non può intraprendere lavori per la realizzazione di nuovi impianti, ma nel [[1917]] riesce a mettere in esercizio, la centrale del Partidor, terzo salto degli impianti del Cellina, della potenza di 3 500 {{M|3500|u=kW}}, ed effettua l'aumento della tensione della rete di trasporto, passando a {{M|60.000 V,|u=kV}} le linee che dalle centrali di Fadalto, Nove, Giais e Malnisio si diramano nella pianura veneto-emiliana fino a Bologna, per l'allacciamento con la Società Bolognese di Elettricità. La SADE estende il proprio campo di azione alle Marche, assicurandosi centrali di produzione e zone di distribuzione nelle provincie di [[Ancona]] e [[Macerata]] ed attuando quel collegamento tra gli impianti alpini e quelli appenninici, che pochi mesi dopo si rivelerà provvidenziale. Proprio mentre più si fa feroce la lotta sul fronte di guerra, va ricordato che, la SADE dà particolare impulso ad una grande opera di pace: l'elettrificazione delle bonifiche.
Il disastro di [[Battaglia di Caporetto (storiografia)|Caporetto]] colpisce direttamente e gravemente la SADE che tra il 5 e l'11 novembre [[1917]] perde le sue maggiori fonti di energia, situate nel territorio occupato dal nemico. Le poche centrali idroelettriche rimaste in esercizio (il cui nucleo principale è dato dagli impianti dell'Adige) ed i collegamenti per quell'epoca arditi, realizzati a tempo di primato tra le reti della Romagna e le reti marchigiane e tra gli impianti dell'Adige e gli impianti lombardi, consentono di apportare, capovolgendo in certo qual modo il sistema di produzione e di trasporto fino allora in atto, un servizio sufficiente ai principali bisogni della zona di operazioni, servizio che tra crescenti difficoltà prosegue fino alla [[battaglia di Vittorio Veneto]], nel novembre [[1918]].<ref>{{cita libro|titolo=Impianti della Società Adriatica di Elettricità 1905-1955|annooriginale=1955|città=Venezia}}</ref>
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