Roberto Garofoli: differenze tra le versioni

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|PostNazionalità = , giudice del [[Consiglio di Stato (Italia)|Consiglio di Stato]], è stato [[Capo di Gabinetto]] del [[Ministero dell'economia e delle finanze]], e condirettore della [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana|Treccani]] Giuridica
|Immagine = Roberto garofoli.jpg
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}} Proposto il 12 febbraio 2021 quale Sottosegratario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri nel governo Draghi.
 
== Biografia ==
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== Attività professionale ==
Ha ricoperto incarichi istituzionali in sei governi della Repubblica italiana, collocato fuori ruolo dalla magistratura:
* Capo di Gabinetto del [[Ministero dell'economia e delle finanze]] nel [[Governo Conte I]] e nel [[Governo Gentiloni]].
* Segretario generale della [[Presidenza del Consiglio dei ministri]] nel Governo Draghi
*Capo di Gabinetto del [[Ministero dell'economia e delle finanze]] nel [[Governo Conte I]] e nel [[Governo Gentiloni]].
* Capo di Gabinetto del [[Ministero dell'economia e delle finanze]] nel [[Governo Renzi]] (al Ministero ha rinunciato al compenso aggiuntivo previsto dall'incarico rispetto alla sua retribuzione da magistrato<ref>{{Cita news|autore = Corriere della Sera|titolo = Nessun cumulo di stipendio per Garofoli|pubblicazione = http://archiviostorico.corriere.it/2014/giugno/25/Nessun_cumulo_stipendio_per_Garofoli_co_0_20140625_db8a1df0-fc2c-11e3-81f8-7f7e4112f163.shtml|data = 25 giugno 2014}}</ref>) Su incarico del Ministro [[Pier Carlo Padoan|Padoan]] ha coordinato, tra gli altri, il tavolo di lavoro congiunto con l'[[Autorità nazionale anticorruzione|ANAC]] che ha stilato la direttiva anticorruzione<ref>{{Cita web|autore = |url = http://www.mef.gov.it/inevidenza/article_0094.html|titolo = Anticorruzione: pronta la direttiva per le società del Mef|accesso = |data = 24 marzo 2015}}</ref> nelle società partecipate del Ministero (alle regole per le società quotate lavora un tavolo tecnico con la [[Consob]])<ref>{{Cita news|autore = Liana Milella|titolo = Dirigenti a rotazione, stop ai condannati: il decalogo del piano anticorruzione delle società di Stato|pubblicazione = la Repubblica|data = 23 marzo 2015|url = http://www.repubblica.it/politica/2015/03/23/news/dirigenti_a_rotazione_stop_ai_condannati_il_decalogo_del_piano_anticorruzione_per_le_societa_di_stato-110241886/}} La direttiva è un decalogo che fornisce indicazioni precise e concrete alle società controllate per l'attuazione della [[legge Severino]], stilato con l'autorità guidata da [[Raffaele Cantone]] che la utilizza come modello per le linee guida per l'intero comparto delle società pubbliche, anche locali. Entrambi i documenti vengono messi in consultazione pubblica in rete fino alla metà di aprile. Le società controllate dal Ministero dell'Economia dovranno individuare una figura responsabile della prevenzione della corruzione e focalizzare l'attenzione sulle attività più esposte a rischi (appalti, sovvenzioni, finanziamenti). Fondamentale sarà la predisposizione di meccanismi di rotazione degli incarichi o, in alternativa, di distinzione e ripartizione, tra diversi soggetti, delle competenze che entrano in campo nella gestione o trattazione di una vicenda unitaria. Al dipendente che intende denunciare episodi caratterizzati da ‘opacità’ o rischio di vera e propria corruzione deve essere garantito l'anonimato e non dovranno essere conferiti incarichi a soggetti che si trovino in situazione di [[conflitto di interessi]]. </ref> e quello sulle fondazioni bancarie che stila il protocollo d'intesa tra il Ministero dell'Economia e l'associazione rappresentativa delle [[Fondazione bancaria|fondazioni bancarie]], l'[[Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa|ACRI]]<ref>{{Cita web|autore = Ministero dell'Economia e delle Finanze|url = http://www.mef.gov.it/ufficio-stampa/comunicati/2015/comunicato_0055.html|titolo = Fondazioni bancarie: un Protocollo d’intesa tra il MEF e l'ACRI definisce criteri più stringenti per la gestione finanziaria e la governance|accesso = |data = 11 marzo 2015}} Il protocollo concordato con [[Associazione bancaria italiana|ABI]] prevede limiti stringenti alla concentrazione dell'intervento delle fondazioni bancarie nelle banche di riferimento, divieto di indebitamento salvo definite eccezioni, tetti ai compensi degli organi, trasparenza totale dei criteri e delle modalità di erogazione in favore delle collettività, incompatibilità tra politica e banche. Il Ministero, in qualità di Autorità di vigilanza sulle fondazioni bancarie, interagisce regolarmente con l'ACRI, anche al fine di promuovere la diffusione delle migliori prassi operative tra i soggetti vigilati. Il Protocollo definisce in modo più analitico della legge Ciampi-Amato (d.lgs. 153/1999) i parametri di riferimento cui le fondazioni devono conformare i comportamenti, con l'obiettivo di migliorare le pratiche operative e rendere più solida la governance. Le [[Fondazioni]] che lo sottoscriveranno, assumeranno l'impegno di osservare le regole contenute nel Protocollo, inserendole, ove occorra, nei loro statuti.</ref>. Tale ultimo accordo ha l'obiettivo di svincolare le fondazioni dalla banche conferitarie facendone istituzioni ''[[no profit]]'' che dalla gestione del patrimonio ricavino le risorse da destinare ai fini statutari<ref>{{Cita news|autore = Sergio Bocconi|titolo = «Le fondazioni? Per la metà un passo indietro in banca»
Parla Garofoli, capo di gabinetto del ministro Pier Carlo Padoan|pubblicazione = Corriere della Sera|data = 14 marzo 2015|url = http://www.corriere.it/economia/15_marzo_14/fondazioni-la-meta-passo-indietro-banca-7ef93b32-ca3c-11e4-8e70-9bb6c82f06ec.shtml}}</ref>.