Sutton Hoo: differenze tra le versioni
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La zona sepolcrale con i tumuli visibile fu oggetto di scavi a partire almeno dal [[XVI secolo]] e fu scavata estensivamente nel [[XIX secolo]], senza che fossero stesi resoconti dei ritrovamenti di una qualche utilità. Una testimonianza del 1860 riporta la raccolta di quasi due cesti pieni di bulloni di ferro (probabilmente i rivetti navali) durante un recente scavo in un tumulo e riferisce dell'intenzione di scavare altri tumuli.<ref>''Ipswich Journal'', 24 novembre 1860.</ref> Durante gli scavi degli [[anni 1980]] si scoprì che alcune sepolture erano state aperte nel XIX secolo e che alcune piccole piattaforme erano state montate lateralmente per permettere di osservare il sito.<ref>Carver (1998), pp. 148–153.</ref>
Nel 1937 la signora Pretty chiese l'aiuto del curatore dell'Ipswich Museum, che, nel 1938, mandò Basil Brown a lavorare da lei. Brown aprì tre tumuli nella prima stagione di scavi (tumuli 2, 3 e 4), trovando sepolture crematorie saccheggiate in due di essi. Nel tumulo 2 (il maggiore) trovò dei rivetti navali in ferro e una camera sepolcrale già aperta con frammenti di artefatti in metallo e vetro. I rituali e gli oggetti scoperti erano alquanto inusuali, e all'inizio si ritenne che fossero di [[epoca vichinga]] o degli inizi di quella anglo-sassone.<ref>Bruce-Mitford (1975), pp. 100–136.</ref> Questi ritrovamenti sono ora
Nella primavera del 1939, Brown scavò una trincea attraverso il tumulo 1 e scoprì una del legno ricollocato e dei rivetti ancora al loro posto della nave funebre. Per tutta l'estate un gruppo condotto da Charles Phillips per l'Office of Works portò alla luce la parte centrale della camera sepolcrale e rimosse il tesoro. Mentre impressionanti tesori in oro e argento emergevano da essa, fu chiaro che ci si trovava davanti ad un ritrovamento di una camera sepolcrale risalente al [[VII secolo]] e di una qualità decisamente superiore a tutte quelle fino ad allora scoperte. In seguito il tumulo svuotato fu livellato con cespugli e zolle di terreno per proteggerlo.<ref>Bruce-Mitford (1975), pp. 137–229.</ref> Durante la guerra il corredo funebre fu messo in un magazzino e il sito fu utilizzato come campo di addestramento per veicoli militari.<ref>Carver (1998), pp. 25–26.</ref> Phillips e i suoi colleghi produssero importanti pubblicazioni nel 1940.<ref>Phillips (1940); Phillips ''et al.'' (1940).</ref>
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[[File:Sutton Hoo lyre (reconstruction).jpg|thumb|Riproduzione della lira (opera di Messrs Dolmetsch).]]
Sulla parte interna della parete occidentale, verso cui era disposta la testa del cadavere, si trovavano alcuni oggetti. All'angolo nord-occidentale era disposto un sostegno in ferro con una griglia sulla sommità.<ref>Bruce-Mitford 1978, pp. 403–431. Questo oggetto è stato interpretato come uno stendardo o un braciere.</ref> Al suo fianco si trovava uno scudo circolare molto grande;<ref>Bruce-Mitford 1978, pp.1–129.</ref> L'umbone centrale era decorato con granati e placche sbalzate con decorazioni zoomorfe. La parte anteriore dello scudo recava due grandi emblemi con granati incastonati, uno raffigurante un uccello da preda composto da diversi metalli, l'altro un lungo drago in volo bagnato in oro. Vi erano montate anche strisce a stampaggio con decorazioni animali collegate, per la pressa usata, agli esemplari del precedente cimiterio di [[Vendel]]<ref>Stolpe and Arne 1927.</ref> nei pressi di [[Gamla Uppsala]] (Svezia).<ref>Bruce-Mitford 1986; Evans 1986, pp. 49–55, 111–119.</ref> Una campanella, forse per un animale, si trovava vicina. Al centro del muro si trovava una lunga pietra per affilare a sezione quadrata, affilata ad entrambe le estremità e scolpita con facce umane su entrambi i lati. Una montatura ad anello con sopra una figurina di un cervo con le corna era fissata sulla parte superiore del muro, secondo una teoria a ricordare uno [[scettro]] [[console (storia romana)|consolare]] tardo-romano;<ref>Bruce-Mitford 1978, 311–393; Bruce-Mitford 1986; Evans 1986, 83–5; Plunkett 2001, 71–73.</ref> questo scettro ha dato origine ad una serie di ipotesi, alcune delle quali fanno riferimento alla possibilità di un [[cervo (mitologia)|significato particolare del cervo]] nella mitologia anglo-sassone.<ref name="ANGSAXCAM">Campbell, James. ''The Anglo-Saxons'' (1991) ISBN 0-14-014395-5</ref> Più a sud si trovava un secchio in legno rinforzato in ferro, uno dei molti nella tomba.<ref>I secchi di Sutton Hoo sono descritti da K. East in Bruce-Mitford 1983 (II), pp. 554–596.</ref> Nell'angolo sud-occidentale era presente un gruppo di oggetti alcuni dei quali erano forse appesi alla parete della camera, ma che furono trovati compressi assieme. Quella inferiore era una coppa in bronzo [[copti]]ca o comunque proveniente dal Mediterraneo orientale, decorata con figure di animali, molto deformata.<ref>Bruce-Mitford 1983 (II), 732–757; Evans 1986, 63.</ref> Sopra di questa era una [[Lira (strumento musicale)|lira]] anglosassone a sei corde in una borsa di pelle di castori, di un tipo germanico trovato nelle tombe anglosassoni e nord-europee di persone agiate in questo periodo.<ref>Bruce-Mitford 1974, pp. 188–197; Bruce-Mitford 1983 (II), pp. 611–731; Evans 1986, pp. 69–72. La lira fu inizialmente ricostruita come un'arpa con cassa di risonanza orizzontale.</ref> Sopra a tutto era una [[coppa da appendere]] a tre ganci, molto grande e notevolmente decorata, di produzione insulare, con uno ''[[champlevé]]'' in [[smalto]] vetroso e incastonature in millefiori recanti una decorazione a spirale e motivi a croci rosse, con un pesce in metallo smaltato montato su un perno all'interno della coppa in modo che potesse dondolare.<ref>T.D. Kendrick in Phillips et al. 1940, pp. 30–34; Bruce-Mitford 1983 (I), pp. 206–243, 264–281, 300–306; Evans 1986, pp. 72–75.</ref>
Sulla parete orientale della camera si trovava, nei pressi dell'angolo settentrionale, una vasca in legno di tasso con rinforzi in ferro e un secchio più piccolo al suo interno. Verso sue erano due piccoli [[calderone (cucina)|calderoni]] in bronzo, uno globulare l'altro con pareti concave, probabilmente appesi alla parete. Appeso al centro per uno dei manici era un grande calderone di bronzo carenato, simile a quello ritrovato nella tomba a camera a [[Taplow]], con rinforzi in ferro e due maniglie ad anello.<ref>A.C. Evans in Bruce-Mitford 1983 (II), pp. 480–510.</ref> Nei pressi giaceva una catena lunga quasi 3,5 m composta da sezioni ornamentali e anelli incisi, per la sospensione del calderone dalle travi di una grande sala.<ref>V.H. Fenwick in Bruce-Mitford 1983 (II), pp. 511–553.</ref> Tutti questi arredi avevano un carattere domestico.
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