Discussione:Josip Broz Tito: differenze tra le versioni

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Moroboshi (discussione | contributi)
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:Vista la quantità dei rilievi, ho inserito un taglio tecnico. Io userei questo criterio: analizzare le osservazioni una dopo l'altra, partendo dalla prima. Una volta raggiunto un punto di accordo sulla prima, si andrà sulla seconda e così via.
:* La prima osservazione è la seguente: i dati del censimento jugoslavo del 1921 sarebbero "negati dalla stragrande maggioranza degli studiosi". Occhio: non da "alcuni studiosi", bensì dalla "stragrande maggioranza". Per prima cosa, ho preso in mano il primo libro che mi veniva in mente sui censimenti jugoslavi, e cioè [https://crsrv.org/wp/wp-content/uploads/2020/03/N.8-Censimenti-Ju.pdf questo qua]. Correttamente a p. 30 si riporta il dato rilevato: 505.790 che dichiaravano come propria lingua d'uso il tedesco. Non c'è nessuna critica in merito, mentre in realtà l'autrice - una nota studiosa della minoranza italiana nei paesi della ex Jugoslavia - critica il sistema di rilevamento dei dati jugoslavi del <u>1931</u>, per i motivi lì spiegati. Vado quindi a controllare nel mastodontico saggio intitolato "Jugoslawisch-Deutsch-Österreichische Konfliktgeschichte 1918-1941" (Storia del conflitto jugoslavo-tedesco-austriaco 1918-1941) - parte di un'opera più ampia che citerò spesso ed intitolata nella sua edizione in lingua inglese "Hitler - Benes - Tito: National Conflicts, World Wars, Genocides, Expulsions, and Divided Remembrance in East-Central and Southeastern Europe, 1848-2018" - che in varie parti parla del censimento del 1921: nessun rilievo particolare. Il libro è in diversi tomi, si può guardare per esempio [http://austriaca.at/0xc1aa5576_0x002f0ea0.pdf qua] il quinto. Ma ripeto: questo testo (che è considerato lo "standard" sul tema) sarà da me utilizzato ampiamente nel prosieguo della nostra chiacchierata. Torniamo al censimento del 1921 presuntamente "negato dalla stragrande maggioranza degli storici" e prendiamo un altro libro, e cioè il noto (a chi si interessa del tema) "Vom ''Verschwinden'' der deutschsprachigen Minderheiten (...)". A pag. 43 leggo: "Die Schwaben der Vojvodina waren mit 1921 316.579 (Kroatien 124.156) von landesweit 505.790 Muttersprachlern zudem die größte deutsche Teilgruppe im Staat. Darauf verwies auch der Name der 1920 bis 1941 (mit Unterbrechungen) bestehenden Dachorganisation Schwäbisch-Deutscher Kulturbund. Anders als in der Untersteiermark waren die Schwaben 1918 dort kaum ins geografsch und emotional ferne „Mutterland“ abgewandert, gegebenenfalls war für sie wie bei den Gottscheern die Überseemigration wichtiger. In der Vojvodina (nicht in Kroatien) nahm die Zahl der Deutschen nach 1918 anfangs sogar zu, durch Entmachtung der bisherigen ungarischen Elite des „St. Stefansreichs“ korrelierte die Hinwendung der Schwaben zu Deutschland dort mit gleichzeitigen Trends sozialen Wandels (Säkularisierung, Aufstieg der Mittelschichten) der 1920er Jahre. Ganz anders in der Untersteiermark: die Zahl der Deutschen ging von 1910 73.148 auf 1921 22.531 und 1931 12.410 dramatisch zurück. Aufgrund von Bildung und sozialer Stellung behielten die meist gewerblich-städtischen Untersteiermärker aber sowohl unter den Deutschen des Gesamtstaates als auch innerhalb der Deutschen Sloweniens besonderes Gewicht. Ihnen und den Vojvodina-Schwaben gemeinsam war, dass eine starke ökonomische Basis bestand für eine „zivilgesellschafliche“ Selbstorganisation. Denn die neuen Grenzen hatten zwar viele jahrhundertealte Austauschbeziehungen zerschnitten, doch gelang es gerade den Gewerbetreibenden und Industriellen der Untersteiermark (z. B. August Westen), sich zu behaupten; auf den durch Schutzzölle vor Konkurrenz abgeschirmten Märkten des Balkanlandes erwiesen sich ihr Können und ihre Expertise als gefragt. Ebenso proftierten die Mittelbauern der Vojvodina vom Wegfall der Großgrundbesitze infolge der jugoslawischen Agrarreform, sie konnten diese mittelfristig zur Arrondierung ihres Besitzes nutzen. Dagegen wurde der Besitz des Grafen Auersperg in der Gottschee enteignet, die bäuerlichen Deutschen dort und in Bosnien hatten nur wenige Ressourcen für ein kulturelles Eigenleben" eccetera eccetera. Nessunissimo commento sui dati del censimento del 1921, presi e riportati esattamente come le altre fonti. Cioè presi per buoni. Potrei citare una decina di studi, ma mi fermo qui. A richiesta - eventualmente - citerò anche gli altri. Chiedo quindi all'estensore dell'ampia nota qui sopra di spiegarmi il punto: chi farebbe parte della "stragrande maggioranza" degli studiosi che negano validità ai numeri rilevati dal censimento jugoslavo del 1921, visto che della decina di libri da me consultati non ne ho trovato nemmeno uno? Grazie in anticipo per la risposta.--[[Utente:Presbite|Presbite]] ([[Discussioni utente:Presbite|msg]]) 23:44, 11 feb 2021 (CET)
:::{{Ping|Presbite}} Il primo testo citato che ti è venuto in mente, ovvero ''[https://crsrv.org/wp/wp-content/uploads/2020/03/N.8-Censimenti-Ju.pdf La comunità nazionale italiana nei censimenti yugoslavi 1945-1991]'' dice a pagina 14: ''Il ballo delle cifre sulle componenti nazionali caratterizza la storia recente dell'Istria: quante discussioni sulla lingua d'uso, sulla lingua materna, sull'attendibilità dei censimenti austriaci, sulla veridicità di quello del 191O, sulla scarsa attendibilità di quello italiano del 1921;'' e ancora ''Il governante di turno, negli anni Venti come negli anni QuarantaSessanta, spesso assecondato da tecnici ed intellettuali di regime, utilizza la statistica per giustificare le proprie scelte politiche. L 'occhio del governante è concentrato solo sui "suoi", che sono necessariamente "molti". Gli "altri" vanno quantificati per essere tenuti sotto controllo; l'ideale è la loro riduzione o, quantomeno, essi non devono crescere.''
:::Sono inoltre andato a dare un'altra occhiata agli altri volumi dell'opera, il quarto ''[https://crsrv.org/wp/wp-content/uploads/2020/03/N.4-Perselli.pdf I censimenti della popolazione dell'Istria con Fiume e Trieste, ed i alcune città della Dalmazia tra il 1850 e il 1936]'' dice ''da ritenere che anche i successivi censimenti italiani non siano esenti da simili deformazioni. Si pensi in particolare a quello del 1921, unico a registrare ufficialmente la lingua d'uso dei locali presenti e gli stranieri, che non a caso molti studiosi hanno giudicato solo parzialmente attendibile'' (p. XIII).--[[Utente:Moroboshi|<span style="color:#800000;font-weight: bold;">Moroboshi</span>]]<sup> [[Discussioni utente:Moroboshi|scrivimi]]</sup> 15:24, 12 feb 2021 (CET)
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